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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo XLVI.

Come Buovo, vestito come medico, vicitò Duodo, e tolsegli la rocca; e 'l

romore si levò nella cittá, e fu preso Duodo e Alberigo suo fratello,

e Gailone suo figliuolo, e Brandoria madre di Buovo e di Gailone.

 

Quando Ruberto udí la crudeltá di Brandoria, subito scrisse uno brieve a Sinibaldo alla Rocca, e la notte lo mandò per uno valletto. E Sinibaldo e Riccardo ferono armare secento cavalieri, e la notte andarono ad Antona, e missonsi in agguato, aspettando che 'l romore si levasse drento alla cittá. La sera parlò Ruberto a molti cittadini sagretamente, e molti ne vennono all'abergo, che viddono Buovo e parlarongli, e la maggiore parte pianse di tenerezza, e proferevangli l'avere e la persona. Buovo gli confortò che non avessino paura e che francamente pigliassino l'arme al primo romore che udissino la mattina. E cosí promissono di fare; e la notte molti di loro amici avvisando, e' ordinarono di pigliare una porta donde entrasse Sinibaldo. E apparita la mattina, Buovo s'armò tanto segretamente quanto potè, e cosí fece armare Teris, e poi sopra all'arme si vestí come medico; e andonne al palazzo, e Gailon gli si fece incontro e menollo nella rocca dove era Duodo, e Buovo avea avvisato Teris che pigliasse la fortezza di sopra. E quando giunsono dov'era Duodo, e Buovo mandò fuori della camera ognuno, e aperse le finestre, e salutò Duodo che era in sul letto molto ammalato; ed egli disse: «Maestro, voi siate el bene venuto!». E Teris montò in su la cima della torre, mostrando di guatare per la cittá. E Buovo domandò Duodo chi lo ferí. Rispose: «Uno cavaliere che sta alla Rocca a San Simone, che ha nome messer Agostino. Bene è vero che io dubito che non sia il figliuolo del duca Guidone di questa cittá. Disse Buovo: «O perché si cominciò tra voi questa guerra?». Disse Duodo: «Per lo mio padre, che fu morto a Parigi dinanzi allo imperadore, e io uccisi Guidone, signore di questa cittá, e fecimi signore». E contò come Buovo, suo figliuolo, s'era fuggito; «e io temo che questo che mi ferí non sia questo Buovo»; e molto lo minacciò di morte. Disse Buovo: «Mostratemi la piaga». E quando fu sfasciato, e Buovo disse: «Or sappi di vero che quello Agostino si è Buovo d'Antona, a cui tu uccidesti il padre». E mentre che egli diceva questa novella come Buovo era capitato, e uno scudiere diede segno come Buovo l'accennò. Allora Ruberto dalla Croce con molti armati corse alla rocca, e quando quelli drento si credettono difendere, e Teris gridò: «Viva Buovo d'Antona, e muoiano e' traditori di Maganza!»: e fu presa la fortezza. E quando Duodo udiva el romore, cominciò a dire: «O maestro, che romore è quello?». Disse Buovo: «Testé te lo dirò»; e gittò fuori il mantello, e trasse la spada per ucciderlo, gridando: «Traditore, io sono Buovo, per le quali mani tu dei morire per vendetta del mio padre»: e alzava la spada per dargli. E Duodo disse: «Ben sará viltá di cavaliere a uccidere uomo che è piú morto che vivo». E Buovo si vergognò e ritenne il colpo, e preselo e tirollo a terra del letto, e posegli il piede in su la gola, e disse: «O io t'ucciderò, o tu mi prometterai di tornare a combattere meco a una corte, dove sará fidato il campo a te e a me». E cosí gli giurò di fare, e d'apellarlo in corte dove l'uno e l'altro sarebbe sicuro. In queste parole entrò Gailon nella camera e disse: «O padre, el romore è levato per la cittá — Viva Buovo d'Antona! —». Disse Duodo: «Figliuolo, e' ci è peggio, che noi siamo prigioni, e questo è Buovo». Per queste parole Gailone uscí tutto del senno e rimase tutto fuori di sé. E Ruberto della Croce giunse nella fortezza con molti armati, e presono la fortezza; e giunti nella camera, volevano uccidere Duodo e Gailon, ma Buovo non gli lasciò uccidere. Disse Teris: «O signore, tu farai come il villano che si riscaldò il serpente in seno, el quale voleva poi uccidere lui. Tu ti dai a 'ntendere che Gailo t'ami come fratello: io ti priego per due cose che tu non ti fidi di lui: l'una, perché egli è pure del sangue di Maganza, e di madre è pure figliuolo di Brandoria vostra madre». Buovo gli fece amendue pigliare, e fece pigliare Brandoria sua madre, e subito s'armò di tutte arme, e uscí del palagio, e corsono tutta la cittá. Giá avevano e' cittadini messo drento Sinibaldo dalla Rocca e Riccardo di Conturbia con secento cavalieri e molti pedoni, e corsono tutta la cittá, e molti di quelli di Duodo furono morti e rubati. Tutti gridavano: «Viva Buovo, figliuolo del duca Guido d'Antona, e muoiano e' traditori di Maganza!». E cosí prese Buovo tutta la cittá, e fu signore d'Antona, la quale cittá fece fare l'avolo suo.




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