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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Mentre che Fiovo, figliuolo di Gostantino, signoreggiava in Sansogna, poi che 'l duca fu battezzato, uno barone del duca s'era rubellato; e fecesi vassallo del re di Francia. Questo barone aveva nome Gilfroy lo Forte, duca di Santerna, e fattosi suggetto del re che aveva nome Fiorenzo: questo re per antichitá era disceso della schiatta di Franco che venne da Troia, per cui tutto il reame fu chiamato franco, e per lo figliuolo ch'ebbe nome Paris, fu chiamata la cittá Paris. Con questo re s'accordò Gilfroy lo Forte.
Cominciata la guerra contro a' Sansoni, diede loro grande travaglia; ma poi che fu morto el duca, e rimase la signoria a Fiovo, vedendo la noia e 'l rincrescimento di questa guerra, ragunatosi con Giambarone e con Sanguino e con Sansone, ragionò loro di questa guerra. Disse Giambarone: «Questa impresa sará di grande pericolo, perché i nuovi popoli a voi sottoposti potrebbono fare movimento. Nondimeno pensianci alquanti giorni, e fra noi stia sagreto». Fiovo ne ragionò con Brandoria sua donna, e disse il perché ne dubitava; ma ella gli disse: «Signore, ogni guerra è dubitosa, ma di questa non vi bisogna dubitare, imperò che se il padre mio avessi vinto Provino, egli sarebbe ora re di Franza; e nessuna noia non poteva avere, se non che il re di Franza aveva grande amistá co' Brettoni. Ma eglino sono cristiani, e contro a voi non faranno per amore della fede. Ma se voi per lo mio senno farete, noi faremo in quattro giorni quarantamila armati in Sansogna, e subito n'andremo a assediare Parigi; e posto il campo, egli, non provveduto, non potrá riparare». Fiovo s'attenne al suo presto consiglio; e l'altra mattina mandò per tutta Sansogna comandando a pena della vita la gente da cavalli e da pie', e carri e vettuvaglia fra cinque giorni fussono appresentati, avendo a ogni provincia, cittá e castella assortita la sua parte, come per l'errata toccava; e fece in otto giorni ventimila cavalieri e ventimila pedoni. Fornito di padiglioni e di trabacche e di carri e carrette e vettuvaglia, n'andò a campo intorno a Parigi, e da due parti la assediò. Dall'una parte misse Giambarone e Sansone con diecimila cavalieri e diecimila pedoni; e dall'altra parte si misse egli e Brandoria e Sanguino, serrando, pigliando, predando tutto il paese. Veduto questo, nella cittá corsono ad arme; e uscí fuori lo re Fiorenzo con due schiere. La prima condusse uno suo nipote ch'aveva nome Enidus, e con lui mandò Gilfroy di Santerna con otto mila saraini. Questi assalirono il campo dal lato di Giambarone; e nella prima giunta Gilfroy abatté Sansone; e fu preso e menato in pregione a Parigi. E mentre che Giambarone difendea il campo, e Fiovo mandò Sanguino che gli difendesse; e come giunse alla battaglia, e lo re Fiorenzo uscí da un'altra porta, e giunse alle spalle a Sanguino. La battaglia fu grande, entro la quale fu morto el cavallo sotto a Sanguino, e fu preso e menato prigione dentro a Parigi. La novella venne a Fiovo del romito e di Sanguino. Subito s'armò, e corse alla battaglia con molti armati; e quando fue da quelli della cittá veduto, fu fatto assapere al re di Parigi. Ed egli abbandonò la battaglia contro a Giambarone, e lasciolla a Gilfroy lo Forte; e venne contro a Fiovo con una lancia in mano; e scontrati insieme, si ruppono le lancie a dosso. Vennono alle spade; e fu per forza vinta la gente di Fiovo, e fuvvi ferito Fiovo di due ferite; e la grande battaglia de' cavalli e cavalieri si spinsono indrieto Fiovo e la sua gente tutta.
Questa battaglia fu rapportata a Brandoria; ond'ella s'armò dell'arme del suo padre, e montò a cavallo, e venne col resto di quelli di Sansogna verso la battaglia. E scontrando molti del suo regno, gli faceva ricogliere alle bandiere; e quando n'ebbe alquanti, parlò loro e disse: «O carissimi padri e fratelli, voi al tempo del mio padre combattesti sanza nessuna paura, tanta speranza avevate nella sua persona; e ora che voi avete il migliore duca del mondo, siete spaventati. Forse la vista dell'arme del mio padre vi fará tornare l'ardire. Io vile femina voglio andare alla battaglia sanza paura, pensando chi è colui che per noi combatte, cioè Gostanzo, figliuolo di Gostantino imperadore». E dette queste parole, diede di piede al cavallo. Quando e' cavalieri l'udirono, si vergognorono; e inanimati per la vergogna, si volsono con lei alla battaglia. In questo ella scontrò Fiovo ferito, e dimandollo della battaglia. Fiovo le mostrò le bandiere del re Fiorenzo in mezzo; ed ella gli die' parte della sua gente, e missono il re Fiorenzo in mezzo, e assalirono da due parti sotto la reale bandiera Oro e fiamma. Non si potrebbe dire l'aspra battaglia, nella quale lo re Fiorenzo, veduto Fiovo, s'aboccò con lui. In questa parte Brandoria assali con grande frotta di cavalieri; e qui finí el re Fiorenzo scuramente sua vita. In questo luogo soccorse Enidus suo nipote: Fiovo gli tagliò la testa.
E qui finí e mancò e' primi Reali di Francia della stirpa troiana. Ora comincia la stirpa di Gostantino, dove comincia la fede cristiana per virtú di Dio in Francia.