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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo LXVIII.

Come la battaglia si cominciò, nella quale fu morto Sinibaldo dalla Rocca

a Santo Simone e re Terigi suo figliuolo, e presa la cittá d'Ascilacca e disfatta.

 

Terigi, capitano della prima schiera, vedendo e' saraini venire, si mosse con la sua schiera; e 'l romore si levò, e nella giunta si scontrò con uno re di corona e passollo con la lancia e morto lo gittò da cavallo; e molti da ogni parte andorono per terra morti e feriti. Terigi con la spada in mano molte pruove della sua persona faceva, e arebbe messo questa schiera in fuga, se non fusse Isarco, fratello d'Arpitras, che assalí la schiera di Terigi con tanta forza, che egli la misse in fuga, facendola tornare in verso le bastie. Allora si mosse Buovo e Sinibaldo dalla Rocca a San Simone, e riscotendo il campo, missono e' nimici in volta per forza d'arme, Buovo facendo smisurate prodezze; e arebbe auto vettoria, ma Arpitras entrò nella battaglia con la sua schiera, e cominciossi tanto terribile battaglia, che pareva ch'el mondo si dovessi disfare. E' saraini erano tanta moltitudine, ch'e' cristiani non poterono sofferire, e cominciarono a dare le spalle; e Arpitras e Isarco suo fratello gli venieno tempestando per lo campo; e furono morti tutti e' pedoni di Terigi e molti della sua schiera. E giugnendo Arpitras a pie' della prima bastia, s'aboccò con Sinibaldo dalla Rocca a San Simone, e combattendo con lui gli partí la testa per lo mezzo, e morto lo gittò tra' piedi de' cavalli. Della sua morte si levò grande romore. Quando Terigi sentí la morte del padre suo, si mosse adirato verso quella parte, molti nimici uccidendo; e veduto Arpitras, gli corse a dosso per vendicare suo padre Sinibaldo; e Arpitras lo vidde, e volsesi verso lui, e cominciorono asprissima battaglia con le spade in mano. La gente saraina fu tanta, che Terigi fu abbandonato per modo, che Arpitras l'uccise. E cosí morí padre e figliuolo, e levossene grande romore, chi per dolore e chi per allegrezza; e tra' cristiani si commisse grande pianto e paura e uccisione.

Sentendo Buovo la loro morte, cominciò con piatose parole a raccomandare non solamente sé a Dio, ma tutti quegli che erano nel pericolo della battaglia; e furioso n'andò verso quella parte, e confortando la gente cristiana e cercando il mortale nimico. E quando lo trovò, l'assalí con la spada in mano, gridando: «Molti de' miei amici hai tratti a fine, ma io ne farò aspra vendetta»: e cominciorono aspra battaglia insieme. Alla fine sarebbe Buovo suto perditore per la grande moltitudine, perché la terza schiera de' saraini lo venne a assalire. E tutti e' cristiani delle due prime schiere fuggivano, e tutti e' pedoni balestrieri furono morti, e furono prese cinquanta carrette e morti quanti ve n'era suso; e fu in questa furia presa la bastia ch'era piú di lungi alla cittá, e morta quanta gente v'era drento; e sarebbe suta maggiore l'uccisione, se Guido e Sinibaldo, figliuoli di Buovo, avessino aspettato il comandamento del loro padre; ma eglino feciono della loro schiera due parti, e da due parti assalirono fieramente e' nimici. E rifrancando el campo, e rivolgendo e' fuggitivi cristiani alla battaglia, e trovando e' saraini avviluppati per lo campo, Guido vidde Arpitras alle mani con Buovo. In tanto pericolo prese una lancia e percosselo nel fianco, e morto lo gittò da cavallo. Allora fu grande romore per la morte d'Arpitras, e grande rincoramento de' cristiani. Sinibaldo s'aboccò con Isarco, fratello d'Arpitras; e combattendo, Sinibaldo gli die' d'una punta nella gola e morto lo gittò da cavallo. Allora Buovo con molti armati gittò le bandiere de' saraini per terra, e 'l campo si misse in rotta. Non si potrebbe dire la grande uccisione che fu commessa de' saraini. Quegli della cittá uscirono fuori da due parte in loro aiuto; e' saraini fuggendo verso la cittá, e' cristiani inanimati seguitandogli, entrorono con loro combattendo drento alle porte. Buovo, Guido, Sinibaldo entrorono drento, uccidendo ogni generazione, non perdonando, tutti e maschi e femmine mettendo al filo delle spade; e presa la cittá, la rubarono, e poi la missono a fuoco e a carboni, E arsa e disfatta la cittá d'Ascilacca, si tornorono a Sinella, dove si fece gran pianto della morte di Sinibaldo dalla Rocca a San Simone e di Terigi suo figliuolo; e sopra tutto fu il pianto della duchessa Aluizia e di Margaria.

Buovo fece signore Sicurans e incoronollo, e diegli balie che lo notricassino e guardassino; e' due morti furono sopelliti a grande onore; e Buovo reggeva il paese per Sicurans.




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