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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo XLIX.

Come si fe' l'apparecchio d'incoronare Carlo Magno, e raccordasi lo re

Galafro e' figliuoli, e 'l dus Namo e Salamone mandati a Gherardo

per fare pace; e Carlo mandò per Galeana in Baviera.

 

Carlo prese la signoria e fece dodici consiglieri che lo consigliassino. El primo fu il duca Namo di Baviera, secondo Bernardo di Chiaramonte, terzo il re d'Ungheria, quarto il re di Buemia, quinto il marchese Berlinghieri, sesto Agnentino, settimo Uggieri d'Africa, ottavo Buovo d'Agrismonte, nono el duca Amone e Ottone d'Inghilterra, suoi fratelli, undecimo Salamone di Bretagna, dodecimo Morando di Riviera. Costoro cominciarono a trattare d'incoronare Carlo del reame, e mandarono per comandamento di Carlo per tutta la fede, dicendo e bandendo che Carlo perdonava ad ogni persona l'ingiuria e domandava pace a ogni persona. E apresso per tutto il consiglio fu ordinato mandare ambasciadori a Gherardo da Fratta, e per lo meglio vi mandorono con volontá di Carlo el duca Namo e Salamone, duca di Bretagna.

In questo tempo morí il papa di Roma, e fu eletto papa il cardinale Lione di Chiaramonte, e venne a Parigi inanzi che Carlo s'incoronasse. La fama di Carlo giá si spandeva per tutto il mondo, e venne a notizia a Galafro, re di Spagna, come quello Mainetto ch'era stato tanto nella sua corte era Carlo, figliuolo del re Pipino, e come aveva racquistato il suo reame. Di questo Galafro fu molto allegro, imperò ch'egli seppe come egli voleva tenere Galeana per sua legittima sposa: onde egli chiamò e' figliuoli, e disse loro tutta la cosa come stava, e ch'egli voleva ch'eglino andassino in Francia alla festa dello incoronamento di Carlo e alla festa di Galeana, e a fermare pace con Carlo. Marsilio si volse a' fratelli e domandò quello che a loro ne pareva. Rispuosono che non volevano andar nelle mani del loro nimico. Galafro disse loro: «Sopra alla mia testa, voi potete andare sicuramente». Ma eglino non se ne fidarono. Galafro disse: «Io manderò a Carlo per salvo condotto». E con questo s'accordarono d'andarvi, e mandarono ambasciadori in Francia, significando a Carlo come volevano venire a vicitare la sua novella signoria, dimandando perdono se per lo passato l'avessino offeso, iscusandosi di non lo avere conosciuto. Carlo mandò loro salvo condotto come eglino seppono domandare.

In questo medesimo tempo venne nella corte di Carlo una lettera mandata d'Africa a Uggieri, la quale molto lo biasimava perché egli s'era battezzato; e in certa parte diceva: «O Uggieri, tu se' 'danés de l'alma'» (cioè tu se' dannato dell'anima). Per queste parole Uggieri se ne rideva, e mostrava la lettera a Carlo e a' baroni, tanto che per la corte si prese uno volgare, che, motteggiando, l'uno dicea a l'altro: 'Tu se' danés'. Per questo, quando il papa battezzò Uggieri, egli volle essere chiamato Uggieri Danese, ma e' piú sempre lo chiamavano el Danese Uggieri, e non gli mancò mai questo nome. Or torna la storia, seguendo, al dus Namo e a Salamone, prima di Galeana. Carlo mandò Morando di Riviera e Milon d'Agrante e 'l marchese Berlinghieri e Agnentin con diecimila cavalieri in Baviera per Galeana, e menoronla a Parigi.




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