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Gasparo Gozzi Prose Varie IntraText CT - Lettura del testo |
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Della tranquillità dell'animo.
Suave, mari magno, turbantibus aequora ventis E terra magnum alterius spedare laborem. Lucr.
È dolce cosa, standosi in terra, mentre che nell'enfiato mare i venti conturbano l'onde, guardare l'altrui agitazione.
Chi non acquista da sè con la riflessione un poco di tranquillità d'animo, non ha mai un bene. Ho veduti alcuni a temere e a dolersi non solo di cose presenti, ma cotanto ingegnosi, che ingrandiscono colla fantasia tutto quello che dee essere di qua ad un mese, o di qua a due, o più là ancora; a starsi in perpetua malinconia di quello che non è e che non sarà forse mai. Il tempo passato mi pare che sia la regola migliore per governarsi nell'avvenire. Tutte le calamità avvenute sono più certe di quelle che debbono succedere, e tuttavia le sono trascorse, e tu se' vivo e sano, e le ti servono oggidì d'argomento per intrattenere altrui ragionando, e forse per ridere. Così avverrà parimente delle altre che ti avranno ad accadere ancora. Io mi sarò, per esempio, levato stamattina sano, gagliardo, e non ho un segno d'infermità; e tuttavia, se io non saprò custodirmi contro agli assalti del mio cervello, in iscambio di consolarmi del mio stato buono, andrò fantasticando, che potrei ammalarmi, e se io odo a dire: il tale ha la febbre, o la mal'aria di questi dì fa infreddare, mi porrò le dita al polso sotto il mantello, o tossirò due o tre volte per isperimentare se il polmone avrà già presa l'aria maligna. Pericola una barca in mare, e mi vien detto. Mi querelo incontanente della mala fortuna, come s'io fossi in alto mare in burrasca; non per compassione di coloro che si saranno annegati, ma perchè, quantunque io non anderò mai di qua in Istria, mi par d'essere anche soggetto alle burrasche, anzi mi sembra d'esservi in mezzo. Come può aver mai bene un uomo così fatto, a cui par d'essere per tutto il mondo, quando col corpo suo tien tanto luogo di qui colà, che le disgrazie a pena sanno dove trovarlo. A questi dì sono stati molti mali tempi. Ho udite genti, che non hanno un palmo di solco, a querelarsi delle tempeste, e a far descrizioni di campagne innondate, come se tutto il danno fosse tocco a loro. Due spanne di ventre, che tu hai a riempiere per un anno, non meritano tante lamentazioni. Di qua a parecchi anni racconterai a' tuoi figliuoli questa novella del 1761, come già udisti raccontare quella del gran ghiaccio del 1709, e come racconti tu medesimo quella di non molti anni fa, che agghiacciarono le lacune. Non ti pare un bel che oggi a dire: qua dove ora scorrono le barchette, viaggiavano le carra e gli uomini con le robe, e altre maraviglie? Queste rimangono, e il freddo, nè il ghiaccio non sono più. Se scoppia un tuono dalle nuvole, ho veduto a turarsi gli orecchi, come se ogni cosa dovesse esser fólgore; e, quel ch'è peggio, impallidire, borbottare, tremare. S'io empiessi con le membra mie dieci o dodici miglia di terreno, vorrei tremare a nervo a nervo. Più ragionevole sarebbe a dubitare che fra le migliaja di camini, uno te ne cadesse addosso, mentre che vai, o una finestra, o una stanga, o altro. Se tu se' a tavola, non mangi boccone che non l'abbi studiato prima, e non abbi sospettato che sia di calida o di fredda qualità, e nocivo al tuo stomaco. Non vedi tu che, secondo i giorni, oggi smaltisci le più dure carni, e quasi il ferro, come lo struzzolo, e domani t'aggrava un pan bollito? Perchè vuoi tu dunque fantasticare, che dentro non ti vedi, e se ti vedessi, non sapresti quello che ti giova o nuoce, come poco lo sanno coloro che hanno studiato pel corso di tutta la vita le più minute parti del corpo umano? Chiudi usci, finestre, fessure, perchè temi la forza dell'aria. Anche questa fa gli effetti suoi secondo che ti trovi disposto. Un tramontano crudele, che soffia a piena bocca e ti dà nel capo, non ti fa verun male un giorno, e un ventolino impregnato d'odor di fiori, che ti tocca il mantello appena, ti farà, un altro, andare a letto e sfidare da' medici. In breve, se l'uomo non s'avvezza a godersi onestamente di quel poco di bene che ha al presente, e avrà sempre il capo pieno di sospetti, d'angosce e di paure di quello che non è ancora, o di quello che probabilmente non offenderà lui, io non so ricordargli altro rimedio, fuor quello di sotterrarsi.
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