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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Mentre che le sopra dette cose erano in Egitto e 'n Soria, lo re Gisberto di Franza ebbe vere novelle come Bovetto, suo nipote, figliuolo d'Ottaviano del Lione, aveva presa Bambellonia; onde Gisberto montò in tanta superbia che, essendo in camera, disse verso uno crocifisso: «Oggimai non è in terra maggiore signore di me, e a pena che Iddio sia in terra maggiore di me». E subito diventò tutto lebroso, e venne a tanto, che la reina morí per lo puzzo. Essendo cosí lebroso e cercando tutte le medicine, non poteva trovare riparo né medicina; e mandò per tutti e' medici che si potevono avere nel mondo, e nessuno non gli seppe dare riparo né rimedio alla sua malattia. Allora Gisberto conobbe avere fallato troppo contro a Dio, e chiamò l'antico duca di Sansogna, ciò fu il paladino Riccieri, e fecelo luogotenente di Franza, e raccomandògli la signoria e uno suo figliuolo ch'aveva nome Micael, e confessossi e comunicossi, e partissi celatamente vestito come romito, e andossene nelle montagne Perinee verso la Spagna. E per le selve di Spagna n'andò gran tempo come bestia salvatica, tanto che le spine e' pruni e' bronconi delle selve lo lasciarono ignudo.
E in questo tempo Bovetto, che era assediato in Gerusalem, mandò in Franza per soccorso. Riccieri non fece come viceré, ma fece propio come re, pensando che il legnaggio di Gostantino mancava; e apparecchiò grande moltitudine di nave, e con gran gente soccorse Bovetto. E non feciono molte battaglie; ma come l'ebbe tratto di Gerusalem e messo in su le nave, e' feciono vela e abbandonorono Gerusalem, e tornorono in Franza. Bovetto si tornò in Iscondia nella signoria che 'l re Balante lasciò a Ottaviano; e la sua schiatta poi presono Inghilterra.