Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Avendo lo re Nerino vedute le prodezze di Fiovo e de' compagni, diliberò piacevolemente sapere chi eglino fossono, e chi era Fiovo. E chiamato alcuno suo segretario famiglio, ordinò che, quando fussino a cena, fussi fatto in uno sagreto luogo della camera di Fiovo uno piccolo pertugio, per modo che ponendovi l'occhio vedessino ogni cosa che in camera si facesse. E cosí fu fatto in una guardacamera, la quale il re poteva serrare perché altra persona non vi andasse. E la sera, poi che ebbono cenato, essendo per l'afanno del dí alquanto afannati, andorono nella camera. Allora lo re segretamente solo n'andò a quello buco, e pose mente a tutti e' modi loro, e vidde come tutti avevano grande riverenza a Fiovo. Allora conobbe il re che Fiovo era signore; che insino a qui non aveva potuto conoscere chi era signore, perché facevano onore al romito per riverenza dell'abito, e pareva Fiovo al palese el da meno di tutti. E vidde le loro cirimonie nello adorare, e vidde per certo ch'egli erano cristiani; e andossi a dormire: e cosí Fiovo e' compagni andorono a dormire. L'altra mattina lo re Nerino fu il primo che si levò, e aspettò tanto che gli sentí levare, e andò ancora a vedere a quello pertugio. E quando vidde levato Fiovo, uscí da quella camera, e andò alla loro camera, e picchiò l'uscio; ed era solo. E giunto drento, si serrò l'uscio, e gittossi ginocchioni a' piedi di Fiovo, e disse: «Signore, io ti priego per lo tuo Iddio che tu mi dica chi tu se'; però che io ho veduto che tutti costoro ti fanno riverenza come a signore; onde io sono disposto d'essere il tuo quarto servidore. Ed ho veduto che per certo voi siete cristiani; e io non mi partirò da questa camera che voi mi battezzerete». Udendo Fiovo cosí parlare lo re Nerino, sí lo fece levare ritto, e disse: «O nobile re, tu m'hai pregato per l'amore di tale Signore, che io te lo dirò. Sappi che io sono Gostanzo, figliuolo di Gostantino, chiamato Fiordimonte, e sono battezzato per mano di santo Salvestro, vescovo di Roma». Allora gli disse quello che gli era intervenuto a Roma, e perché s'era partito, e della santa bandiera, e del romito; e come aveva acquistata Melano, e 'l comandamento dell'agnolo, e 'nsino a qui dove parlava. Lo re Nerino gli baciò e' piedi, e fece venire l'acqua; e 'l romito Sansone lo battezzò, e non gli mutò nome. E poi s'armorono, e uscirono di camera. Fece lo re Nerino questa mattina battezzare tutta la sua corte e famiglia; e il dí si battezzò tutta la gente dell'arme, e volle il re ch'egli giurassono in mano a Fiovo; ma Fiovo non volle. E feciono battezzare tutta gente di loro volontá, e fu perfetto segnale di buono principio. E levarono la croce e 'l romore: «Viva Fiovo, figliuolo di Gostantino imperadore!». E fu palese per tutto chi egli era.