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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
La festa fu grande, e le nozze furono fatte riccamente, e grandi balli e giuochi di molte ragione: alla fine, apressandosi il tempo d'andare a dormire, Drusiana fu menata nella camera sua all'usanza reale; e poco stante venne lo re Marcabruno, disideroso di dormire con Drusiana. E come egli entrò nella camera, mandò via tutte le donne e serrossi dentro con Drusiana; e quando la volle abracciare, ed ella disse: «Signore, io vi prego facciate prima collezione con meco». Ed egli disse ch'era contento; ed ella gli diede d'uno confetto lavorato con la sopradetta polvere, e poi gli diede bere del beveraggio che era chiaro e stillato; e com'egli ebbe beuto, disse Drusiana: «Io voglio dire alcuna orazione per l'anima di mio padre, e subito enterrò nel letto: entrate in tanto nel letto». Ed egli subito si spogliò ed entrò nel letto; e poco stette che egli s'addormentò per la forza di quello ch'e' aveva mangiato e beuto. Allora tolse Drusiana le chiave sopradette, e misesi a 'scoltare s'ella sentiva persona; e quando sentí tacito per tutto, ed ella andò pianamente per Buovo, e diegli tutte le sue arme; e andorono dov'era Rondello, e tolsono un altro buono cavallo per Drusiana; e montati a cavallo, vennono alla sopradetta porta; ed ella tremava tutta di paura. E aperto la porta, cioè quello che poteva colle chiavi ch'aveva, non poteva aprire il portello, perché teneva le chiave uno borghese allato alla porta; e chiamatolo, venne con le chiavi, e quando vidde la damigella, disse a Buovo: «Chi siete voi? che non mi pare onestá a menare via questa damigella». Disse Buovo: «Apri la porta e non ti dare altro impaccio, che 'l re mi manda in uno suo bisogno». In questo giunsono due suoi compagni, e dicevono aspre parole; e uno disse: «Per mia fe', che questo cavallo mi pare Rondello»; ed era da lato. Allora el cavallo si volse destramente, e diegli uno paio di calci nel petto, e gittollo morto in terra; e Buovo trasse la spada e uccise gli altri due, e tolse le chiave, e aperse la porta, e uscirono fuori, e inverso Montefeltron presono loro via; e tutta notte cavalcarono. Essendo presso al fare del dí, e Drusiana disse: «Io sono stracca, io non posso piú cavalcare». E ismontò, e andò uno poco a pie', e poi rimontò a cavallo. E quando il dí fu chiaro, ed ella voleva ismontare, e Buovo le mostrò la cittá donde erano partiti, e disse: «A noi conviene affrettare di cavalcare, che gente non ci sopraggiunga». E cominciolla a confortare e a dirle certe novelle per trarle malinconia. Ed ella era stanca per lo sonno e per lo cavalcare, e maladiva il dí e 'l punto ch'ella innamorò lui, e rimproveravagli le pene ch'ella aveva sofferte per lui. E Buovo disse: «Le mie pene non vi voglio io rimproverare; che, quante piú n'ho patite per voi, tanto piú v'amo e amerò». Ed ella se ne rise.