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Michele Lacetera
Persone Storie Parole

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N

 

La lingua va vista come un corpo vivo in

continua evoluzione. (Giuseppe Pittàno).

’na, art. det. f. s. una, con aferesi. Es.

“non si dittona parola(non hai detto

una parola).

nacquarinitu, agg. annacquato, intriso

d’acqua, Anche il cervello può essere

nacquarinitu, allorchè non è più in grado

di sviluppare un ragionamento sensato.

nadì, avv. ieri.

na(v)etta, s. f. la parte del telaio o della

macchina da cucire che contiene la spola.

Ha la forma di una navicella.

naicchia, s. f. tallone.

narcorià, v. intr. lett. formare, comporre

degli archi. Pratica agricola che consiste

nell’avvolgere i tralci della vite ai fil di

ferro. Si esegue in estate.

nasconnarella, s. f. nascondarella, rimpiattino,

nascondino.

naticchia, s. f. ponticello di legno, gancio

per fermare sportelli. Ai ragazzi che frequentavano

le botteghe dei falegnami in

qualità di apprendisti si usava chiedere,

per misurare il loro grado di apprendimento,

se avessero imparato a fare la

naticchia”. In italiano il termine corrispondente

è nottolino.

Nazionale (via), antica Via Maestra, poi

via Costanzo Ciano, via Nazionale fino

all’attuale via Antonio Fabrini. Collega

piazza Indipendenza, la vecchia Piazza di

corte, con piazza Guglielmo Marconi

dove c’è la sede comunale.

nazzicà, v. tr. cullare, dondolare.

ncacalitu, agg. cisposo, caccoloso, con

gli occhi pieni di cispa (càcalu, v.)

ncannulà, v. intr. usato alla terza persona

singolare à ncannulatoindica il

momento in cui il vino versato nella botte

arriva a toccare il collo dell’imbuto,

segnale inequivocabile che la botte è

quasi piena. Per effettuare il travaso del

vino si usava un grosso imbuto di legno

dall’apertura rettangolare. In italiano il

verbo incannellare, sempre connesso al

mondo dell’enologia, significa dotare una

botte di cannella.

ncapà, v. intr. portare pesi sulla testa.

ncaraficchiatu, agg. stretto, angusto (di

una via, un passaggio, un corridoio). Una

variante è ncarannicchiatu.

ncarrà, v. tr. trasportare, spingere in

avanti. Mettere su un carro.

ncarratu, agg. precipitoso, svelto, rapido,

che va di corsa.

ncarzà, v. tr. applicare cunei alle ruote

per fermare un carro o anche alla botte

per non farla muovere. Fig. chiudersi in

se stesso, impuntarsi, ammutolire.

ncasornasse, v. rifl. tapparsi in casa.

ncàsula, s. f. ammaccatura riscontrabile

sul “picculu(v.) inferta da un avversario

nel gioco dettospaccapicculi(v.).

ncasulà, v. tr. sistemare i covoni del

grano da trebbiare in maniera da formare

una specie di casetta (càsula).

ncasulatu, agg. p.p. sistemato a “càsula”.

Si diceva dei covoni del grano sistemati

nell’aia e pronti per la trebbiatura.

nchiastratu, agg. incastrato.

nciampasèculi, s. m. pl. cianfrusaglie

alla rinfusa, paccottiglia, ciarpame.

nciampicà, v. intr. inciampare, incespicare.

nciauttà, v. tr. dire qualcosa di sfuggita,

fare cenno. Der. di ciabattare.

ncicchia, v. intr. alla terza persona singolare

sta per “non tagliariferito a falce o

coltello.

ncicchià, v. tr. congegnare, preparare un

attrezzo.


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nciucitu, agg. intirizzito, quasi paralizzato

dal freddo.

ncoccià, v. tr. riscaldare, produrre calore.

Es. ssu sole ncocciaquesto sole

infiamma, brucia (ma anche stordisce).

ncollà, v. tr. portare a spalla. Da incollare,

caricare sul collo o sulle spalle.

ncotechitu, agg. indurito, che ha perduto

morbidezza e flessibilità.

ncucculasse, v. rifl. piegarsi, rannicchiarsi.

Agg. p.p. ncucculatu”.

ndendo s. m. livido, contusione, ematoma.

ndenne, v. tr. capire, intendere.

nderuzzitu, agg. intirizzito.

ndorzà, v. tr. bagnare le botti o altri recipienti

di legno che sono rimasti asciutti

per molto tempo. L’operazione, assolutamente

indispensabile tra quelle che preparano

la vendemmia, serve a restituire al

recipiente la necessaria tenuta. Agg. p.p.

ndorzatu”.

ndramente, loc. avv. frattanto, nel frattempo.

ndrampitu, agg. impacciato, impedito

nei movimenti.

ndreddittu, agg. interdetto, indeciso.

ne, comunissima particella enclitica con

valore eufonico che si aggiunge a molte

parole tronche come per voler addolcire il

loro suono brusco. Es. quane, mine,

perone, trene(qua, me, però, tre).

neccite, s. f. magrezza.

necciu, agg. magro.

nèce, s. f. rabbia, furore. Possibile correlazione

con la parola latina nex - necis

che al significato più comune di morte

aggiunge anche quello di uccisione,

assassinio. Si tratterebbe della trasposizione

di significato dall’azione, l’uccisione,

alla sua causa, la rabbia.

necitu, agg. magrissimo, scheletrico,

macilento.

nepotellu, s. m. terzo tralcio della vite

che viene eliminato all’atto della legatura

della pianta.

nesconnarella, s. f. v. nasconnarella.

nescusa, avv. di nascosto, furtivamente.

nfantiole, s. f. pl. convulsioni, scoppi di

rabbia irrefrenabili. Da infantigliola che

indica tutte le forme di convulsioni tipiche

dell’infanzia. Lat. infantilis”.

nfasciolu, s. m. bambino in fasce.

nfonne, v. tr. bagnare. Dal poco usato

infondere nel senso di bagnare.

nfossu, agg. p.p. bagnato, zuppo, fradicio.

nfrattà, v. tr. nascondere.

nfrattasse, v. rifl. nascondersi tra la vegetazione

per convegni amorosi. Nel dialetto

romanesco si usa maggiormente il

vocabolo nfrascassecon l’identico

significato. Il verbo è assai frequente

nelle prose di Moravia e Pasolini.

nfrella, s. f. smania, agitazione, fretta.

nfrocià, v. intr. 1) cadere, andare a sbattere.

2) cadere in un tranello.

ngacchià, v. tr. intrecciare.

nganna, loc. avv. in gola.

ngannà, v. tr. sistemare le canne nel

vigneto applicandole alle viti.

ngarrà, v. tr. trascinare, portare avanti.

ngàulu, s. m. miagolio.

ngegnarellu, s. m. ingegnoso, piccolo

genio.

ngenne, v. intr. usato alla terza persona

significa duole, fa male. Es. “me ngenne

lu capu” “me ngenneno le mano” (ho

mal di testa, mi dolgono le mani).

ngésula, s. f. 1) formichina rossa sui tronchi

degli alberi secchi. In senso fig. si

riferisce a bambine molto piccole. 2)

bacca selvatica.

ngriccià, v. tr. arricciare, increspare, pieghettare.

Sin. ngrespà”.

ngrifasse, v. rifl. agitarsi alla vista di

qualcosa di interessante, mostrare vivace

interesse per qualcosa. Prob. derivazione

di grifare che indica il gesto del maiale di

ficcare il muso nel trogolo per consumare

il suo pasto.

ngrifatu, agg. 1) arruffato, con i capelli in


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disordine, scapigliato. 2) sessualmente

eccitato.

ngròccula, s. f. pistoncino di legno usato

per sparare le “pallottoleintrodotte nello

schizzu(v.).

ngrottà, v. tr. trasferire il vino dal tinello

alla grotta. L’operazione veniva fatta

all’arrivo del primo caldo. Contr. sgrottà”.

ngrugnasse, v. intr. ingrugnirsi, mettere il

broncio.

ngrujà, v. tr. aggrovigliare, intrecciare

una corda, un filo.

ngrujatu, agg. p.p. attorcigliato, aggrovigliato.

nguarnì, v. tr. guarnire, abbellire, addobbare.

nguattà, v. tr. acquattare, nascondere.

ngustiosu, agg. angustioso, fastidioso,

noioso, che il tormento.

ni, bambino (invocazione).

nnertu, agg. spesso, alto, di notevole

spessore.

nnocca, s. f. 1) nuca. 2) la parte alta di un

terreno.

nnòpera (), fr. id. prestare la propria

opera lavorativa in qualità di salariato

agricolo, andare a lavorare a giornata.

nnossà, v. tr. temperare, indurire un

oggetto di legno, farlo diventare duro

come un osso.

nnossatu, agg. p.p. indurito, temperato.

noa, pr. pers. prima persona pl. inv. noi.

nocchia, s. f. nocciola. Lat. nùcula

dim. di nux - nucis(noce).

nocchiosu, agg. dolciastro (del vino).

nòlitu, s. m. noleggio.

nopuletta, s. f. piccolo uccello dalle

dimensioni di un passero.

nòpulu, s. m. erba perenne, spontanea,

simile all’asparago. Un tempo i contadini

la usavano in cucina confezionando frittate.

nostrale, s. m. tralcio non innestato che

produce uva.

nquattatu, agg. acquattato, nascosto.

nserrà, v. tr. serrare, chiudere.

nsertà, v. tr. intrecciare, preparare serti

con cipolle, agli e simili.

nsocchitunu, loc. avv. non so chi, qualcuno.

nsolecasse, v. rifl. distendersi, sdraiarsi

per terra, rivoltarsi tra i solchi.

nsuarì, v. tr. asciugare, rinsecchire.

nsuaritu, agg. p.p. rinsecchito, raffermo.

In senso fig. invecchiato, malandato fisicamente.

nsurdà, v. tr. insultare, offendere.

ntacca, s. f. incisione, intaccatura.

ntartajà, v. intr. tartagliare, farfugliare,

balbettare.

nterzà, v. tr. affilare, ribattere il filo di

una lama (coltello, falce ecc.) per farla

diventare più tagliente.

ntesa, s. f. udito.

ntesitu, agg. 1) dritto, teso, impalato. 2)

imbambolato, stordito.

ntistu, agg. irrequieto, vivace.

ntorzà, 1) v. tr. introdurre forzatamente

liquidi in recipienti di legno. 2) inghiottire

con difficoltà.

ntorzatu, agg. irrobustito, ingrassato.

ntradì, v. tr. accennare un discorso, dire e

non dire.

ntrantenne, v. tr. fraintendere, capire a

malapena.

ntronatu, agg. 1) intronato, stordito. 2)

incrinato, lesionato (riferito a tegame o

pentola di coccio). Queste pentole lesionate

venivano riparate da esperti artigiani

che “mettevano i puntiusando speciali

fili di ferro uniti al mastice che, più o

meno, restituivano al manufatto la precedente

tenuta. Gli specialisti ai quali era

affidata la riparazione erano soprattutto

gli ombrellai. Viene inevitabilmente alla

memoria il pittoresco personaggio pirandelliano

di Zi Dima il conciabrocche che,

dopo aver riparato la giara, rimane prigioniero

al suo interno. La sua libertà coincide

con la distruzione della giara che viene

fatta rotolare per il pendio di una collina,


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tra i divertiti schiamazzi dei contadini.

ntrontrone, s. m. disordinato, scoordinato

nella deambulazione.

ntroppicà, v. intr. 1) inciampare. 2) balbettare,

inciampare nelle parole.

ntruppà, v. intr. sbattere, scontrarsi,

avere un incidente d’auto. I dizionari

registrano il termine intruppare.

ntuzzà, v. intr. cozzare, sbattere, urtare.

ntuzzicà, v. tr. infastidire, dare noia, stuzzicare.

nuina, s. f. seme di zucca, di mela, pera e

simili.

nùttula, s. f. nottola, grosso pipistrello.

nvecchiarinitu, agg. invecchiato, male in

arnese.

nzaccarà, v. tr. sporcare di fango, inzaccherare.

In it. zàcchera è lo schizzo di

fango attaccato ai vestiti o alle scarpe.

nzaccaratu, agg. p.p. sporco, infangato,

inzaccherato.

nzalata zagarolese, s. f. insalata alla

zagarolese confezionata mescolando tra

di loro molte specie di erbe selvatiche che

nascono spontaneamente dappertutto

(crespigni, raponzuli, coste d’asino, pimpirinella

ecc.)

nzemi, avv. insieme.

nzeno, loc. avv. in braccio.

nzonnulitu, agg. insonnolito, mezzo

addormentato.

nzonzilicà, v. tr. solleticare, fare il solletico.

nzorvà, v. tr. inzolfare, dare lo zolfo alle

piante.

nzucaritu, agg. indurito, stantio, che ha

perso freschezza.

nzuchetegnò, avv. su e giù, avanti e

indietro.

nzunu, avv. insieme.




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