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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Il campo de' saraini radotti alle bandiere, si trovarono avere grande perdita ricevuta e perduti tre re di corona, ciò fu Achirro di Barberia e Minapal lo Moro e Pirrafo di Grecia; e ancora pareva loro peggio della novella di Riccieri che era fuori di pregione. E giá era la fama palese per tutta l'oste come Alfea s'era data a Gostantino, e come Folicardo s'era battezzato. Per questo furono ordinate le schiere. La prima fu data a Basirocco e a Anfimenio e a Giliarton e a Arcimenio e Aliachin con cinquantamila: la seconda al re Manabor e a Fieramonte e ad Anfineo e ad Orcupon e a Parsineo e ad Aliarbon e ad Erminion di Panfilia; questa furono cinquantamila: la terza fu data all'amostante e a Rubinetto e a Canador e a Giliante, e questa furono centomila: la quarta con tutto il resto fu di Danebruno e di Giliarco e Balante e Galerano e Balugante. E ognuno in quella notte andò con la sua schiera dove meglio pareva loro d'offendere e' cristiani e difendere e' saraini. E i cristiani ordinarono le loro schiere. La prima ebbe Riccieri e Gualtieri e Manuello con ventimila: la seconda condusse Folicardo e Coronto di Buemmia e Salardo con trentamila: la terza condusse Fiovo e Giambarone con Oro e fiamma, la quale tenneno in mezzo della schiera; in questa schiera furono ventimila: la quarta e ultima con tutto il resto condusse il re d'Inghilterra e 'l re di Buemmia. E ordinò Fiovo Gostantino a guardia della cittá e apparecchiare gente, se bisognasse.
Come la mattina fu apparita, si fece inanzi il valente Riccieri con la sua schiera. Levato il grido, furono diecimila lance da ogni parte in resta. Riccieri e Basirocco si percossono delle lance, e poco vantaggio vi fu; rotte le lance, entrarono nella battaglia con le spade in mano. E Manuello, figliuolo d'Attarante, passò con la sua lancia il re di Bellamarina, detto Giliarton, e morto lo gittò da cavallo. E Gualtieri di Baviera uccise uno ammiralio; ma Anfineo cacciò per terra Gualtieri e 'l cavallo. E levatosi grande romore, molto s'affaticavano e' saraini di farlo morire, se non fosse che Riccieri alle grida si volse, e in quella parte soccorse; e nella giunta uccise Aliachin di Granata, e diede il suo cavallo a Gualtieri. Per la morte di questi due re convennono e' saraini abbandonare il campo. Basirocco soccorse alle bandiere, e Arcimenio e Anfimenio. In questa punga soccorse la schiera di Manabor, e assaliva da due parte e' cristiani; ma Riccieri alquanto ristrinse la sua schiera. Allora si mosse Basirocco, e colla spada in mano s'urtò con Riccieri; ma egli fu tanta la moltitudine, che furono spartiti. E come si partí l'uno dall'altro, giunse Folicardo con una lancia in resta, e percosse Basirocco, e cacciò per terra lui e 'l cavallo, e passò via tra l'altra gente. Allora rimontò Basirocco a cavallo con grande superbia; e tanto seguitò Folicardo, che lo vide nel mezzo delle schiere. Prese una lancia, ed a traverso l'andò a ferire credendolo mettere a morte; nondimeno crudelmente ferito l'abatté da cavallo, e ognuno credette ch'egli fussi morto. E di poco partito Basirocco, la battaglia era in questa parte fatta per Marmori cavalieri, sicché e' pagani non poteano ispogliare el corpo di Folicardo, né e' cristiani nollo potevano riavere. Allora giunse combattendo in questa parte Riccieri; e veduto el corpo di Folicardo, fece per forza fare piazza, e ismontò, e trassegli el troncone del fianco, e gittosselo dinanzi all'arcione, e per forza nel portò egli propio infino a Roma. E quando lo portava, si risentí; e Riccieri lo fe' medicare, credendo al tutto che fusse morto, e lasciollo a' medici, e furioso e pieno d'ira tornò alla battaglia, promettendo di farne aspra vendetta. Trovò il campo molto isbarattato per la morte di Folicardo e per la partenza di Riccieri. Credendo che Folicardo fussi morto, Riccieri entrò nella battaglia, rifrancando el campo. Lo re Manabor aveva colla sua schiera messi tutti e' cristiani in fuga. Salardo e Coronto molto s'affaticavano, e Gualtieri e Manuello; ma niente potevano alla grande gente e alla forza di Basirocco e di Manabor e di tanti re. In questa battaglia fu morto Coronto di Buemmia; ma Riccien uccise lo re Aliarbon di Tospidia. E ancora entrò nella battaglia Fiovo e Giambarone colla sua schiera, e 'l romore si levò grande, gridando: «Guarda, guarda Oro e fiamma!». Ora si cominciò la grande battaglia. Manabor e Basirocco erano quegli che sostenevano e' saraini: bench'e' fussino molto piú, e' cavalieri cristiani meno, ma e' cristiani avevano ripreso tra per la forza di Fiovo e per la forza di Riccieri grande speranza di vettoria. Allora, sendo la puntaglia da ogni parte avviluppata, Fiovo s'aboccò col re Fieramonte di Caldea, e molti colpi feciono; ma Fiovo l'abracciò e cavògli l'elmo; e non si volendo arrendere, gli levò la testa dallo 'mbusto. El franco Riccieri vidde lo re Manabor, che colla spada in mano partí per lo mezzo la testa a Gualtieri di Baviera. Quando Riccieri vidde cadere morto Gualtieri, acceso d'ira, prese a due mani la spada, e cacciossi nella calcata torma de' nimici, dove molti colpi di lancia e di spada gli furono dati; ma per forza del cavallo e della sua persona giunse alle mani con Manabor, e certi colpi si diedono. Alla fine Riccieri gli tagliò la faccia a traverso, e gittollo morto tra' piedi de' cavalli. Per la sua morte molto spaventarono e' saraini, e' cristiani ripresono ardire: ma 'l giorno partí la battaglia, e l'uno e l'altro campo si tirorono indrieto.