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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo LXVIII.

Come Riccieri partí di Barberia con grande gente, e passò in Francia,

e pose campo a Parigi; e la prima zuffa.

 

Non era ancora passato l'anno che Fegra Albana era morta, quando Riccieri si dispose di tornare in Franza e fare battezzare lo re Filoter per cagione di fare battezzare tutta la Barberia e l'Africa. E con questo pensiero mostrò di volere fare passaggio sopra a' cristiani, e mandò ambasciadori al soldano. E in Barberia ragunarono gran gente col re Filoter; e 'l soldano gli mandò centomila saraini con grandi navigli di Soria e di Libia e con due franchi capitani: l'uno aveva nome Molion e l'altro aveva nome Monargis, e questo Monargis recò la spada che fu per ricordanza chiamata Gioiosa. Lo re Filoter e Riccieri feciono in Barberia centomila saraini; e con molte navi e arme e con questa gente entrò in mare. Grande era la nominanza del cavaliere nero tra' saraini. E navicando per molte giornate, si trovarono nelle piagge di Franza nella foce del Rodano; e in questa parte ebbono aiuto di Ragona e di Spagna. E riposati certi giorni in campo, si mossono. Secondando alquanto el fiume del Rodano, n'andarono verso Parigi, e quella assediarono, pigliando e scorrendo tutto el paese, e rubando e minacciando e' cristiani, s'egli non si arrendessono e tornassono alla pagana fede di Balain e d'Apollino. Lo re Fiorello mandò messaggeri per tutte parti, in Sansogna, nella Magna, in Brettagna e in Inghilterra e in Irlanda, dimandando soccorso a' cristiani signori. Vennevi Folicardo di Sansogna colla gente del paladino Riccieri, e vennevi Salardo di Brettagna con molti Brettoni, e vennevi el re Fiore di Dardenna, e vennevi el giovane duca di Baviera, chiamato Chillamo, e molti altri signori cristiani, tra' quali era el valente Sanguino di Maganza; ma non fu alla prima battaglia. E ritrovarono essere drento a Parigi sessantamila cavalieri cristiani; e uscirono fuori a campo contro agl'infedeli, e ordinorono le schiere. La prima condusse Folicardo co' Sansogni, e furono quattordicimila cavalieri; la seconda condusse lo re Fiore di Dardenna con ventimila cavalieri; la terza e ultima condusse lo re Fiorello e Salardo e Chillamo di Baviera. L'una gente s'apressò all'altra. Folicardo si mosse, e contro a lui venne Molione; e grande battaglia si cominciò da ogni parte. Ed andò Folicardo per forza d'arme e del buono cavallo insino alle bandiere della schiera di Molione, dove sostenne grande fatica; e non potè tornare sí tosto alla sua schiera, che Molione la misse in rotta, gittate le bandiere per terra; imperò che Molione aveva cinquantamila saraini nella sua schiera. Allora entrò nella battaglia lo re Fiore di Dardenna, e molto rifrancò il campo, e riacquistò le bandiere, le quale erano le 'nsegne di Riccieri, che Folicardo portò in battaglia. Ma Molione s'aboccò col re Fiore, e percosselo con un bastone di ferro, e abattello a terra del cavallo, e fue preso e menato al padiglione. Quando e' cristiani vidono preso el re Fiore di Dardenna, tanta paura entrò in loro, che furono costretti d'abbandonare el campo. Folicardo, ch'era uscito della schiera de' nimici, vidde la gente sua a mal partito, e vidde Molione col bastone in mano, che molto danneggiava e' cristiani. Folicardo si mosse contro a lui, e fegli una piaga nel viso colla spada. Molione, adirato, percosse Folicardo del bastone: sí grande el colpo, che lo fece tramortire. Iddio l'aiutò che non cadde da cavallo; ma egli abraccíò el collo del cavallo, il quale cavallo sentiva gli sproni: per forza lo portò insino alla schiera del re Fiorello. E preso el cavallo, missono Folicardo a terra; e fello el re portare dentro alla cittá di Parigi. E subito entrò nella battaglia colla sua schiera lo re Fiorello e Salardo di Brettagna e Chillamo di Baviera, e feciono tutti gli altri cristiani volgere alla battaglia; e tanto fu l'ardire e la possanza di questa schiera, ch'e' saraini perdevano molto del campo, ed erano costretti a fuggire. E molti n'erano morti e gittati per terra, se non fosse Monargis colla sua schiera, ch'erano cinquanta migliaia. Questa schiera entrò da due parte nella battaglia, rompendo e atterrando e' cristiani: per questa moltitudine non poterono e' cristiani sofferire. Intervenne in questo punto che Molione abatté Salardo di Brettagna, e menollo preso a' padiglioni. E quando rientrò nella battaglia, furono messi e' cristiani indrieto con molto danno e perdita di gente; e per forza convennono tornare drento alla cittá con grande perdita e vergogna. Or qui fu pianto el paladino Riccieri. E cosí interviene di molte cose, che non sono conosciute quando altri n'ha dovizia, ma son conosciute quando altri n'ha carestia. E serrate le porte, si fece grande lamento del re Fiore di Dardenna e di Salardo ch'eran presi, e grande paura era drento alla cittá. E' saraini si radussono a' loro padiglioni; e tutti e' corpi de' cristiani morti furono rubati. Molione mandò allo re Filoter lo re Fiore e Salardo a donare: e lo re Filoter gli mandò a donare al cavaliere nero, el quale, in presenza di tutti, molto gli minacciò di fargli morire, e poi li fece legare; e la sera gli fece cenare seco a tavola. E mentre che cenavono, Salardo riconobbe Riccieri, e non disse niente. Riccieri se n'avvide, e accennògli che tacessi. E quando furono rilegati, Salardo disse al re Fiore: «Noi stiamo meglio ch'io non credevo»; e dissegli come quello era el paladino Riccieri. La notte parlò Riccieri con loro la cagione perché aveva condotta questa gente; e confortògli che non avessono temenza.




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