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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo XXIII.

Come Buovo andò al palazzo di Drusiana, e fu per uno suo amico

mandato alla cucina, dove trovò Fiorigio, e fece quistione.

 

Partita la donna, e Buovo n'andò verso el palazzo di Drusiana, e trovò in una loggia del palazzo molti gentili uomini che giucavano, chi a tavole e chi a scacchi, tra' quali era uno cavaliere, che avea perduto dieci danari d'oro con uno mercatante. Buovo si fermò e disse: «Fatemi bene per Dio e per l'anima di Buovo, che fu buono cavaliere». Disse quello ch'avea perduto: «Va' alle forche, poltrone, e non ci menzionare quello che tu menzionasti». E Buovo domandò un'altra volta al propio modo; e quello cavaliere si levò ritto, e prese lo scacchiere per dargli in su la testa; ma quello mercatante, ch'avea vinto e' danari, l'abracciò e tanto gli disse, che lo aumiliò; e poi si volse al pellegrino, cioè a Buovo, e preselo per mano, e partillo da quella loggia, e disse: «Vieni meco, e farotti limosina». E andando lo dimandò: «Per quale Buovo domandi tu?». Rispose: «Per Buovo d'Antona, marito di Drusiana». Disse il mercatante: «O saprestine tu dire novelle di lui?». Disse Buovo: «Chi siete voi che ne domandate?». Rispose: «Io sono marito di quella cameriera che lo campò dal veleno; e se io lo potessi ritrovare ancora, ho io tanto tesoro, che io gli solderei uno anno dugento cavalieri». Rispose Buovo: «Abbiate buona speranza, ch'egli è vivo e sano come la mia propia persona; e sono stato tre anni e piú con lui in prigione, e fuggimmoci a un'otta lui e io di prigione; e non passeranno pochi giorni che egli mi verrá a trovare in questa cittá. Ma io vi priego che voi mi diciate il vero, se lo re Marcabruno è giaciuto con Drusiana». Rispose il mercatante che no, e dissegli tutta la cosa come era stata; e Buovo disse che voleva andare al palazzo del re, ed egli si rimanesse. El mercatante gl'insegnò a 'ndare alla cucina del re, dove tutte le nozze si cocevano, e donògli quattro danari d'oro, e pregollo ch'andasse a trovare Buovo, e confortasselo ch'egli tornasse da lui. Buovo si partiva, quando il mercatante lo pregò che egli non ricordasse Buovo nella corte, perché era bando la testa a chi lo menzionasse.

E Buovo ne venne alla corte, cioè alla cucina, dove erano piú di cinquanta cuochi, e cominciò a domandare: «Fatemi bene per l'amore di Dio e per l'anima di Buovo, che fu buono cavaliere». A queste parole un siniscalco di cucina gridò a' cuochi: «Pigliate questo briccone, e menatelo al giustiziere». Allora tutti e' cuochi e guatteri e famigli di cucina corsono sopra a Buovo, chi con pale, chi con ischidoni, chi con ramaiuoli e chi con bastoni, ed ebbe Buovo alcuna bastonata; ed egli si vergognò di cavare la spada, ma prese il bordone; e 'l primo fu il siniscalco che lo provò, e fello tramortire, e tutti e' cuochi percosse, e ruppe molte masserizie. E ognuno fuggí di cucina, e alcuno se ne fuggí verso sala, e scontrorono Fiorigi, fratello cugino di Drusiana, e dissongli il grande romore che era alla cucina. Fiorigi andò alla cucina; e trovato Buovo, gli disse: «Ribaldo, c'hai tu fatto? perché hai tu fatto cosí?». Disse Buovo: «Udite la mia ragione»; e contò come egli chiedeva bene per Dio e per l'anima di Buovo, che fu buono cavaliere. Fiorigi lo prese per mano, e cavollo di cucina, e mandò i cuochi a fare loro ufficio; e menò Buovo in una camera, e dimandollo per quale Buovo domandava. Disse: «Per quello d'Antona, marito di Drusiana, il quale uccise Lucafero». Fiorigi lo domandò: «Come conosci tu Buovo?». Rispose: «Io sono stato tre anni e quattro mesi in prigione con lui in una cittá che ha nome Sinella; e quando Buovo uscí di prigione, me ne fuggi' ancora io, e sono certo che egli sará qui oggi o domane. Io vengo per sapere se Drusiana è giaciuta col re Marcabruno». Fiorigi rispose di no, e tutta la cosa gli contò; e poi lo pregò che gli piacesse di parlare a Drusiana. E Buovo rispose: «Volentieri!». E Fiorigi lo lasciò in questa camera, e disse: «Aspettami qui, che io andrò a Drusiana, e parlerolle, e poi verrò per te». E cosí fece. Egli venne in sala, e parlò segretamente a Drusiana, e disse ch'aveva saputo novelle di Buovo. Ella stette un poco, e poi si partí di sala, e venne alla sua camera; e disse a Fiorigi: «Va' per quello pellegrino che tu dicesti, e menalo insino a me». Ed egli venne per Buovo, e menollo verso la camera di Drusiana, passando per la sala tra la baronia.




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