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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Giunto lo re Pipino nel palagio reale, il quale fece fare il vecchio Bovetto, essendo smontato per salire le scale, trovò Brandoria murata, la quale gridava, piagnendo, misericordia. Pipino domandò chi ella era: fugli detto ch'ella era la madre di Buovo. Quando Pipino fu in sul palazzo, chiamò Buovo da parte e pregavalo ch'egli perdonasse alla sua madre. Allora gli contò Buovo piú per ordine come ella lo volle fare avvelenare, e come ella per lussuria tradí il padre suo, perch'era vecchio. Per questo molto si maravigliò lo 'mperadore, e disse: «Ella t'era madre». Rispuose Buovo: «Santa Corona, domattina voglio che voi la giudichiate a morte». Lo 'mperadore non voleva, ma Buovo disse: «Voi siete colui che in terra dovete fare ragione e giustizia, e per diritta ragione la dovete condannare a morte». Lo 'mperadore, come mezzo sforzato, l'altra mattina la condannò a morte; e Brandoria chiamò e addomandò di volere parlare a Gailon; e Buovo lo fe' cavare di prigione, e in presenza di Pipino lo liberò. E Gailo s'inginocchiò a Buovo e dimandògli misericordia. Buovo disse: «Se tu sarai leale, io ti tratterò come fratello; e se tu non sarai, io ti farò impiccare». E poi lo mandò a parlare a Brandoria, ed ella disse: «O figliuolo mio Gailone, io ti lascio con la mia benedizione, se tu farai il mio comandamento. Io ti comando che tu non ti parta mai dal volere di Buovo, mio diritto figliuolo, il quale è il migliore cavaliere del mondo, ed è figliuolo del piú franco duca che mai arme vestisse, il quale io a grande tradimento feci morire, e sono di mille morte degna, e lascio Buovo, mio figliuolo e tuo fratello, con la mia benedizione. E se tu ti partirai dal suo volere, ti lascio con la mia maladizione». E apresso si confessò e comunicò: e Buovo se ne andò alla Rocca a San Simone, perché nessuno non gli chiedesse la madre di grazia. Ed ella fu squartata, e a ogni porta ne fu apiccato un quarto, e scritto come el re Pipino l'aveva giudicata a morte. E la sera, quando Buovo tornò, la fece levare e fecela sopellire. E Buovo pregò lo 'mperadore che rimandassi la sua gente a Parigi, ed egli la rimandò in Francia, e stette con Buovo in Antona due mesi, e aspettava Pipino che Buovo lo licenziassi, e Buovo aspettava che gli chiedessi licenza.
In questo mezzo la novella si venne a spandere che lo 'mperadore era in prigione sostenuto ad Antona da Buovo. Per questo molti si mossono a fare guerra al reame di Franza e a tutti e' cristiani; e furono questi regni quegli di Spagna, quegli di Raona, quegli di Navarra, el prinze di Gales e molti altri saraini. Per questo i cristiani in ponente avevano gran paura: per questo si fece a Parigi gran consiglio di baroni, e fu mandata imbasceria a Buovo. Quando Buovo sentí questa novella insieme col re Pipino, lo re gli dimandò licenza, e Buovo gliela die' liberamente, e poi pregò il re Pipino che di grazia facessi libero lui e tutti e' suoi da ogni trebuto e omaggio d'imperadore. Lo re Pipino gli fece piene carte che egli fosse franco e libero da ogni trebuto, lui e chi di lui nascesse, mantenendo la fede cristiana e difendendo la santa Chiesa romana; e poi si partí. Credendo che Buovo lo volesse fare rimedire d'oro e d'argento, lasciò per statico Ottone da Trieva, e partissi d'Antona e ritornossi a Parigi. E Buovo, come lo 'mperadore fu partito, fece grande onore a Ottone, e mandollo presso al re Pipino con quanto sforzo potè fare. Di questo fu molto allegro lo re Pipino, e molto ne lodò Buovo. E Teris aveva accompagnato lo 'mperador Pipino insino a Parigi. Lo re Pipino fece ragunare gran gente per andare contro al re di Spagna; ma quando lo re di Spagna e gli altri sentirono che lo re Pipino era fuori di prigione e tornato a Parigi, tutti si tornarono a drieto della impresa. E Pipino mandò Ottone per tutti e' confini con gran gente, e racquistò ciò ch'era perduto, e fece la vendetta della ricevuta ingiuria sopra a coloro che s'erano mossi.