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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo LII.

Come Milon d'Angrante innamorò di Berta, e come fu acquistato Orlando.

 

Passato uno anno dello 'ncoronamento di Carlo Magno, fu, com'era usanza, fatta grande corte, e la baronia venne a vicitare la corona con molte dame e damigelle. E per molti giorni durando la festa, intervenne che uno giorno, essendo in su la mastra sala del reale palazzo molti signori e molte dame e damigelle con grande quantitá di stormenti, e quivi si danzava; e infra gli altri v'era Milon d'Angrante, figliuolo di Bernardo di Chiaramonte, ed era il piú pellegrino barone che fosse in su la sala. Ed egli prese Berta per la mano, e cominciorono a danzare insieme; ed ella piú volte ponendo mente a tutti gli altri baroni, non v'era nessuno tanto leggiadro e pellegrino, ond'ella cominciò ad amarlo. E sempre quando Milone alcuna volta la guatava, gli occhi d'amendue si scontravano insieme, che l'uno s'accorse che l'altro l'amava, e danzando si dissono alcuna paroletta ridendo, che Milone tutto sospirava d'amore. E cominciaronsi molto ad amare, e tanto adoperavono gli atti dell'amore onesti, che niuno non se ne poteva avvedere. E durò presso a uno anno che nessuno s'avvide ch'eglino s'amassino. El primo che se ne avvide fu Carlo, il quale tanto amava Milone, che a lui non disse niente, anzi l'amava come prima. Ma egli ordinò a Berta maggiore guardia di cameriere e di gentildonne, e tenevala piú a stretto che non soleva; non però ch'ella sapesse la cagione; il perché pensavasi ch'egli la volesse maritare. Per questo non potevano vedere l'uno l'altro; e questo non levò via l'amore, ma egli l'accese in tanto, che Berta scrisse una lettera di sua mano a Milone, e mandogliela per una sua segreta cameriera, nella quale l'avvisò ch'egli le andasse a parlare a una finestra ch'era sopra al giardino del re, e perché era uno poco alta, l'avvisò d'ogni cosa. Milone, auta la lettera e lettola, fu tutto allegro, e tanto lo vincea il cieco amore, che né di Carlo si rammentava, né di vergogna, né di morte si curava. Egli v'andò in su l'ora della mezza notte, e portò una scala e parlò con Berta. La finestra era ferrata e non vi poteva entrare, ma eglino diedono ordine che Milon si vestisse come donna vedova velata, e ordinò ch'egli si vestisse a casa una donna ch'era stata servigiale a Berta, quando stava in distretta; e cosí Milon si partí. E l'altro giorno n'andò a casa di quella donna e per danari la corruppe; non però che le dicesse dove si voleva andare, che ella non lo arebbe fatto. Berta, quando fu l'ora, mandò una cameriera per lui, e disse alla cameriera: «Va in tale luogo, e menami una donna velata, che tu vi troverrai; e perché ella è giovane ed è vedova, menala copertamente e onestamente». La cameriera v'andò, e trovato Milon vestito, credette ch'egli fosse una donna. Milon non stette a parlare punto con lei, perch'ella non domandasse di niente, e andonne al palazzo. E giunto a Berta, egli era presso a sera. Le donne domandarono la cameriera che l'aveva menata chi ella era, ed ella disse: «Ell'è una buona giovane, che molto vicitava Berta quando Lanfroy e Oldrigi la tenevono stretta, che Carlo era sbandeggiato». Berta, quando e' giunse, l'abracciò e disse: «Sorella mia, tu sia la bene venuta; lodato sia Iddio, ch'io ti potrò medicare della tua povertá e meritarti il servigio che tu mi facevi quando ero sanza il mio fratello e tenuta in prigione»; e preselo per la mano e menollo con seco in camera, e diede commiato a tutte, salvo che a quella che portò la lettera: e quella giurò tenerlo segreto. La notte Milon dormí nel letto con lei, e usarono insieme carnalmente, dandosi molte volte grande piacere tutta la notte abracciati e stretti insieme con molti baci d'amore. E tenne questo modo per ispazio di presso a uno anno, che mai persona non se ne avidde. E facendo in questo modo, in capo dell'anno ell'era gravida di sei mesi.

Intervenne che, faccendo Carlo una grande festa, mandò per lei ch'ella venisse al convito, ed ella si fece ammalata. Carlo vi mandò dua perfetti medici, i quali s'aviddono subito ch'ella era gravida, e turboronsi molto e grande maraviglia se ne feciono; e stettono sospesi due per vedere meglio; e tra loro non sappiendo che si fare, lo tenevono celato. Alla fine diliberorono di dirlo a re Carlo, e cosí feciono.




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