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Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Fatte da ogni parte le schiere, si misse l'una gente andare verso l'altra, e viddonsi in su grandissime campagne. Allora l'oste si fermarono da ogni parte, e molto furono le schiere da ogni parte confortate. E quando fu dato il segno dal re Sicurans, si mosse tutta la sua schiera, e dall'altra parte si mosse il re Ettorpatris di Pelestina. E 'l re Sicurans si mosse contro a lui, e furono i primi a ferirsi. Lo re Sicurans lo passò insino di drieto e gittollo morto alla terra: della cui morte fu grande romore, e la gente si percossono l'una con l'altra, e grande uccisione si commisse. E non poterono durare i saraini della prima schiera, perché molto spaventorono della morte del loro signore, e missonsi in fuga. E la seconda schiera entrò nella battaglia sotto lo re Nastaron d'Arabia Petrea, e molti cristiani facea morire: nondimeno lo re Sicurans sempre manteneva francamente la battaglia. Ma Sinibaldo e Guerrino suo figliuolo entrarono nella battaglia con la sua schiera con tanta tempesta, ch'e' saraini furono messi in fuga. Non si potrebbe dire la grande uccisione che fu allora commessa de' saraini. E seguitandogli, si scontrorono nella terza schiera dell'ammirante di Giudea, e Guerrino si scontrò con lui e ricevette uno grande colpo di lancia da lui; ma eglino cominciorono la battaglia con le spade in mano, e grande battaglia era la loro. Alla fine Guerrino gli tagliò il braccio ritto; e volendo fuggire dinanzi a Guerrino, una frotta di cavalieri cristiani l'uccisono. E cosí morí l'ammirante di Giudea, e furono sconfitte le tre schiere de' saraini.
Allora si mosse lo re Galerano di Soria e Gailone di Maganza, e per lo ammaestramento di Gailone feciono grande danno a' cristiani e cominciossi grande battaglia. La moltitudine de' saraini era tanta, ch'e' cristiani erano troppo afannati; e mentre che la battaglia era sí grande, Gailon vidde lo re Sicurans che molto danneggiava la sua gente e molto confortava i cristiani. E Gailon, raccolti una brigata de' suoi, circa a cinquecento, e' piú vantaggiati, assalí lo re Sicurans. E veramente l'uccideva; ma una brigata de' suoi Ungheri, ch'erano circa a dugento, si missono alla morte e combattendo contro a Gailon furono quasi tutti morti: ma eglino uccisono tutti quelli di Gailon. Nondimeno egli arebbe morto Sicurans; ma Sinibaldo, udendo il romore, si volse in quella parte, e quando Gailon lo vidde venire, abbandonò la battaglia e cominciò a fuggire e tornò tra la sua gente. E confortando la sua gente, egli e lo re Nastaron e lo re Galerano con molti altri signori mantenevano la battaglia. E confortando e' saraini, intanto che i nostri cristiani erano a grande pericolo, intervenne che Gailon vidde Guerrino, figliuolo di Sinibaldo, che faceva tanto d'arme, che solo egli era cagione di sostenere tutta la battaglia: e Gailone con una lancia in mano lo percosse e abattello alquanto innaverato. E come giunse in terra, si levò ritto, e con la spada in mano francamente si difendeva; e uno franco gentile uomo di Bretagna lo soccorse. E mentre che egli gli voleva dare uno cavallo, e lo re Nastaron d'Arabia gli die' d'una lancia, e abatté Anseigi e 'l cavallo; ed erano a grande pericolo, se lo re Guglielmo non fusse entrato con la sua schiera nella battaglia. Allora furono tutti in volta i saraini, le prime quattro schiere. In questo assalto Sinibaldo rimisse a cavallo Guerrino e Anseigi di Brettagna, e se lo re Guglielmo non fosse entrato allora nella battaglia, Anseigi non avrebbe generato Salamene né Ansoigi suoi figliuoli. Sinibaldo molto spregiò il suo figliuolo, che si era cosí lasciato abattere. Guerrino, pieno di vergogna, si misse nella battaglia, e Anseigi con lui, e sí fiera battaglia commettevano, che facevano ogni persona maravigliare. Guerrino vidde lo re Nastaron d'Arabia che sosteneva la loro gente, ed era uno franco saraino. Guerrino si gli gittò come uno drago a dosso e partigli la testa per lo mezzo e gittollo morto a terra. Anseigi uccise Tibal d'Arabia suo cugino; e per la morte di questi due i saraini in tutto arebbono abbandonato il campo, se la quinta schiera non fosse entrata nella battaglia: ciò fu Morandas e Sadoc da' monti Libici. Questa schiera ritenne i cristiani, e fece tornare i saraini alla battaglia. Allora uscí Guerrino della battaglia e tornò insino alla schiera quarta e rifasciossi, e subito ritornò alla battaglia. E nella giunta uccise Lionetto, figliuolo del re Morandas di Moranzia, per la cui morte mille saraini perderono la vita. Quando Sinibaldo vidde il figliuolo fare tanto d'arme, lodò Iddio e a lui lo raccomandò.
El giorno pose fine alla battaglia, perché la notte sopraggiunse, e l'uno e l'altro campo alquanto si radussono. Lo re Sicurans la notte per consiglio di tutti fu mandato a mettere uno agguato di lá di Sirlonas, pensando che il dí uscirebbono fuori a assalire il campo, e 'l re v'andò.