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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Da poi che tutte queste cose furono fatte, regnando Fiovo in Francia, la moglie di Sanguino, che fu figliuola del re Fiorenzo di Parigi, ingravidò; e sentendo ella come il marito era cugino di Fiovo, pensò di fare uccidere Fiovo e fare il marito re del reame di Francia. E una notte disse a Sanguino: «La fortuna ci fa torto, perché el mio padre non aveva altra reda che me dirieto alla morte sua; e pertanto questo reame di Francia toccherebbe a me, e tu doverresti essere re, e io sarei reina. Fiovo lo tiene contro a ragione». Disse Sanguino: «Non mi parlare di tali cose. Fiovo è figliuolo dello 'mperadore, ed è ragione che lui sia signore, e non altra persona». E molte volte le contradisse a queste parole, e durò bene due mesi questa quistione. Alla fine tanto gli disse, che lo sventurato consentí e diede udienza alle false parole; e diliberò d'uccidere Fiovo e' suoi figliuoli e farsi re di Franza; e a questo cominciò a dare ordine egli e la donna. E venendo una mattina in su la sala, scontrò Fiovo; e Sanguino, tornatogli a mente quello che ordinava, sospirò; e Fiovo se ne avidde, perché Sanguino molto si cambiò nella faccia di colore. Disse allora Fiovo: «Che avesti, cugino? Havv'egli offeso persona contro al vostro volere? Non dubitate, che noi ne faremo vendetta». Sanguino lagrimò, e disse: «Signore, ben vegg'io il grande amore che mi portate». Disse Fiovo: «O caro mio cugino, benché a me diciate signore, quello regno che io tengo egli è vostro come mio; né mai danari, oro e argento, arme e genti saranno a voi, se non come a me propio». Disse Sanguino: «A voi merito ne renda Iddio. Io non sono offeso da persona. Questa notte passata mi senti' alcuno difetto; e pure adesso, quando mi vedesti, mi giunse alcuna di quelle punture; e però mi fermai e sospirai». E dette queste parole, si partí da Fiovo, e tornò alla sua camera dalla sua donna, e dissele le parole che Fiovo gli aveva dette, e che mai non penserebbe contro a lui tradimento. Ed ella disse: «Non sai tu che assai volte e' signori promettono bene e attengono male? E cosí fará Fiovo a te». E passarono cosí insino al terzo dí; ed ella tanto gli aveva detto, che egli cominciò a odiare Fiovo. Di questo odio s'incominciò avvedere il balio di Fiovo, Giambarone; e cominciò a pensare sopra a questo, e non si voleva mettere in mezzo tra' due cugini, pensando donde potesse procedere questo atto di questo odio; tanto che gli tornò alla mente come Soriana era stata figliuola del re Fiorenzo: onde egli immaginò che 'l difetto venisse di quindi.
E la mattina, venuto a corte, ne favellò con Fiovo, el quale disse: «Io non credo che il mio cugino facesse contro a me alcuna sozza cosa: nondimeno io porrò mente a' suoi modi». E in quella propia sera tanto disse Soriana a Sanguino, che egli le giurò che a tutta sua possanza egli amazzerebbe Fiovo; ma che egli non sapeva che modo si tenere. Ed ella disse: «Io favellerò a molti amici di mio padre, che saranno a nostra posta apparecchiati con molti armati; e poi mi farò ammalata, e Fiovo mi verrá a vedere, e tu medesimo ce lo menerai; e ordineremo armati nella mia camera che lo uccideranno, e tu con esso loro insieme; e i nostri amici ci soccorreranno, e ucciderai e' suoi figliuoli, e farenci signori». E cosí fra loro fu ordinato di seguire. Ma la fortuna che dá e toglie questi beni mondani bramati dagli uomini, e' quali non considerano quello che fanno, e lascionsi volgere a cosí fragile cosa quanto è la femmina, el cui animo non pensa mai se non di contentare il suo appitito e di nessuna altra cosa si cura; in questa parte non ha considerato lo sventurato Sanguino o che Iddio o la fortuna non volesse tanto male. Intervenne che una serva di Soriana voleva bene a uno famiglio di Giambarone. Avendo udito dire certe parole alla sua madonna, disse la mattina a quello famiglio: «Egli non sará molto tempo che io sarò maggiore donna che io non sono; e arò uno amante migliore e da piú che non se' tu». El quale famiglio ridendo le rispuose: «Quanto maggiore sarai, piú ne sarò allegro; ma bene ti priego che tu non mi dimentichi». Ella gli rispuose: «Pure che la cosa vada ad effetto».