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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Fiovo uscito di Roma, come di sopra fu detto, la mattina quando Giambarone assalí di sotto da Roma con molti baroni, assalí prima Fiovo nella battaglia, e lasciò Oro e fiamma a Gilfroy di Santerna con diecimila cavalieri, ed egli con trentamila assalí il campo: contro gli venne il re di Granata e 'l re di Portogallo. La battaglia cominciò grande, e Fiovo s'aboccò col re di Portogallo, e fra molti colpi Fiovo gli tagliò il braccio presso alla spalla ritta, e cadde il braccio dalla ispalla in terra, e poco andò che e' cadde morto. In questo giunse Coramonte, re di Spagna, e re Brancadoro da' monti Caifas e il re Giliafro di Centulia; e contro a loro si volse Codonas e Salardo. Salardo abatté Giliafro, ma Brancadoro abatté Salardo, e re Coramonte abatté Codonas. Molta gente cadeva e traboccava; cavagli e cavalieri andavano per terra. Fiovo mandò a dire a Gilfroy che entrasse nella battaglia, e mandò a dire al re di Buemmia che mandasse Attarante con diecimila alla battaglia. Gilfroy entrò nella battaglia; e a pena era entrato Gilfroy nella battaglia, che Attarante e Ionasbrando giunsono, e feciono tanto d'arme, che e' cristiani racquistorono grande parte del campo, e fu rimesso a cavallo Codonas e Salardo: e' saraini avevano rimesso a cavallo Giliafro. In questa zuffa Attarante partí la testa al re Coramonte di Spagna; e quando cadde morto, tutto il campo loro spaventò e mettevasi in fuga, quando Barchido, re de' monti Atalanti, e 'l re Sagramonte di Ragona e 'l re Gloriardo di Barberia e Giliarco di Libia entrarono nella battaglia da piú parti. E' nostri cristiani si serrarono insieme. Le grida, l'uccisioni e 'l suono dell'arme rintronavano l'aria e la terra; le boci rinsonavano insino nella cittá di Roma. Fiovo, Berlingeri, Codonas, Salardo, Attarante, Gilfroy, serrati sotto Oro e fiamma, si cacciarono contro a questi saraini. Fiovo con una lancia passò Giliarco di Libia, e morto lo gittò da cavallo; Attarante con una lancia passò Gloriardo di Barberia; Salardo uccise con la spada el re Barchido d'Atalante; ma lo re Sagramonte di Ragona uccise con la lancia uno franco cristiano, ciò fu Berlingeri di Scozia. Nondimeno e' cristiani arebbono rotto questo campo di sopra, se lo re di Buemmia e gli altri re ch'erano nell'ultima schiera fussino entrati nella battaglia; ma eglino s'astennono per questa cagione, che il re Danebruno si mosse con tutta la sua gente e con ventitré re di corona, e assalirono il poggio che Giambarone e Riccardo e Argorante tenevano; e furono combattuti da tutte parti, sí che per forza convenne loro abbandonare il poggio piú fuggendo che combattendo. Sforzandosi e' saraini di passare per assalire il campo di Fiovo, che avieno sentito come la battaglia si faceva di sopra da Roma, e' fu sí grande la caccia, che Argorante forse con dumila cavalieri si radusse in una costa, e ivi a pie' scesono; e serrati insieme, si difendevano. Quando lo re di Buemmia e 'l re d'Inghilterra sentirono questo pericolo, subito mandò il re d'Irlanda in loro aiuto con diecimila, e mandò il re d'Inghilterra in aiuto a Fiovo, pregandolo che presto si raducesse indrieto, e 'l grande pericolo a che egli erano, e mandò a Gostantino che gli soccorressi. Tutta Roma era ripiena di paurosi pianti. Fiovo, avuta questa novella, fece sonare a raccolta; ma tardi si sarebbon raccolti, se non fosse il soccorso di Roma. Perché uscí di Roma Gostantino con ventimila Romani; e accostatosi col re di Buemmia, si feciono incontro a Danebruno. In questa schiera di Gostantino era venuto fuori di Roma uno cavaliere armato a cavallo, tutto vestito di bianco; e nessuno non sapeva chi egli si fusse. Quando Gostantino e il re di Buemmia scontrarono Giambarone, e' rifece testa co' suoi, e rivolsesi alla battaglia francamente.