Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Andrea da Barberino I reali di Francia IntraText CT - Lettura del testo |
Vedendo Morando preso e' figliuoli, e vedea piangere Galeana, andò alla camera ad armarsi, e Galeana e Mainetto l'armorono; e quando fu armato, ammaestrò e ammoní molto Mainetto e Galeana di quello che dovessino fare, se la fortuna gli fusse contraria; e Mainetto lo domandò dove erano le sue arme. Disse Morando: «Io le lasciai, il dí che tu vincesti il torniamento della giostra, a uno abergo fuori della porta». Disse Galeana: «Non dubitare d'arme, ch'io ti fornirò, e di migliori che quelle». Allora montò Morando a cavallo e venne al campo; e quando sonò il corno, ognuno si maravigliò, e lo re Polinoro domandò Galafro chi egli era, ma egli non gliele seppe dire. E Polinoro s'armò e venne al campo, e dimandava Morando chi egli era. Ed egli disse: «Io sono catalano, e servo lo re Galafro alla tavola di coltello, e sono cavaliere». Disse lo re Polinoro: «Va, e torna alla cittá, ch'io non combatterei con famigli altrui». Disse Morando: «Molti signori hanno giá auti famigli da piú di loro, e perché io serva dinanzi al re Galafro, io sono gentile uomo, e sono cavaliere, sicché voi non mi potete a ragione d'arme rifiutare». Disse Polinoro: «Tu cerchi il tuo male, e tu l'arai»; e minacciò di farlo impiccare per la gola. E presono del campo e ferironsi di due gran colpi. El cavallo del re Polinoro fu per cadere, e ricevette lo re Polinoro molto maggiore il colpo da Morando, che da nessuno de' primi; e 'l cavallo di Morando cadde, e fu menato prigione. E avendo lo re Polinoro trovato Morando tanto valente cavaliere, gli fece grande onore, e molto lo lodò al re Bramante e al re Galafro, tanto ch'el re Galafro molto si gli proferse, s'egli usciva di questa travaglia in che egli era al presente. Lo re Polinoro disse a Morando: «O Ragonese, se tu vuoi seguire lo re Bramante, egli ti fará ricco uomo di cittá». Rispuose Morando: «Io non abbandonerei il mio signore in questa fortuna».