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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo L.

Come il duca Nanio di Baviera e Salamone di Brettagna furono messi

in prigione da Gherardo da Fratta, e molte cose che seguitarono.

 

El duca Namo e Salamone di Bretagna, che furono mandati per fare la pace con Gherardo da Fratta, trovarono Gherardo a Belandes, e feciongli l'ambasciata da parte del consiglio di Franza, ch'eglino lo pregavano ch'egli facesse pace e accomodamento con Carlo, figliuolo del re Pipino; e dissono che Carlo era del suo legnaggio, nati di Gostantino, e che Carlo l'allegava pel primo nell'ordine del suo consiglio. Gherardo disse questa risposta: «O figliuoli di puttane, come avesti voi ardire di venire nelle mie terre e di raccordarmi uno bastardo che non sa chi fu suo padre? E ancora dite ch'egli mi vuole per suo servo nel suo consiglio, ch'egli non sarebbe degno servo a me. E voi traditori, che avete tradito e morti coloro che di ragione dovevano essere re di Franza, voi siete venuti alla vostra morte». E comandò che fussino presi. Ma il duca e Salamone missono mano alle spade, e romore si levò. Gherardo uscí della sala, la gente trasse contro a' due ambasciadori, e veramente eglino sarebbono morti, ma Milon, fratello di Gherardo, pregò gli ambasciadori che s'arrendessino a lui, e tolsegli sopra a sé e fecegli mettere a buona guardia. Gherardo voleva fargli morire, ma tanto fece Milone, che furono mandati a Tremogna in prigione. E fatto questo, e Gherardo corse con grande gente nel reame di Franza, e fece grande ruberia e uccisione e guastò molte terre. La novella venne a Parigi del danno e del male che faceva Gherardo, e come el duca Namo e Salamone erano in prigione. Carlo si morse le mani di dolore, e ragunato il consiglio, si lamentò a loro del duca Gherardo, dimandando vendetta. E sopra a tutti si lamentò a Bernardo di Chiaramonte, ed egli si proferse sé e' figliuoli contro a ogni persona che facesse contro alla corona di Francia. Carlo ragunò grande gente, e con l'aiuto de' baroni entrò in Borgogna, faccendo vendetta del male ch'aveva fatto Gherardo: e saputo come el duca Namo e Salamone erano in prigione a Tremogna, fermò il campo e l'assedio a Tremogna. Gherardo fece suo sforzo di gente, e una notte assalí il campo dalla parte dov'era il re d'Ungheria, e furono la notte morti tremila cristiani, e rubò i padiglioni, cioè la roba che era dentro; e quando il campo si soccorreva, Gherardo si fuggí alle sue fortezze: e questi assalimenti faceva spesso egli e' suo' baroni. E stette Carlo a oste a Tremogna quattro mesi, ch'egli non aveva acquistato niente, e diede ordine di combattere la terra con molti ordigni: nella quale battaglia morirono ottomila cristiani. Carlo la fece affossare e isteccare intorno intorno, e stettevi poi sei mesi, e per la fame s'arrenderono. Gherardo fece molti assalti al campo di Carlo, ma egli non era forte a campeggiare contro a lui. Carlo prese la cittá di Tremogna, a patto di riavere i prigioni; e riebbe il duca Namo e Salamone. Carlo voleva disfare la cittá, ma 'l duca Namo non volle. In questa cittá fu trovato in prigione uno piccolo fanciullo, figliuolo di Bernardo di Mongrana, chiamato Amerigo. Carlo se lo menò a Parigi, e fello nutricare. E della guerra di Gherardo si fece triegua per dieci anni, con patto che l'uno non mettesse piede in sul terreno dell'altro. Carlo fece Amerigo conte di Beri, ed era chiamato Amerigo lo Meschin, perché egli non aveva niente del patrimonio, che Gherardo gli aveva tutto suo patrimonio tolto.

In questo tempo che la guerra era, si mosse di Spagna Marsilio e' fratelli, e quando furono in Guascogna per venire in Franza, seppono la guerra che era incominciata tra Carlo e Gherardo, onde eglino si ritornorono indrieto. Ma fatta la triegua, venne papa Lione a Parigi; e tornato Carlo, donò al Danese Uggieri tutta la provincia della Marsa, ed era chiamato il sire di Lunismarsa. E in questa tornata s'apparecchiò d'incoronare Carlo e di sposare Galeana e battezzare Uggieri.




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