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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
El terzo dí usciti e' cristiani di Roma in tre schiere, la prima condusse Giambarone, Attarante, Salardo e Argorante con venti migliaia; la seconda condusse Fiovo, Codonas e Gilfroy con trentamila; la terza condusse 'l re di Buemmia, re d'Inghilterra, re d'Irlanda con trentamila. La battaglia di questo giorno fu molto pigramente adoperata da ogni parte, salvo che in sul mezzogiorno s'attestarono tutte le schiere in due parte, e furono molto danneggiati e' cristiani da due parti. Ma il valente Riccieri uscí di Roma, ed amendue le parti rifrancò, e portò il pregio da ogni parte. Andò questo giorno vestito di cilestro alla battaglia, e non fu meno lodato da' saraini per lo piú franco cavaliere del mondo che fosse in fra' cristiani. La battaglia durò poco passato mezzodí; e ognuno a sue bandiere si radusse. Fiovo si tornò dentro da Roma, e Riccieri s'era andato all'usato modo a disarmare. Fiovo, cercando e dimandando tra la gente dell'arme e tra' cortigiani chi era questo valente combattitore, non ne potè avere notizia di niente; onde n'era in corte grande maraviglia e diversi parlari e openioni. Alcuni cominciarono a dire che egli era qualche spirito divino per difendere la fede di Cristo; alcuno diceva: «Egli sará qualche altro spirito»; alcuno altro diceva: «Egli ha pure atto di corpo umano: egli sará qualche valente cavaliere che sará romito, come fu Sansone, che non si vorrá palesare, e combatte per l'amore di Dio»; alcuni dicevano: «Egli sará l'anima di Sansone». Ma santo Salvestro levò tutti questi openioni, e disse che egli era corpo umano, ma non sapeva ancora chi egli era, e che tosto sarebbe a ognuno manifesto. Disse Fiovo, sendo in su la sala la sera, a Giambarone: «Sarebbe mai questo il tuo figliuolo Riccieri?» Rispose Giambarone: «Io terrei di patto domane morire nella battaglia, e 'l mio figliuolo fusse da tanto, e io ne fossi certo». Fiovo vidde Riccieri giungere in su la sala. Fiovo lo chiamò, e domandollo se egli aveva arme. Rispuose di no. Disse Fiovo: «O se tu fossi armato d'una buona armadura, ch'io ti donerò, verrai tu domane alla battaglia con noi?» Rispuose che no, «perché non sono uso di combattere». Disse Fiovo: «Tu non sarai mai da niente, oltrepoltrone. Va e sta con gli altri poltroni, che tu non fusti mai figliuolo di Giambarone». Riccieri si partí da corte; e come fu partito, e Fiovo chiamò uno suo famiglio, e disse: «Va' drieto a Riccieri, che egli non se ne aveggia, e fa' che tu sappia dove torna per istanza, però ch'egli non torna a casa di suo padre». El famiglio cosí fece; e quando l'ebbe veduto e saputo, lo disse a Fiovo, ed egli gli disse: «Fa' che domane tu vada a quella casa, e domanda di Riccieri, e cerca se il suo cavallo vi sia, e se egli v'ha arme; imperò che l'animo mi dice che quello che fa tante prodezze debba essere Riccieri; e fa che tu 'l tenga segreto e celato». E poi cenarono, e andarono a dormire insino che 'l giorno apparí.