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Gasparo Gozzi
Prose Varie

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    • XLV.   Amore delle cose proprie.
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XLV.

 

Amore delle cose proprie.

 

Velut aegri somnia, vanae

Fingentur species.

Horat.

 

Chimerizzano cose somiglianti

a' sogni degl'infermi.

 

Non è al mondo persona che non ami le cose sue, come oro e giojelli; e non istimi più il suo sputo, che l'altrui migliori sentenze. Noi siamo così bestiali, quando si tratta di noi medesimi, che vogliamo che sien approvate fino le nostre pazzie, e diventiamo nemici sfidati e mortali di chi non ne tiene quel conto che noi medesimi vorremmo. Io ho veduto più volte nella culla un fanciullino nato allora che parea un granchiolino, lungo una spanna, col naseto ricagnato, e con tutte le fattezze d'una sconciatura; e tuttavia la madre, perchè l'avea partorito, e la balia, perchè dovea allattarlo, scoprendolo da capo, come una maraviglia, diceano a' circostanti: Si può vedere il più bell'agnolo? Parv'egli che sia molto ben grandicello? - E così dicendo gli fioccano sopra mille parolette inzuccherate che mostrano tutte quanto tengono conto di quella inestimabile ricchezza ch'è uscita del ventre all'una, e che dee succiare il capezzolo all'altra. E tuttavia la civiltà di chi è quivi d'intorno richiede che quel bertuccino venga commendato; altrimenti se ne acquisterebbe una nimicizia mortale. Anche i libri sono parti degli uomini; e questi non sono meno innamorati di quanto esce loro dell'ingegno, di quello che sieno innamorate le femmine de' parti loro. Comechè dal giorno in cui fu ritrovata la stampa fino al presente, ci sieno infinite migliaja di libri, e tanti, che i secoli interi non basterebbero più a sapere quali sieno, non che a leggerne i soli frontispizj, ogni nuovo scrittore giura in suo cuore, e anche furori di suo cuore, che non ci sia il migliore del suo. in ciò è punto diverso dalle femmine. Tutte quelle che partoriscono, infine danno alla luce una cosa medesima. Ogni bambino ha due braccia e due gambe, una bocca, due occhi, e quello ch'ebbero tutti gli altri che nacquero prima, e che avranno quelli che nasceranno appresso. C'è quella diversità, che sa ogni uno, tra maschio e femmina, e non più. La maggior differenza consiste in certi pochi lineamenti che fanno diverso l'un viso dall'altro; negli occhi ora neri, ora celesti, ora bigi e talvolta giallognoli; ne' nomi, che chi si chiama Matteo, chi Filippo, chi Simone; e delle donne qual Giovanna, qual Caterina, qual Margherita: per altro il modello è sempre quel medesimo, e sono sempre uomini e donne. I libri sono lo stesso. Tanto è a leggerne uno, quanto un migliajo. Scambiansi alcun poco le fattezze e i titoli che portano in fronte, ma la sostanza mi sembra quella medesima sempre. Ogni scrittore si crede d'aver partorito il più bello, e non conosce che infine egli ha modellate le membra del figliuol suo sopra quelle de' figliuoli altrui; e quel che più strano è, egli avrà tolto dagli altri qua un braccio, colà una gamba, e costà un occhio d'un colore e colà un altro di colore diverso, tanto che avrà fatto un figliuol pezzato come un bracco. Oh! va, e dì' a costui che il figliuol suo non sia la più bella gioja del mondo. Benchè quando anche tu avessi animo di dirgliene in faccia, egli ti avrà già preoccupato con una prefazione che ti chiude le parole fra' denti. Che vorrestu più cianciare, dappoich'egli avrà empiuti gli orecchi del comune della sua sufficienza, e dell'utilità grande dell'opera sua? Quando egli t'avrà provato con quanti sillogismi ed entimemi sono in Aristotile, che il mondo vien da lui finalmente cavato della ruggine, e illuminato dalla torcia celeste della sua scienza; vuoi tu essere strozzato, se apri la bocca? Lascia partorire al nome del cielo, e sta cheto come olio nel vase, che sarà il tuo meglio. - Oh! l'operetta è scritta intorno ad un argomento trito, meschino, di picciola importanza, senza il quale si potea benissimo vivere nel mondo. - Che fa a te? Vivi, e fa conto che la non ci sia. Abbi sempre a mente che se lo scrittore ha fatto e fa una stima grande dell'opera sua, egli è ingannato da natura, che gliela fa parere necessaria, utile, dilettevole, bella e desiderabile sopra tutte l'altre. Egli non ne fa più meno di quello che abbiano fatto tutti gli altri, e che faresti tu medesimo, se fossi autore. Direbbe, per esempio, Plutarco, s'egli vivesse oggidì: Io ho fatto opere grandemente utili alla morale. Cicerone all'eloquenza, Virgilio alla poesia, e tanti altri ad altre dottrine e scienze. Nel modo appunto che comporteresti costoro, puoi sofferire anche un Trattato del governare i rosignuoli; e darti pace, se l'autore di quello afferma nel suo proemio ch'egli ha trattata materia di tale necessità all'umana vita, che appena si potrebbe vivere se non fosse venuto finalmente chi l'insegnasse. Ad ogni modo egli avrà i partigiani suoi, e li avrebbe s'egli avesse scritto dell'alimento e delle gabbie de' grilli, o d'altra cosa somigliante. Ogni argomento ha in , come dire, una certa armonia che consuona con altri capi. Toccansi le corde di quello; il suono che n'esce, ferisce altrove nelle corde tese all'unisono, e l'armonia si distende così ampiamente, che lo scrittore de' grilli lia ragione prima con un centinajo, poi con un migliajo, poi con due e più di persone. Allora ti spezzerai il gozzo, e ti trarrai dalle radici la lingua, se alzerai la voce per voler farti intendere a dire il contrario.

 

 

 




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