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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Apparita la mattina, e Buovo con uno scudiere venne al campo, tutto armato con la lancia in mano; e dall'altra parte venne lo re Druano con due scudieri: e come s'apressarono, ognuno mandò via i suoi scudieri. Essendo in quello luogo uno prato rimunito, di lunghezza di braccia dugento, sanza parlarsi l'uno venne incontro all'altro con le lance arrestate, e dieronsi grandissimi colpi, e spezzate le lance in su gli scudi, non vi fu alcuno vantaggio. E tratte le spade, incominciorono asprissima battaglia, nella quale, come avviene, per disavventura Buovo menando uno colpo, el cavallo del re Druano si levò in su' piedi di drieto, onde Buovo gli diede in sulla testa per modo, ch'el cavallo cadde morto. El re Druano rimase a pie', e gridò a Buovo: «O cavaliere, villanamente facesti a uccidere il mio cavallo». Disse Buovo: «Non fu di mio volere. Ma a uno di noi conviene in questa parte morire: quello che rimarrá vincitore, tolga questo». E presto smontò di Rondello, e andò presto contro al re Druano con la spada in mano. La loro battaglia era tanto del pari, che coloro che gli vedevano si maravigliavano: ognuno di loro era buono cavaliere, e molti assalti ferono il giorno. Molto si vergognava Buovo che uno solo cavaliere tanto gli durasse, e 'l re Druano molto lodava Buovo per franco cavaliere. E molte volte il dí dimandarono l'uno l'altro che si arrendessi. Essendo tutto il giorno affaticati, e ognuno alquante piaghe aveva, e ognuno aveva in mano la sanguinosa spada, ed erano molto afannati, e non s'erano però mosse né dimostrate le schiere, benché molti vedessino la dubbiosa battaglia. Giá era l'ora passata di vespro, quando e' due combattitori di concordia posarono le spade circa di trenta braccia lungi l'uno dall'altro, e di concordia si presono alle braccia, e molto si dibatterono l'uno l'altro. Essendo gran pezzo dibattuti, Buovo sentí ch'el re Druano era molto afannato: allora Buovo lo lasciò, e presto lo riprese piú basso, e levosselo in sul petto, e gittollo con le reni in terra, e caddegli a dosso, e tenevalo sotto, e dilacciavagli l'elmo: e avrebbelo vinto, se egli non fosse stato soccorso, imperò ch'e' tremila saraini che erano in agguato, uscirono d'agguato e assalirono Buovo. Ed egli, sentendo il romore, saltò in pie' e lasciò in terra lo re Druano, e corse alla sua spada. Giá gli erano gli saraini a dosso, quando Rondello gli fu allato, e a pena montò a cavallo, tanti nimici ebbe dintorno; ed era a grande pericolo, se non fosse Riccardo e Teris che lo soccorsono co' dumila cavalieri ch'erano in agguato. E cominciossi una terribile battaglia. E' saraini avevano rimesso lo re Druano a cavallo, e, seguitando gran zuffa, furono messi in volta li saraini per insino al campo loro, quando lo re Druano giunse alla sua gente, faccendo gran romore, sí che da ogni parte corsono alla battaglia. Buovo e quelli dumila cavalieri convennono dare le spalle. Ma el romore era giá nell'oste de' cristiani che Buovo era a grande pericolo, sí che tutte le schiere insino al re Pipino con la sua schiera corse alla battaglia; e imprima giunse Sanguino, e poi Ottone da Trieva e Sinibaldo, e poi la schiera di Buovo allato al re Pipino. La battaglia si cominciò grandissima, e moriva da ogni parte grande quantitá di gente; e alquanto indietreggiarono e' saraini, e, ritirandosi a drieto, si radussono in una valle allato a uno padule d'acqua, per modo che la gente di Pipino non gli poteva combattere se non da un lato: e la notte partí la battaglia. E' cristiani rubarono la maggiore parte del campo de' saraini, cioè quello ch'avevano abbandonato, e ritornoronsi nel campo loro insino all'altra mattina. Bene era la sera uscita alcuna brigata della cittá, e feciono alcuna zuffa co' saraini, e ritornarono drento.