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Michele Lacetera
Persone Storie Parole

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G

 

Se una persona conosce mille parole e

un’altra ne conosce solo cento, il primo

è il padrone, l’altro lo schiavo. (don

Lorenzo Milani)

Gabi, antica città degli Albani, in una

zona intermedia tra Roma e Preneste

(Palestrina) costruita sulle rive del lago

Castiglione, ora del tutto prosciugato, da

cui si ritiene abbia preso origine

Zagarolo. In alcuni manoscritti apocrifi si

legge di cittadini esuli di Gabi che, scacciati

dalla loro cità dalle carestie e dalle

incursioni brigantesche, giunsero nel

posto dove sorge Z. che elessero a loro

nuova residenza. Ai Gabini si deve il

culto di San Lorenzo divenuto poi il

Santo Patrono della città. Con il passare

del tempo e in mancanza di fonti certe ed

attendibili, come succede in tali faccende,

le notizie andarono perdute e si affermò la

tendenza ad identificare Zagarolo con

Gabi. Eugenio Loreti che ha sviluppato le

sue erudite ricerche sull’argomento, dopo

una lunga serie di riflessioni, giunge al

risultato che “alla luce di queste prove

possiamo asserire che i fondatori dell’attuale

città di Zagarolo furono i Gabini”.

Niente di più.

Una strada del centro storico, Via Antico

Gabio, ricorda questa storia.

Gabinia, s. f. cantina sociale fondata nel

1980, ubicata su colle Pallavicini.

Occupava una superficie di 15.000 mq. E

annoverava circa 250 soci. Sorta tra mille

difficoltà, accompagnata in ogni momento

della sua esistenza dalla diffidenza

degli stessi conferitori, non è riuscita a

segnare una svolta e a dare novelle energie

alla produzione del vino. Sorta in un

momento in cui si cominciava già a sentire

aria di crisi nel settore vitivinicolo non

è stata in grado di invertire una tendenza

negativa, rivelatasi poi inarrestabile.

Alcuni volenterosi pensavano di poter

contare su una cultura invero inesistente:

la cultura della cooperazione contro l’individualismo

esasperato che da sempre

aveva segnato il lavoro del viticultore

zagarolese. Dopo qualche anno di illusioni

con conferimenti record, fino a 20.000

qli. prevalsero la sfiducia e addirittura

l’ostilità. Il tutto condito da errori di

gestione, da scelte sbagliate dettate spesso

da una politica invadente, introdottasi

nella conduzione della cantina, con uomini

non sempre all’altezza. Debiti, mancati

pagamenti delle uve conferite e mille

altri problemi hanno condotto la struttura

all’inevitabile fallimento. Un sogno

infranto che ha trascinato con sé una tradizione

ormai tramontata, quella della

’igna” e “de lo ’ino”. Gestita per alcuni

anni dall’ARSIAL, un ente regionale attivo

nel settore dell’agricoltura, la struttura

è stata definitivamente venduta dal

Comune di Z. alla società MASAN s.r.l.

con sede sociale a Sesto Fiorentino (FI)

che acquistandola si è impegnata a usare

l’intera area per uso agricolo e in particolare

per l’attività industriale di prodotti

agricoli e biologici.

gàggiula, s. f. uccello nero della famiglia

dei corvidi. Fig. donna chiacchierona e

pettegola che parla e sparla di tutto e tutti.

GAIA, (Gestione Associata Interventi

Ambientali), azienda pubblica nata nel

1997 e destinata alla gestione dei Rifiuti

Solidi Urbani. Vi aderiscono 48 comuni

tra i quali c’è il comune di Z.

Gallicano nel Lazio, piccolo centro sulle


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estreme propaggini dei monti Prenestini.

La tradizione attribuisce le sua fondazione

a San Gallicano, martire cristiano vissuto

nel IV secolo d. C. Molto assidui sono

stati i rapporti tra i gallicanesi e gli zagarolesi,

specialmente quando la produzione

del vino costituiva la risorsa più importante

dell’economia paesana. I gallicanesi il

vino non lo producevano, almeno non

nelle quantità registrabili a Z., bensì lo

compravano e lo smerciavano sul grande

mercato di Roma. Si capirà che spesso

non correva buon sangue tra il contadino

produttore e il commerciante di vino. Gli

interessi erano divergenti e la polemica

era sempre all’ordine del giorno.

gallinacciu, s. m. tacchino.

gallinaru, s. m. pollaio, gallinaio. Lat.

gallinarium. Quasi tutti gli zagarolesi che

coltivavano la vigna allestivano un gallinaio

di fortuna recintando un pezzetto di

terra. Era un modo per contribuire al

mantenimento della famiglia e la carne

dei polli e delle galline era quasi l’unica

che si aveva la possibilità di consumare

dato che era prodotta in proprio. Altre

riserve nutritive erano assicurate dalle

uova.

galluzzu, s. m. fungo commestibile del

genere Cantarello “Cantharellus cibarius”

abbastanza diffuso in tutta la zona,

nelle macchie di castagni e di querce.

gama, s. f. parte erbacea della spiga del

grano eliminata durante la battitura delle

spighe nell’aia. Fr. id. “fa’ gama quadunu”,

picchiare qualcuno di santa ragione,

come si battono le spighe del grano. Nel

romanzo “Le parrocchie di Regalpetra

di L. Sciascia l’espressione “di buona

gama” significa molto volentieri.

gàmmaru, s. m. gambero.

gammone, s. m. grossa gamba. V.

gammone.

ganassa, s. f. mascella, ganascia.

ganzu, agg. elegante, bello, fico.

garofulella, s. f. piccolo garofano.

garza, s. f. guancia.

gatta ceca, s. f. mosca cieca.

gattarola, s. f gattaiola, foro praticato

nelle porte per consentire il passaggio dei

gatti.

gemellaggio, la moda ha trovato terreno

fertile anche a Z. dove il Consiglio

Comunale ha deliberato unanimemente di

promuovere un doppio gemellaggio con

Nelhaozeves e con Siz fours les plages,

rispettivamente in Cecoslovacchia e in

Francia. La cittadina ceca, che conta poco

più di cinquemila abitanti e dista circa

trenta chilometri da Praga, è stata scelta

perché ha dato i natali al grande musicista

Antonin Dvorak (1841-1904) autore di

sinfonie, di musica sacra e di composizioni

legate alla tradizione della musica

popolare ceca. Si è creato in tal modo un

virtuale ponte di collegamento con

Zagarolo dove è nato il grande Goffredo

Petrassi (v.) (1904-2003), un altro gigante

della musica del Novecento. Due comunità

legate dal sottile filo dell’armonia.

La scelta della cittadina francese sulla

Costa azzurra è stata invece determinata

dalla comune vocazione vitivinicola.

Genazzano, comune distante circa 15

Km. da Zagarolo ad economia prevalentemente

agricola. Per lungo tempo feudo

della famiglia Colonna. Ha dato i natali ad

un papa, Martino V, (Oddone Colonna), ai

cardinali Serafino e Vincenzo Vannutelli e

al celebre capitano di Carlo V, Prospero

Colonna. Celebre l’immagine della

Madonna del Buon Consiglio molto venerata

e meta di frequenti pellegrinaggi. Il

castello dei Colonna è stato recentemente

restaurato ed è diventato il motore di tutte

le attività culturali del comune. Vi si allestiscono

mostre e vi si tengono conferenze

e dibattiti.

genotta, s. f. 1) signorina. 2) nubile.

genottu, s. m. 1) giovanotto. 2) celibe.

gènsula, s. f. giuggiola, il frutto del giuggiolo.

Pianta tipica del luogo che sta


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diventando sempre più rara.

gessettu, s. m. matita colorata.

giallona, agg. qualità di pesca dalla polpa

gialla.

giallone, s. m. una qualità di fagioli.

giannetta, s. f. in uso nel dialetto romanesco

è il vento freddo di tramontana.

Una variante è “giannina”.

gibbussu, s. m. scarpone di fattura grossolana.

Il gibus era un cappello a cilindro

di moda nell’Ottocento, così chiamato dal

nome della ditta che lo produsse per

prima. Evidentemente c’è stato un trasferimento,

probabilmente ironico, dalla

testa ai piedi. A Roma i “gisbussi” sono

scarpe sfondate da buttare.

Gigetto (e il fiasco del vino), s. m. gioco

di ragazzi piegati su se stessi e di altri che

li scavalcano con un salto e pronunziando

una rituale filastrocca. Uno, la luna. Due,

il bue. Tre, un bacio alla figlia del re.

Quattro, la raspatura del gatto. Cinque,

cioccolato. Sei, l’incrociatori. Sette,

piombini. Otto, i tamburini. Nove, zara o

chi sta sotto non se move. Dieci, lu regalettu

o pasta e ceci. Undici, camicia da

cucì. Dodici, è bella che è cucita. Tredici,

il cavallino salta. Quattordici, la culata.

Quindici, foco. Sedici, apro la porta e me

la squajo.

giocarellu, s. m. giocattolo.

girella, s. f. carrucola usata soprattutto

per attingere acqua dal pozzo. Il termine è

usato in italiano.

girellu, s. m. fuoco d’artificio rotante.

giru de scena, loc. s. m. percorso stradale

che costituisce una rituale passeggiata:

Piazza S. Maria, viale Gabinova, stazione

delle vicinali, villa Pierina, viale

Ungheria, via Garibaldi, Piazza Santa

Maria.

gnàccare, s. f. pl. 1) rudimentale strumento

di legno usato durante la settimana

santa per annunziare le cerimonie religiose

in sostituzione delle campane che non

suonano in segno di lutto. Der. di nacchere.

In it. esiste il vocabolo gnacchera per

nacchera. 2) gote, guance. Le “gnàccare”

si battono per il freddo.

gnàcculu, s. m. la corda necessaria per

legare i barili al basto o alla sella del mulo

o del cavallo.

Fr. id. “lo freddo m’à passato comme’ n

gnacculu” (ho tanto freddo che sono rigido

come un “gnacculu”). Di una persona

sessualmente superdotata si dice “lu tè

longu comme ’n gnacculu”.

gnaulà, v. intr. gnaulare, miagolare. In it.

gnaulìo indica un miagolio lungo e

lamentoso.

gniciunu, pr. indef. nessuno.

gnilìa, s. f. gengiva.

gno, avv. giù, da basso.

gnoccu, s. m. 1) fiore del castagno. 2)

tocco rotondo di pasta morbida derivato

dall’impasto di farina e patate. 3) sciocco,

melenso.

gnommarà, v. tr. aggomitolare, ridurre la

lana in gomitoli.

gnòmmaru, s. m. gomitolo. Nel dialetto

napoletano c’è il termine “gliommero”

dal lat. “glomus - glomeris” gomitolo.

gnottì, v. tr. inghiottire. Si usa anche

“gnotte” sia nel senso di inghiottire che

in quello di tollerare, sopportare.

gnurià, v. tr. 1) ingiuriare, offendere. 2)

rimproverare.

gra, agg. con sincope, grande. Es. “Quillu

è ’n gra omu”.

grà(v)ida, agg. gravida, incinta.

granari, s. m. pl. un tempo importanti

magazzini per il deposito del grano.

Locali successivamente restaurati e utilizzati

oggi dall’Ufficio postale.

Grappolo (il), associazione culturale,

fondata nel 2000, che annovera un centinaio

di soci. Collegata all’AVIS, l’organizzazione

dei donatori di sangue, promuove

periodicamente la raccolta del

sangue.

grasso de morti, s. m. un vitigno autoctono.

Non c’è più.


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grattachecca, s. f. bibita con sciroppo e

ghiaccio tritato, granita.

gre(v)e, agg. pesante, greve.

gregna, s. f. covone, fascio di spighe mietute.

Reg. merid.

groppa, s. f. 1) dorso, schiena. 2) sommità

di una collina, poggio. 3) la parte più

prominente di un grappolo d’uva.

Gruppo Fantasia, associazione molto

attiva nel panorama culturale di Z. esplica

il suo impegno soprattutto nel settore

del teatro popolare con rappresentazioni

in dialetto locale. Tende al preciso scopo

di valorizzare le tradizioni paesane in tutti

i settori, dal dialetto alla cucina, dalle

usanze di una volta alle bellezze artistiche

del paese. Anima del Gruppo è la signora

Franca Saccaro.

G.S.P. Zagarolo, Gruppo sportivo pallavolo.

Sorto per volontà di pochi appassionati,

quasi per portare una sfida al calcio

imperante, fu iscritto al primo campionato

provinciale nell’anno 1969. Con

il tempo la società è cresciuta e, passata

l’epoca del pionierismo, con i palloni

contati e con una conoscenza assai

approssimativa delle regole e delle tecniche

di gioco, ha conosciuto anni di vero

successo riuscendo a disputare campionati

di eccellenza come quello della B1, praticamente

l’anticamera della serie A. Un

nutritissimo gruppo di ragazzi garantisce

tuttora la creazione di leve fresche da cui

attingere per i campionati di serie superiore.

La società di Zagarolo ormai si è

conquistato con totale merito un nome di

risonanza nazionale e ne sono la riprova i

tornei giovanili ai quali si onorano di partecipare

alcune tra le più quotate società

del volley italiano da Modena a

Falconara, da Treviso a Parma e Ravenna.

Da molti anni nel panorama sportivo

zagarolese vicino al calcio che continua

ad esercitare una forte attrattiva sui giovani

e sulla popolazione in generale brilla

luminosa anche la stella della pallavolo.

guadambià, v. tr. guadagnare.

guadambiu, s. m, guadagno.

guardamacchia, s. m. cosciali in pelle di

pecora.

guardianella, s. f. servizio di guardia e di

controllo ai campi coltivati a grano e a

mais per evitare furti, guasti e vandalismi.

guittone, s. m. fannullone. Der. di guitto.




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