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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Fatta e' saccomanni l'erba, ognuno caricò il suo cavallo, e Buovo con grande piacere stava a vedere; e quando ognuno ebbe carica la sua soma, e Buovo caricò la sua. Erano, dov'era Buovo, dodici some cariche, e l'altre erano in diversi luoghi per lo paese, ma tutti si ragunarono intorno a lui, perché egli era il piú onorato di tutti loro, perché serviva dinanzi al re; e Buovo tolse una brancata d'erba lunga, e fecesi una ghirlanda d'erba; e caricata la soma ch'erano due fasci e 'l fastello, ed egli montò sopra la soma, e tornavano verso la cittá, e Buovo diceva una canzona, e gli altri rispondevano. Ed erano sí grande le grida, che ognuno correva a vederli; e passarono per la piazza, e furono molto piú guatati loro che la giostra de' cavalieri; e come Buovo giunse in piazza, l'animo gli crebbe di volontá di giostrare. E come le some furono scaricate, e Buovo disse a parecchi di quelli famigli: «Se io avessi arme, io giosterrei. Ma io viddi in piazza molti famigli che avevano elmi e scudi; io andrò a torre loro uno scudo e uno elmo». E venne in piazza, e trovato uno famiglio che aveva uno scudo e uno elmo, gliele domandò in prestanza, ma egli gli disse villania. Buovo l'abracciò, e tolsegli l'elmo e lo scudo, e tornò alla stalla; e molti famigli della stalla montarono con lui in su certi ronzini, e correvano per andare in piazza, piú per sollazzo che con credenza che Agostino giostrasse. Ed egli non aveva lancia: e andando per la strada, vidde sopra a uno uscio una pertica grossa, carica d'accia, che s'era posta a 'sciugare. Buovo prese quella pertica, e tutta l'accia scosse in terra, ed ebbe un grande romore di femmine drieto, e con quella pertica entrò in campo, e aveva drieto piú di sessanta saccomanni. Tutta la gente gridava per lo suo sollazzo; e 'l primo colpo ch'egli fece, abatté el conte di Monsembiar, el quale molto era grande amico del re Marcabruno. Per questo lo re Marcabruno, come Buovo si volse, gli venne a dosso correndo a tutta briglia. Buovo non lo schifò, e diedonsi due gran colpi: lo re spezzò la lancia in su lo scudo a Buovo; ma egli diede per modo al re, che l'abatté d'arcione. Era una usanza in questi reami che 'n ogni torniamento chi era abattuto per festa di matrimonio, perdeva l'arme.
Allora gridò Buovo: «Disarmate questi due abattuti!». El conte di Monsembiar fu disarmato, e 'l re Marcabruno non si volle disarmare, ma egli montò a cavallo e tornossi al l'abergo. Dell'arme del conte di Monsembiar fu armato Buovo, e fugli posta la ghirlanda dell'erba, ch'egli aveva fatta alla campagna, in sull'elmo; e abatté il dí sessanta cavalieri, e tutti gli faceva disarmare, e donava l'arme a quelli saccomanni; e chi n'aveva un pezzo e chi un altro, ed aveva drieto dugento famigli di stalla o piú. Drusiana si struggeva d'allegrezza vedendo le prodezze d'Agostino. In questo mezzo lo re Marcabruno tornò armato e meglio a cavallo, e Buovo l'abatté un'altra volta, e per forza fu disarmato e perdé l'arme. Per questo tornò a drieto all'abergo, e riarmossi, e comandò a' sua famigli e sottoposti che s'armassino, e disse: «Se quello ribaldo m'abatte piú, tagliatelo tutto con le spade». Per avventura vi si abatté due famigli della corte del re Erminione, e andarono a dire queste cose a Drusiana; ed ella fe' che suo padre comandò che, come lo re Marcabruno giugnesse in piazza, si sonasse a torniamento finito: e cosí fu fatto. Allora Buovo si tornò alla stalla a disarmare con gli altri famigli, e diedono l'erba a' cavalli; e Drusiana mandò per lui, ed egli non volle andare, ed ella, come disperata, v'andò in persona.