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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Essendo Fiovo a tanto pericolo, Riccieri udí dire per la battaglia come Attarante era morto, e come il suo corpo era stato straziato, e come la sua testa era portata. Pianse Riccieri, e giurò a Dio che giusta sua possa ne farebbe vendetta; e trascorse verso quella parte che gli fu detto essere Arcaro, e viddelo da lungi per la testa che portava. Riccieri giunse a lui, e gridando gli disse: «O villano cavaliere, perché dispregi uno tanto valente cavaliere? Io giuro al vero Dio che con la sua grazia quello strazio farò di te, che tu hai fatto di lui, e peggio»; e con la spada lo corse a ferire. Arcaro si volse a lui, e cominciorono grande battaglia. Riccieri gli tagliò el bastone; e venuti alle spade, Riccieri gli levò il capo dalle spalle. Per questo e' cristiani gli feciono cerchio; e Riccieri smontò, e cavò la testa dell'elmo, e ficcolla in su la propia lancia, dove era quella d'Attarante; e diede il corpo d'Arcaro agli Alamanni, el quale straziorono per modo, che non ne rimase una libra il maggiore pezzo. E la testa d'Attarante fu onorata in Roma di sepoltura. Morto Arcaro, e' cristiani ripresono ardire; Oro e fiamma fu fatta inanzi. Riccieri domandò di Fiovo. Fugli detto verso quale parte egli era andato. In questo giunse a Riccieri uno scudiere armato, e disse: «O franco cavaliere nero, per Dio! soccorrete Fiovo, ch'egli è entrato pel mezzo delle schiere di Danebruno, e non credo che mai piú e' cristiani lo rivegghino». Quando Riccieri lo 'ntese, rimisse la spada a lato nel fodero, e fecesi dare una grossa lancia, e rimbracciò lo scudo, e tolse il cavallo che fu d'Arcaro, e verso la battaglia si cacciò. E' cristiani portavano la testa d'Arcaro fitta in su la lancia per lo campo. Riccieri passa per le schiere de' saraini; e il primo ch'egli percosse con la lancia fu lo re Artifon di Rambania, e morto l'abatté, e ruppe la lancia. E tratta la spada, si gittò lo scudo dopo le spalle, e tutte le schiere partiva. E giunto dove Fiovo si difendeva, vidde la grande pressa ch'egli aveva d'intorno. Riccieri in quella pressa ficcò el cavallo; e aprendogli, atterrandogli, urtandogli, da lui gli fece iscostare. Allora l'amostante di Cordoa cominciò a gridare: «Ahi, dolorosa canaglia! dunche uno solo cavaliere vi caccia?». E presa a due mani la spada, sopra a Riccieri si misse, e diegli uno grande colpo, e diede di petto al cavallo. Poco mancò che 'l cavallo di Riccieri non cadde a pie' di Fiovo; ma Riccieri per forza di sproni fece saltare il cavallo inanzi, e rivolselo verso l'amostante. Or qui piovevano le lancie e' dardi. La stretta si cominciò grande; ma Riccieri, per forza di cavallo accostato all'amostante, gli partí il capo con l'elmo in due parti, e morto lo gittò da cavallo, e con grande fierezza fece fare largo. Fiovo si mosse fra tante lance e dardi e arme, e prese il cavallo dell'amostante di Cordoa; e gittatosi a cavallo, francamente soccorse Riccieri. Eglino si facevano fare piazza; e quando ebbono alquanto iscostata la gente, Riccieri disse a Fiovo: «Torniamo alle schiere nostre». Fiovo gli prese il freno del cavallo, e disse: «Io non ti lascerò mai, infino a tanto che tu non mi dirai il tuo nome; imperò che l'animo mi dice che tu se' Riccieri, figliuolo di Giambarone». Ed egli rispuose: «Come sono Riccieri, che dicesti in sul palagio ch'egli era poltrone? Ma in questa parte s'è veduto chi era poltrone alle mani di questa gente!» Fiovo lo riconobbe alla boce del parlare, sí che non bisognò ch'egli dicessi: «Io sono Riccieri». Disse allora Fiovo: «Io ti priego che tu mi perdoni; che io non pensava, quando io dissi le parole, che tu fussi chi tu se'. Ma io non intendo che tu sia da ora inanzi chiamato Riccieri, ma voglio che tu sia chiamato il primo paladino di Francia». E cosí fu chiamato, mentre che visse; e cosí sará sempre; e però fu detto Riccieri paladino.
Allora si missono in via, e inverso il campo con grande afanno alla battaglia ritornarono. Quando furono riveduti tornare, tutto il campo si riempie d'allegrezza. In questo mezzo tutta l'oste avieno combattuto; ma i saraini erano molto sbigottiti per la morte d'Arcaro, e però si combatteva dubbiosamente; e cosí e' cristiani per la morte d'Attarante. E quando viddono Riccieri e Fiovo, ripresono ardire, imperò che per lo campo si credeva ch'eglino fussino morti. Egli era giá sera, quando giunsono a Oro e fiamma. Fiovo fece sonare a raccolta, e tutti e' cristiani si raccolsono intorno alla santa bandiera, e fue manifesto per tutto Riccieri. Non si potrebbe dire la grande allegrezza del suo padre e di quelli signori ch'erano rimasi vivi, e quanta festa gli feciono tutti. Fiovo comandò ch'egli fusse chiamato il primo paladino di Francia. Allora lo fece cavaliere e duca di Sansogna, e fecelo capitano e conducitore di tutta la sua gente da cavallo e da pie'; e comandò che fusse ubidito come la sua propia persona. E voleva Fiovo entrare nella cittá con la gente, come avevano fatto l'altre volte; ma Riccieri disse che a lui non pareva, imperò ch'egli era segno di paura. Per questo andò la boce per grida di banditori che veruna persona fosse ardita, a pena della vita, d'entrare dentro alla cittá, se prima non v'entrasse Oro e fiamma. E gridavasi: «Alloggia, alloggia»; e di fuora alla sanguinosa campagna s'alloggiarono con l'arme in dosso e co' cavagli a mano. Fiovo mandò un'altra grida, che i feriti fossono portati drento alla cittá: cosí fu fatto. E Gostantino mandò uno bando per tutta la cittá e per tutti e' popoli e vicinanze, che ognuno portassi al campo biada e strame e pane e vino e vettuvaglia; e non fu tre ore di notte, che il campo tutto era d'ogni vettuvaglia abondantemente dovizioso. Riccieri faceva l'avantiguardia del campo con ventimila cavalieri romani, che Gostantino mandò, che ancora non avevano combattuto; ma tutta l'oste mormorava per lo puzzo de' morti, che morirono il primo e 'l secondo giorno. Dicevano: «Almeno si facesse tanto di triegua, ch'e' corpi de' morti si levassino tra' pie' de' cavalli!».