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Carlo Goldoni
La favola de' tre gobbi

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  • LA FAVOLA DE' TRE GOBBI
    • PARTE SECONDA
      • SCENA QUINTA   Il Conte ed il Marchese
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SCENA QUINTA

 

Il Conte ed il Marchese

 

PARP.

Dunque sarem d'accordo;

Dunque anderemo insieme

Alla conversazion?

CON.

Sì, non mi preme.

Venite da Madama,

Venga il terzo, ed il quarto, ed anco il quinto:

So che il merito mio sarà distinto.

PARP.

Sapete, signor Conte,

Perché una tal risposta

Diedi alla cameriera?

Perché la mia maniera,

Il mio garbo, il mio tratto,

Darà a voi, darà a tutti scaccomatto.

CON.

Veramente voi siete un bel Narciso.

PARP.

Oh che leggiadro viso!

Che grazia avete voi!

Lo giuro da marchese,

Siete una figurina alla chinese.

 

Se vi guardo ben bene nel volto,

Voi mi fate di risa crepar.

Quel visino così disinvolto

È una cosa che fa innamorar.

Che ti venga la rabbia nel dorso;

Guarda l'orso, - mi vuole graffiar.

Pretension veramente da pazzo,

Con quel grugno voler far l'amor.

Zitto, zitto; non tanto schiamazzo,

Che Madama vi vuole sposar.

Oh che matto che sei da ligar!

 

CON.

Cotanta impertinenza

Io soffrire non voglio.

PARP.

Siate buono.

Che s'io caccio la spada,

Griderete pietà, soccorso invano.

CON.

Misero voi, s'io torno a metter mano.

PARP.

Ma vien Madama.

CON.

Non ci vegga irati.

PARP.

Lo sdegno sospendiam.

CON.

Cessino l'onte.

PARP.

V'abbraccio, amico.

CON.

Ed io vi bacio in fronte.

 

 

 




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