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Michele Lacetera
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ZAGAROLO - Cenni sulla città

     Pur avendo fatto parte dell’area più prossima alla città di Roma fin dai tempi di Tarquinio il Superbo, Zagarolo fu luogo di pace, abitato in massima parte da boscaioli e artigiani. I suoi abitanti si dimostrarono assai generosi nell’ospitare i fuggiaschi di Gabi, quando l’antica città, posta nei pressi del lago Castiglione, ora prosciugato, venne distrutta dalla furia dell’ultimo re di Roma.

            Molto si è discusso e la questione non pare del tutto risolta riguardo alla denominazione del paese e alla sua origine. Le conclusioni a cui si è giunti sembrano accreditare l’ipotesi che l’origine del nome provenga da “Sagarii”, coloro che tessevano il “sagum” che era il mantello indossato dai soldati di Cesare. Al riguardo, nessuna certezza.

            Numerose testimonianze archeologiche, seminate qua e in tutto l’agro zagarolese, attestano l’antichità delle origini del paese.

            Unitamente a Palestrina fu al centro, a partire dal secolo XIII, delle furibonde lotte tra le famiglie patrizie per il dominio e il controllo della città di Roma, sede del Papato. Per ordine di Papa Bonifacio VIII le due città, Palestrina e Zagarolo vennero completamente distrutte. La ricostruzione fu lunga e faticosa. Rimessa in piedi la città, i suoi abitanti godettero di periodi di discreta prosperità alternati ad altri contrassegnati dalla miseria e dalla povertà.

            Il feudo fu infine ceduto ai Rospigliosi e nel 1851 Papa Pio IX innalzò “la nobile e insigne terra di Zagarolo alla dignità e al grado di città”. I Principi Pallavicini-Rospigliosi dominarono a lungo la città e il loro potere è ancora oggi ricordato dall’imponente presenza del Palazzo che è il simbolo stesso di Zagarolo.

            Per molto tempo gli zagarolesi hanno tratto dalla terra e dalle viti che vi erano piantate il loro sostentamento. Con il commercio del vino i contadini si son fatte le case, hanno fatto studiare i figli, hanno provveduto a tutte le loro necessità. Oggi la vigna non è più il motore dell’economia di Z. e i produttori di vino sono rimasti in pochi. È mancato nel tempo un pizzico di lungimiranza, le migliori energie sono state spese per rincorrere la quantità del prodotto, spesso a scapito della qualità. Il prodotto, quantitativamente rilevante ma qualitativamente modesto, è stato inesorabilmente scacciato dal mercato. La creazione della Cooperativa Gabinia avrebbe potuto costituire l’occasione per una svolta nei modi della produzione, ma purtroppo l’occasione non è stata colta e l’opportunità di inserirsi tra i produttori di vino che contano ritagliandosi una nicchia di mercato è svanita nel nulla. Il paese ora non è più un luogo di produzione, non ha scoperto nessuna nuova vocazione. Qualche importante eccezione conferma l’andamento generale.

            Pendolarismo di massa, terziario, qualche nuova professione, tanto precariato, poche certezze per il futuro. I giovani hanno quasi tutti frequentato con qualche fortuna una scuola superiore, in molti affollano le aule universitarie, in tanti montano sui treni tutte le mattine. Vanno a Roma e la sera tornano a dormire a Zagarolo.

 

Zagarolo, comune della provincia di Roma

Distanza da Roma 30 km.ca.

Collegamenti con Roma: ferrovia dello Stato, via Casilina, via Prenestina, autostrada del

Sole (casello a San Cesareo).

Superficie: 2882 ha.

Abitanti: 15.000 ca.

Altitudine: 305 s.l.m.




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