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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo XXXV.

Come Riccieri prese arme la seconda volta, e' grandi

e forti fatti che fece; e la morte di molti signori.

 

Udendo Riccieri, figliuolo di Giambarone, el romore e le strida drento alla cittá di Roma, sentí dire che suo padre era o preso o morto. Subito s'armò e montò a cavallo; e dove prima era andato in battaglia vestito di bianco, ora sua sopravesta era tutta rossa, che copriva lui e 'l cavallo, e non portava altra insegna. E uscí fuori della porta, e volsesi verso la battaglia dov'era Fiovo, perché sentí che Giambarone e Salardo erano in quella parte dal lato di sopra. In questo mezzo Fiovo aveva messo e' nimici in volta, e arebbono auto grande onore, se non fosse la novella del re Danebruno, la quale tutto il campo cristiano spaventò, e perderono e' cavalieri la forza e la speranza: e piú questa boce che l'arme gli misse in piega, abbandonando la battaglia. Giambarone e Salardo e Attarante e Argorante, Codonasso, Gilfroy, Riccardo, Fiovo sopra tutto, s'affaticavano di ritenergli, ma non potevano. Per questo s'aviddono e' saraini che Danebruno aveva assalito i cristiani; onde tutta la moltitudine entrarono nella battaglia: lo re Darchino, Arcaro, soldano di Medi, Rambaldo, l'amostante, Sagramonte e tutti gli altri re ch'erano col soldano di Mech. In questa furia fu abattuto Salardo e Giambarone, e morto Riccardo di Baviera: non potevano e' cristiani sostenere. In questa baruffa e romore e paura giunse Riccieri; ed entrato nella folta e pericolosa battaglia, el primo ch'egli percosse con la lancia si fue Alifar, re di Granata, e con tutta l'arme lo passò insino di drieto, e morto l'abatté; e tratta la spada, urtava e tagliava i cavalieri gittandogli per terra; cavagli e cavalieri faceva traboccare. Gittatosi lo scudo dopo le spalle, prese la spada a due mani, e passava le frotte. Per questo i cavalieri cristiani feciono testa; Fiovo, Attarante, rivolti nella battaglia i cavalieri, oh quante madre rimanevano vedove de' loro figliuoli e mariti! Da ogni parte la terra si copriva di morti. Riccieri giunse dov'era Giambarone, il quale aveva la spada per la punta, e arrendevasi al re Rambaldo di Morocco; ma Riccieri giunse, e percosse questo Rambaldo in su la testa, e partillo insino al petto, e gittollo a terra del cavallo, e prese il cavallo, e diello al padre, e non fece motto; onde el padre non lo conobbe. E apresso si volse dov'era Salardo, e per forza lo rimisse a cavallo, e tornarono nella ischiera di Fiovo. E Giambarone e Salardo dissono a Fiovo la grande valentia di questo cavaliere vestito di rosso. Fiovo gli domandava se lo conoscevano: rispuosono di no. E' saraini, rafrenati per la morte d'Alifar e di Rambaldo, non seguivano e' cristiani con tanta furia. Fiovo si tirò indrieto, e giunse dove la battaglia era contro al re Danebruno; e la zuffa vi fu maggiore in questa giunta. E' cristiani ripresono cuore. Argorante s'aboccò col re Amorotto della Morea, fratello di Dragon lo Moro; e avendo in mano uno bastone, gli ruppe l'elmo, e tutto il capo gli spezzò, e morto lo gittò alla terra. Ma egli fu da tanta gente attorniato, che per forza lo pinsono in una grotta; e volendolo trarre a fine, chiamandolo traditore rinegato, lo coprivano di lance e di saette; ed era alla fine morto; se non che Attarante, partito dalla schiera di Fiovo in compagnia del cavaliere rosso, con diecimila assalirono in questa parte. Riccieri con una lancia tolta di mano a uno cristiano si gittò nella battaglia, e uccise lo re Dragon lo Moro; Attarante abatté ferito re Galerano di Scondia; e trassono Argorante delle loro mani. Allora si radussono tutte le schiere de' cristiani in una. El soldano di Mech s'era fatto inanzi per modo, che 'n due parti erano e' cristiani combattuti. In questa giunta del soldano di Mech, Arcaro s'aboccò con Ionasbrando, figliuolo del re d'Inghilterra; e abracciatisi insieme, Arcaro gli cavò l'elmo di testa, e col bastone gli spezzò tutto il capo, e cosí morí; per la cui morte fu grande dolore. Morto Ionasbrando, molto erano danneggiati e' cristiani, se Fiovo e Salardo e Codonas non avessono riparato. In questo mezzo Riccieri e Attarante e 'l re d'Inghilterra e 'l re d'Irlanda e 'l re di Buemmia sospinsono la gente di Danebruno indrieto. E la sera partí la battaglia; e l'uno e l'altro campo si radusse, e ognuno ne portò e' signori morti. E' cristiani tornorono drento da Roma, e portarono il corpo del valente Riccardo di Baviera e il corpo di Ionasbrando, duca d'Inghilterra, cioè figliuolo del re; e furono a grande onore sopelliti. Fue maggiore dolore fra e' saraini, che tornati nel loro campo trovarono morti sei re di corona, ciò fu Balantin di Trebisonda, Dalfreno di Domasco, Alifar di Granata, Rambal di Morocco, Dragon lo Moro e 'l suo fratello Amorotto, di cui feciono i pagani grandi dolori. Per questa sera Riccieri non andò a corte. La gente s'attese piú a riposare che a fare altro esercizio, pensando alla futura fortuna.




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