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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo XX.

Come Sanguino, vinto dalle lusinghe di Soriana sua moglie,

drieto a molte trame cercava la morte di Fiovo.

 

Da poi che tutte queste cose furono fatte, regnando Fiovo in Francia, la moglie di Sanguino, che fu figliuola del re Fiorenzo di Parigi, ingravidò; e sentendo ella come il marito era cugino di Fiovo, pensò di fare uccidere Fiovo e fare il marito re del reame di Francia. E una notte disse a Sanguino: «La fortuna ci fa torto, perché el mio padre non aveva altra reda che me dirieto alla morte sua; e pertanto questo reame di Francia toccherebbe a me, e tu doverresti essere re, e io sarei reina. Fiovo lo tiene contro a ragione». Disse Sanguino: «Non mi parlare di tali cose. Fiovo è figliuolo dello 'mperadore, ed è ragione che lui sia signore, e non altra persona». E molte volte le contradisse a queste parole, e durò bene due mesi questa quistione. Alla fine tanto gli disse, che lo sventurato consentí e diede udienza alle false parole; e diliberò d'uccidere Fiovo e' suoi figliuoli e farsi re di Franza; e a questo cominciò a dare ordine egli e la donna. E venendo una mattina in su la sala, scontrò Fiovo; e Sanguino, tornatogli a mente quello che ordinava, sospirò; e Fiovo se ne avidde, perché Sanguino molto si cambiò nella faccia di colore. Disse allora Fiovo: «Che avesti, cugino? Havv'egli offeso persona contro al vostro volere? Non dubitate, che noi ne faremo vendetta». Sanguino lagrimò, e disse: «Signore, ben vegg'io il grande amore che mi portate». Disse Fiovo: «O caro mio cugino, benché a me diciate signore, quello regno che io tengo egli è vostro come mio; né mai danari, oro e argento, arme e genti saranno a voi, se non come a me propio». Disse Sanguino: «A voi merito ne renda Iddio. Io non sono offeso da persona. Questa notte passata mi senti' alcuno difetto; e pure adesso, quando mi vedesti, mi giunse alcuna di quelle punture; e però mi fermai e sospirai». E dette queste parole, si partí da Fiovo, e tornò alla sua camera dalla sua donna, e dissele le parole che Fiovo gli aveva dette, e che mai non penserebbe contro a lui tradimento. Ed ella disse: «Non sai tu che assai volte e' signori promettono bene e attengono male? E cosí fará Fiovo a te». E passarono cosí insino al terzo ; ed ella tanto gli aveva detto, che egli cominciò a odiare Fiovo. Di questo odio s'incominciò avvedere il balio di Fiovo, Giambarone; e cominciò a pensare sopra a questo, e non si voleva mettere in mezzo tra' due cugini, pensando donde potesse procedere questo atto di questo odio; tanto che gli tornò alla mente come Soriana era stata figliuola del re Fiorenzo: onde egli immaginò che 'l difetto venisse di quindi.

E la mattina, venuto a corte, ne favellò con Fiovo, el quale disse: «Io non credo che il mio cugino facesse contro a me alcuna sozza cosa: nondimeno io porrò mente a' suoi modi». E in quella propia sera tanto disse Soriana a Sanguino, che egli le giurò che a tutta sua possanza egli amazzerebbe Fiovo; ma che egli non sapeva che modo si tenere. Ed ella disse: «Io favellerò a molti amici di mio padre, che saranno a nostra posta apparecchiati con molti armati; e poi mi farò ammalata, e Fiovo mi verrá a vedere, e tu medesimo ce lo menerai; e ordineremo armati nella mia camera che lo uccideranno, e tu con esso loro insieme; e i nostri amici ci soccorreranno, e ucciderai e' suoi figliuoli, e farenci signori». E cosí fra loro fu ordinato di seguire. Ma la fortuna che e toglie questi beni mondani bramati dagli uomini, e' quali non considerano quello che fanno, e lascionsi volgere a cosí fragile cosa quanto è la femmina, el cui animo non pensa mai se non di contentare il suo appitito e di nessuna altra cosa si cura; in questa parte non ha considerato lo sventurato Sanguino o che Iddio o la fortuna non volesse tanto male. Intervenne che una serva di Soriana voleva bene a uno famiglio di Giambarone. Avendo udito dire certe parole alla sua madonna, disse la mattina a quello famiglio: «Egli non sará molto tempo che io sarò maggiore donna che io non sono; e arò uno amante migliore e da piú che non se' tu». El quale famiglio ridendo le rispuose: «Quanto maggiore sarai, piú ne sarò allegro; ma bene ti priego che tu non mi dimentichi». Ella gli rispuose: «Pure che la cosa vada ad effetto».




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