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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Torna la storia a Sinibaldo, figliuolo di Buovo, che andò in Erminia, come di sopra è detto. E tornando con quell'armata ch'el re Erminione gli diede, quando giunse a Brandizio, sentí come il padre era assediato per terra e per mare. Fece come giovane franco e valoroso: egli addimandò a' piú pressimani navi da armare, e armò molte navi e circa di ventidue fuste di galee, e armò dieci navi grosse, oltre all'armata che egli aveva con seco: e con tutta questa armata ne venne al porto di Sinella, e trovò l'armata del re Arbaul d'Ungheria nel porto, e assaltògli per modo che poca battaglia vi fu, che egli vinse tutta quanta la navale armata del re Arbaul, e una parte di navili misse a fuoco, e una parte ne diede in pagamento a certi, e una parte ne serbò tra le sue navi. E molte volte s'ingegnò d'entrare nella cittá, e mai non potè; e segretamente mandò a dire per una spia al padre della vettoria, e come aveva tolto loro tutto 'l navilio a' nimici; e per questo pensava che e' nimici non potessino lungamente campeggiare per cagione della vettuvaglia. E di questa novella si fece a Sinella grande allegrezza, e grande conforto della tornata di Sinibaldo e della vettoria, e crebbe loro grande speranza. Buovo gli mandò a dire che egli mandasse in Franza a dimandare soccorso; ma Sinibaldo, sperando ch'e' nimici per nicistá di vettuvaglia non potessino campo tenere, diliberò non mandare in Franza e di guardare bene il mare e di fare guerra a tutti i porti degli infedeli: e cosí faceva. Egli sapeva che Sinella era bene fornita di gente e di vettovaglia.