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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo LXI.

Come Riccieri entrò sconosciuto in Tunizi di Barberia.

 

Essendo Riccieri giunto col famiglio di Fegra isconosciuto nel campo ch'era intorno alla cittá di Tunizi, non vedeva né sapeva in che modo entrare nella cittá. E andando ragionando con questo famiglio, certi del campo feciono loro cerchio, domandando che gente erano e quello ch'andavono cercando; non avendo tanta sofferenza che gli lasciassino rispondere; che uno gridò: «Ponete giuso vostre arme!» E alcuno altro gli voleva cominciare a rubare. Riccieri cavò fuori la spada, e uccise uno di loro, e alcuno n'abatté ferito; e grande romore si cominciava. In questo romore fue morto el famiglio. Ma eglino corsono a questo romore certi gentili uomini, e partirono questo romore. E vedendo questo solo cavaliere, domandarono perché era stato questo romore. Riccieri disse come l'avevano assalito e voluto rubare. Dissono alcuni di quegli gentili uomini: «Donde siete, cavaliere?» Rispuose: «Io sono di Ragona». Ed eglino feciono pacificare la quistione. Riccieri aveva meno il suo famiglio, e un altro di quegli del campo era morto; per questo ognuno s'ebbe 'l danno. E questi gentili uomini il menarono al padiglione d'Alifer, loro capitano, e dissono ad Alifer la valentia di questo cavaliere, e come aveva morto uno di quegli del campo, e quegli del campo avevano morto un suo compagno. Disse Alifer: «Per lo iddio Balain, se io non riguardassi a voi che l'avete menato, io gli farei torre tutte l'arme, e fare' lo impiccare a uno albero; e voi facesti male a nollo aiutare a uccidere come ribaldo. Con quale fidanza o con quale sicurtá vien egli nel mio campo sanza mia licenza?» E domandò dond'egli era. Rispuose ch'egli era di Ragona. Ed egli domandò come aveva nome. Rispuose ch'era chiamato el cavaliere nero. Disse Alifer: «Per amore di questi gentili uomini ti voglio perdonare la vita; ma io non voglio che la mia gente perda l'arme che tu hai in dosso. E alla ventura n'andrai; con ciò sia cosa che tu andrai drento alla cittá, la quale non si può tener per uno mese intero; e quando noi la piglieremo, el primo cavaliere che ti piglierá, saranno sue». Riccieri, per dimostrare ch'egli avessi grande paura, cominciò a dire: «O signore, io sono povero cavaliere; e quando arò perdute quest'arme, io andrò mendicando». Alcuno non v'era che per lui pregasse. Egli fu fatto rimontare a cavallo, e fu accompagnato infíno presso alla porta di Tunizi, e lasciarollo andare verso la cittá. Riccieri si volse verso el campo e disse: «O cavalieri, tornate al vostro capitano Alifer, e ditegli da mia parte ch'egli non passerá el mese, che voi e lui proverete come sanno fare l'arme del cavaliere nero, per modo che la boce n'andará insino a Bambillonia». Non furono aprezzate le sue parole. Egli n'andò alla porta; con molti disaminamenti fue messo drento e menato all'osteria e tenuto mezzo a sospetto; e colla licenza del re e della reina entrò nella cittá, e stette tre giorni in sull'abergo. El quarto giorno l'oste gli domandò e' danari dell'abergheria. Riccieri non aveva danari, e diegli pegno lo scudo. E l'altro giorno andò alla porta (questo fue el quarto di ch'egli era entrato drento); e la porta s'aperse, e cominciossi una zuffa tra quegli della cittá e quegli del campo. Riccieri si cacciò nella zuffa a pie' colla lancia in mano, e fecesi molto piú inanzi che gli altri, in tanto ch'egli prese uno cavaliere e guadagnò due cavagli. Il cavaliere diede a quegli della terra; e' due cavagli menò all'osteria, e dielli all'oste per lo suo scudo, e l'oste gli cominciò a fare onore. Ma certi cavalieri dissono al siniscalco di corte: «Per la fe' di Balain, ch'egli è al tale abergo uno cavaliere forestiere, che ha fatto oggi di belle valentie nel campo! Prese questo cavaliere», e presentarogli el cavaliere che Riccieri aveva preso. Per queste parole el siniscalco mandò per lui e per lo suo cavallo; e domandò donde era e del nome. E' disse essere di Ragona, e che aveva nome el cavaliere nero. El siniscalco gli ordinò una camera in corte e le spese per lui e per lo cavallo. E cosí stava in brigata cogli altri compagnoni della cittá, isconosciuto tra le gente d'arme.




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