Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
La bella Feliziana mandò la sera per lo suo maestro, ed egli andò a lei con l'arpa in mano. E quando Filiziana ebbe il tempo, lo domandò chi era quello cavaliere; ed egli gli disse: «Egli è Bovetto, il quale voi amate tanto». Ed ella tutta si rallegrò. Disse il maestro: «Se voi l'amate, tenete il suo nome celato, che grande tradimento sarebbe a fare morire un tanto valente cavaliere». Ed ella disse: «Istasera, quando ognuno sará a cena, menalo qui da me, che io gli voglio parlare e vo' lo vedere disarmato». E cosí fece. Quando ella lo vidde, fu piú allegra che prima, e favellògli e confortollo ch'egli non avesse paura; e giurarono lui d'essere suo marito, ed ella d'essere sua moglie e farsi cristiana.
Venuto l'altro giorno, ancora vinse Bovetto il torniamento; e cosí fece il terzo. Essendo tornato la sera del terzo giorno alla sua camera e disarmandosi, e Feliziana andò sola alla sua camera, tanto la vinse l'amore di Bovetto; e giunta in camera, non si curò del suo maestro, ch'ella si gittò al collo a Bovetto: egli, che s'aveva tratto l'elmo, la baciò. In quello che egli la baciò, entrò dentro nella camera uno nipote del re Adramans e cugino di Feliziana, e videla baciare, e accostossi a lei, e disse: «Falsa meretrice, ancora non t'ha sposata, e tu l'hai abracciato e baciato!». E alzò la mano, e dielle una grande gotata. Non potè Bovetto essere sofferente; alzò il pugno e diegli nella tempia sí grande la percossa, che subito cadde in terra e fu morto. Feliziana ebbe maggiore paura che dolore, e disse: «Omè, signore mio! egli è nipote del mio padre e mio cugino: omè! come potrete iscampare?». Disse Bovetto: «Io mi raccomando a voi». Ella disse: «Mettetelo sotto il letto, e stanotte ve ne andrete, che noi non tegniamo porte serrate della cittá». Disse Bovetto: «Io ho una nave in porto a mia posta; o non verrete voi con meco?». Ella rispose e disse di sí, e fermarono il patto e l'ora del partire, e missono il morto sotto il letto, che poco sangue s'era sparto. Bovetto mandò il maestro di Feliziana alla nave, che si mettesse in punto; e la sera, poi ch'ebbe cenato ognuno, essendo ore quattro di notte, Bovetto s'armò, e Feliziana menò con seco la sua balia e una figliuola della balia molto bella, e sconosciute andorono col maestro dell'arpa alla nave e con Bovetto, e feciono vela, e uscirono del golfo Ulie, e verso Inghilterra dirizzarono le vele. E con prospero vento navicando, giunsono al porto d'Antona, dove si fece grande allegrezza della tornata di Bovetto e della bella donna. E andonne da ivi a pochi giorni a Londra, e fecela battezzare, e sposolla onorevolemente per sua legittima sposa, vivendo in grande allegrezza.