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Andrea da Barberino
I reali di Francia

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Capitolo LXVIII.

Come Carlo perdonò a Milon d'Angrante

e a Berta, e fece Orlandino suo figliuolo adottivo.

 

Tornati e' tre baroni dinanzi a Carlo, Namo, Salamone e Uggieri, trovarono che ancora era a tavola. Eglino si gli gittarono in terra ginocchioni dinanzi, e 'l duca Namo parlò per tutti a tre, e disse: «Santo imperadore, noi abbiamo fatto il tuo comandamento, e per merito di questo noi t'addimandiamo tutti a tre una grazia, la quale sará di grande onore e utile della vostra corona». Carlo si maravigliò, e guatava costoro nella faccia, e disse: «Dite vo' da gabbo o da vero?». Salamone e Uggieri affermarono il vero, cioè il detto di Namo, e aggiunsono: «Signore, noi siamo tuoi fedeli servidori, facci la grazia che noi t'addimandiamo liberamente».

«Per mia fe'», disse Carlo, «che io ho tanta fidanza in voi, che nessuna cosa farò fuori della dimanda vostra. Io 'mprometto sopra della testa mia e sopra a questa corona (e toccossi la corona con mano) e sopra alla fede che io giurai al santo Apostolico di Roma, quando per vostra virtú mi misse la corona in testa, che quella grazia che voi addimanderete, se possibile sará di poterla fare, e giá la mettete per fatta, se voi mi domandassi bene la corona del reame di Franza e la mia cara donna Galeana». E comandò che si levassino ritti; e quando furono levati, disse el duca Namo: «La grazia che voi ci avete fatta, si è che voi avete perdonato a Milon d'Angrante e a Berta, vostra sorella, ogni offesa e odio e malavoglienza che per lo passato fosse stata; e sappiate che quello povero valletto, che v'ha tre volte tolta la vivanda dinanzi, si è figliuolo del duca Milon e della vostra sorella; e di certo questo sará el lioncello che voi sognasti che ancora vi caverá di grande pericolo». Carlo tutto si cambiò nel viso, e poi tutto si ristrinse nelle spalle e disse: «Se io avessi creduto questo, non vi facevo la grazia; ma poi che io ve l'ho fatta, io ve la rifermo». E sospirò e disse: «Questo infante non sará figliuolo di Milon, ma sará mio; e cosí voglio ch'egli sia mio figliuolo. Ma voi m'avete ingannato: ma nondimeno sia fatto come voi volete». Allora feciono questi tre baroni montare a cavallo tutta la baronia, e mandarono molti ronzini portanti per le donne ch'erano andate per lei, perché le facessino compagnia. La nominanza era giá sparta per la cittá.




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