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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
La sera, poiché Fioravante fu tornato drento alla cittá di Scondia ed aveva tanto il soldano danneggiato, el soldano raccolse tutto il suo consiglio, e disse: «La fortuna ci vuole alquanto percuotere, e forse ch'ella ha alquanto di ragione, perché ella ci mandò prima nelle nostre mani quello, il quale per nostro nimico mettemmo nella cittá, e giá per due volte ha percosso il nostro campo. E se in questa seconda battaglia lo re Balante ci avesse insieme con lui assaliti, noi savamo isconfitti e rotti; e questo novello nimico mi pare il piú valente cavaliere del mondo. E però a me parrebbe, se a voi paresse, d'addomandare pace a re Balante, inanzi che con vergogna e danno siamo cacciati di campo. Noi siamo troppo di lungi da casa nostra e da soccorso, e quelli di Spagna sarebbono allegri del nostro danno per non ci avere a vicini». E di concordia feciono ambasciadori, ch'andassino al re Balante; e la mattina di buon'ora gli mandarono alla cittá, e trovarono che Fioravante aveva giá ordinato le schiere per assalire il campo. E domandato la pace al re Balante, egli considerò che 'l soldano era el maggiore signore della loro fede e domandava pace: temendo Balante gli altri infedeli, affermò la dimandata pace. E 'l soldano levò campo e tornò in Ispagna, e poi entrò in mare, e ritornò in levante co' suoi baroni e gente.