Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
In questo giorno s'armò Riccieri, figliuolo di Giambarone, quando le schiere; e tutta la sua sopravesta di lui e del cavallo erano tutte nere, significando prima morire che fuggire. E quando Fiovo fu di fuori, ordinò quindici migliaia della piú fiorita gente del suo campo a guardia della santa bandiera Oro e fiamma, e comandò che mai non entrassino in battaglia, ma che solo a questa santa bandiera attendessino, salvo se Fiovo in persona non lo comandassi loro. Con questa schiera rimase Riccieri, e nessuno non lo conosceva per lo vestimento nero. Giá si cominciavano le schiere l'una apressare all'altra; e quando furono gittati e' bastoni dai loro capitani e sonarono gli stormenti, l'una gente corse contro all'altra, e rintronavano valli e monti e tutta Roma per le grida che si levarono. Ahi quanti nobili signori, cavalieri, scudieri e gente d'ogni condizione cadevano morti, e feriti l'uno sopra l'altro traboccavano! Attarante abatté morto il primo e 'l secondo che riscontrò; e rotta la lancia, prese a due mani il bastone uccidendo e' nimici. Ahi quanta franchezza dimostrava! E simile Giambarone e Gilfroy di Santerna. Dall'altra parte el dimonio Arcaro fieramente danneggiava e' cristiani, e 'l soldano, Galafro, Giliarco, Darchino, Brancadoro e Giliafro. L'una gente con l'altra si mescolava; ma tanto erano valorosi e' cristiani, che presono molto campo. Arcaro tornò insino alle sue bandiere; e vidde fare a Giambarone tanto d'arme, ch'egli gli corse a dosso con uno bastone, e diegli sí grande il colpo in su la testa, che come morto lo gittò a terra del cavallo. Ognuno credette che fosse morto, e missonsi tutti e' cristiani in fuga, se non fosse Attarante che soccorse le bandiere. Allora mandò Fiovo Codonas e Salardo in loro aiuto con diecimila; e rifrancorono i cristiani. Qui era la grande battaglia. Salardo con la lancia uccise Giliafro di Centulia, per cui fu grande romore; e' saraini perderono molto campo. Attarante s'aboccò con Brancadoro, re de' monti Caifas; e dopo alquanti colpi gli spezzò l'elmo e tutto il capo, e gittollo morto da cavallo; e cosí morí Brancadoro. Morto che l'ebbe, si cacciò tra' saraini, faccendo terribili fatti d'arme. Allora sopragiunse la seconda schiera de' saraini; e appena fu rimesso Giambarone a cavallo, quando Misperio, Balante, Galerano, Piliagi, Anacor e Balugante con la seconda schiera entrarono nella battaglia. Per questo convenne a' cristiani dare a drieto, e peggio avevano, che Arcaro si scontrò con re Codonas, e a due mani gli diede del bastone furioso in su la testa, e morto lo gittò da cavallo. Di cui e' Brettoni feciono grande pianto, e riscossono il corpo, e tornò Salardo indrieto, e portorono il corpo di Codonas alle bandiere; e iscontrato Fiovo, gli mostrò il corpo del padre. Disse Fiovo: «Ora attendiamo a farne vendetta». Allora entrò Fiovo nella battaglia, egli e Argorante, e faceva tutta la battaglia rinforzare, e nella giunta uccise Piliagi di Saragonia, e abatté il soldano di Mech; e 'l valoroso Argorante uccise Anacor di Numidia; e per forza d'arme questa ischiera di Fiovo misse in fuga e' saraini, e molti n'arebbono condotti a morte, se la terza schiera de' saraini non avesse soccorso: ciò furono sei re con sessantamila saraini; ciò furono l'amostante di Persia e Sagramonte di Ragona, Arbacail d'Arabia e Lionagi e Alcidron di Panonia e Rubinetto di Ruscia. E rifrancando il campo per questa ischiera che giugneva, Fiovo fece sonare a raccolta, e ristrinse tutta la sua gente, Giambarone, Attarante, Gilfroy, Fiovo e Salardo, Argorante: e ognuno rimise sua spada, e prese una lancia in mano, e sgridando e' cavalieri cristiani si cacciorono nella battaglia. Or qui fu la terribile battaglia. Attarante passò Galafro di Poiana con la lancia, e morto l'abatté da cavallo. Fiovo passò uno grande ammiraglio, e ruppe sua lancia; e tratta la spada, al primo colpo ch'egli fece, partí per mezzo la testa al re Misperio, padre di Balante, e gittollo morto tra' piedi de' cavalli. Per la morte di questo re si levò grande romore. Balante, Galerano e Balugante assalirono Fiovo, e fue a grande pencolo; ma egli fu tanta la moltitudine de' combattitori da ogni parte, che la loro battaglia fu spartita. Balante e Galerano ne portarono il corpo del loro padre al padiglione, e poi feciono entrare quelli di Balda e quelli di Scondia e Portogalli e Catalani e Ispagnuoli nella battaglia. Allora il soldano di Mech, Arcaro, Giliarco, Darchino, Balante, Galerano, Balugante, l'amostante, Sagramonte, Arbacaille, Lionagi, Alcidron di Panonia, Rubinetto, tutti raccolti in uno drappello, entrorono di fiero animo nella battaglia.
In questa battaglia aveva mandato Danebruno uno gigante di Cimbre, chiamato Giliante. Questo era parente del re Balante, ed era molto giovane, e però nonn'era ancora entrato in battaglia. Ed entrò in questa battaglia con venti mila saraini, mandato da Danebruno. Essendo allato ad Arcaro lo Turco, amendue s'aboccarono con Argorante. Grande difesa fece Argorante con loro; ma alla fine Giliante gli diede d'uno mazzafrusto in su l'elmo, che lo fece piegare. Essendo piegato che si voleva rizzare, e Arcaro gli giunse un colpo di drieto all'elmo che lo fe' traboccare inanzi, e non si potè riavere, che questi due, Arcaro e Giliante, l'uccisono. Per la sua morte e' cristiani da quella parte cominciorono a fuggire. Ancora apparivono le bandiere di Danebruno; onde presono tutti e' saraini ardire e forza. Il soldano di Mech, Giliarco di Media, re Balante viddono il franco Gilfroy di Santerna; e attorniato da loro, fu morto dal re Balante. Salardo e Giambarone in questa battaglia duravano grande affanno; ma Gostantino mandò alla battaglia il re d'Inghilterra e 'l re d'Irlanda con ventimila Romani, e questa schiera molto avanzò del campo, e fu riscosso il corpo di Gilfroy. Ma che giovò? Che a questa riscossa fu morto lo re d'Irlanda da una saetta. E quando Fiovo vidde Gilfroy e 'l re d'Irlanda morti, venne mezzo in disperazione, e vedeva le bandiere di Danebruno apressare alla battaglia: e trovato Attarante, disse: «Io ho voglia, come disperato, d'andare insino alle bandiere di Danebruno, e ivi uccidere Danebruno o essere morto io; imperò che, se io darò la morte a lui, e' cristiani saranno vincitori; e perché io muoia, e' ci è Gostantino e tanti valenti cristiani, che 'l campo si rifará». Disse Attarante: «O signore, per Dio! non fate; imperò che, se voi perissi, tutto il campo nostro sarebbe disfatto; ma torniamo alle nostre bandiere a confortare la nostra gente». Com'eglino veniano verso le bandiere, e' saraini feciono sí grande la puntaglia, che fu abattuto lo re d'Inghilterra e Giambarone e Salardo; e le bandiere furono attorniate con piú di diecimila cristiani; tutta l'altra gente cominciò a fuggire. Lo re di Buemmia si mosse, e lasciò Gostantino, con diecimila; ma Fiovo giunse a Gostantino, e pregollo che entrasse drento da Roma e provedesse di gente el piú che si potesse; ed egli cosí fece. Fiovo e Attarante, con quelli cavalieri che aveva Gostantino, tornarono alla battaglia; e in questa giunta Fiovo uccise Arbacail d'Arabia, e Attarante uccise Alcidron di Panonia, e feciono tanto d'arme, che riscossono Salardo e 'l re d'Inghilterra; ma eglino non poterono per nessuno modo rimettere Giambarone a cavallo. In questa battaglia Attarante s'aboccò col soldano di Mech, e ruppegli l'elmo, e morto lo gittò da cavallo. Fiovo, vedendo il pericolo di Giambarone, tornò correndo alla bandiera Oro e fiamma; e quando giunse, vide muovere uno armato, vestito di nero egli e 'l cavallo, perché aveva uditi certi cavalieri ch'avieno detto che Giambarone era a troppo grande pericolo, e cominciò a correre verso la battaglia.