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Gasparo Gozzi Prose Varie IntraText CT - Lettura del testo |
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XI.
Quello che avvenne all'Autore mentre andava un tratto a suo passeggio; ossia conto che si fa dell'oro. - Processione spontanea di ragazzi. - Differenza tra le contese degli uomini e quelle delle donne.
Non tutte le storie e le novelle che accaggiono, sono cose di sostanza o meritano di essere scritte per sè; ma talora il capo degli uomini, facendovi sopra le sue osservazioni e tirando la materia al costume, vi trova sopra di che ragionare. Un fatto che apparisce piccioletto di fuori e appena ha apparenza estrinseca, se gli fai avere la debita relazione col cuore dell'uomo dond'è uscito, diventa qualche cosa degna di considerazione. Andava io l'altr'ieri fantasticando e chiedendo se vi era cosa nuova da mettere in questi fogli: mi abbattei per caso ad un amico, e trattandoci insieme sulla via in un certo ragionamento dov'entrava dall'una parte il sì e dall'altra il no, uscì della bocca all'amico mio: Non è vero, e io ci giuocherei cento zecchini. - In questo, passa un uomo pulitamente vestito, si cava il cappello, ci fa un inchino e va via. Dice l'amico: Lo conoscete voi? - Io no; e voi? - Non lo vidi mai. - Gli andiamo dietro, e io gli dico: Signor mio, per non mancare al dover nostro, la preghiamo a dirci chi ella sia; poiché ci ha salutati con tanto bel garbo, ella ci dee conoscere, e non è alcuno di noi che si ricordi di averla veduta mai. - E voi avete ragione, rispos'egli, che io non ho veduto mai né l'uno né l'altro di voi; ma il mio inchino non veniva a voi, disse sorridendo: io mi sono tratto il cappello e feci riverenza a' cento zecchiniche sentii nominare mentre ch'io passava. - Questo bastò per farci appiccare amicizia e ragionare lungamente intorno all'amore che gli uomini hanno al danaro, e a quel rispetto che si dee portare alle monete. Qui si entrò a dire delle facoltà che ha la moneta (cose vecchie); ma il nuovo amico fece due riflessioni degne di essere notate. Non ci è, diss'egli, uomo, per ricco che sia, o vestito di oro e di argento, che vedendo uno zecchino per via in qualunque immondezza, se non fosse osservato, non si chinasse a ricoglierlo, o almeno non gli lasciasse su gli occhi passando; e la seconda si è, soggiunse, che alcuni furarono, anni sono, molte migliaja di zecchini e furono presi. In tutti i lati dove andai, sentii che furono da altri come essi chiamati balordi, ceppi e degni di ogni gastigo, perché con tanti zecchini nelle mani non aveano saputo fuggire e salvarsi.
Mi divisi dalla compagnia ridendo, e rimasi solo. Camminando per quella contrada che si chiama Barbaria delle tole m'incontrai in una squadra di cinquanta ragazzi di forse undici anni ognuno e non più, i quali facevano una processione. Alcuni aveano per aste in mano certi bastoncelli lunghetti, forniti con frondi di alberi, e sopravi una candeluzza; alcuni rappresentavano i capi e i massai; con certe conchette di legno ricoglievano la cera che colava, e diversi presiedevano all'ordinanza della processione; finalmente quattro di loro ne venivano con un solajo, tutto fornito e illuminato, e veniva chiusa la processione da molti che seguivano con una candeluzza accesa in mano. Avrebbe detto un altro: Che stai tu a vedere queste fanciullaggini? - Io mi arrestai per qualche tempo: parvemi cosa da osservarsi quell'ordine mantenuto puntualmente dai fanciulli avvezzi a correre per le vie; il sentire un coro che stava in tuono, e tutti gli altri atti così bene imitati, che parea una cosa vera. Partitomi di là, dissi poi fra me: vedi come la natura umana è inclinata all'imitazione! chi sapesse conoscere a che sono piegati i fanciulli in questi anni teneri, gli addestrerebbe facilmente ad ogni cosa. La via dell'imitazione è più sicura di tutte le altre scuole. Chi conoscesse, per esempio, uno atto a dipingere, io lo allogherei in casa di un pittore, non perchè gl'insegnasse a dipingere, ma perchè lo tenesse seco a vedere; e ci giuocherei che il fanciullo prenderebbe spontaneamente toccalapis, pennelli e colori, e a poco a poco pregherebbe il pittore ad ammaestrarlo. Un altro avrà volontà di leggere: alloghisi con persone studiose, non perchè lo tengano legato quasi tutto il giorno a suo dispetto con un libro in mano, ma perchè vedendo a studiare, s'invogli d'imitare e non si creda schiavo, ma stimi di poterlo fare se vuole e di lasciare se non vuole. Chi avesse detto a que' cinquanta putti con una sferza in mano: voglio che facciate una processione; vi si sarebbero messi cotanto di mal animo, che non vi sarebbero riusciti mai. Fa un'applicazione all'educare universalmente di questa picciolezza di una processione di ragazzi, e vedi quanto ingrandisci la materia. In natura non ci è cosa picciola, perchè osservata serve alle maggiori.
Tra questi pensieri venne la notte, e si era già avanzata verso le quattr'ore. Passai il ponte di Rialto per venire a casa, e odo un romore che parea che si aprisse l'inferno: sto in orecchi e mi arresto per fare, se occorreva, come disse Catone: Dove odi romori, va via; ed eccoti una brigata di femmine tutte veleno di collera, che si dicevano un monte di villania con una furia che le parole si frangevano ne' denti. Qui, diss'io, non ci saranno nè archibusi, nè spade: io posso arrestarmi. Dietro al tuono cominciò la gragnuola. L'occhio non tirava tanto lunge, ma l'orecchio mi diceva: questo è uno schiaffo, questo è un pugno. Ad un tratto sentii un aprire di finestre dall'alto e un gridare: Su, animo; e così dicendo, un ridere universale. Non vi fu un cane che si tramettesse per pacificarle; tanto che quando le non ebbero più fiato, nè vigore nelle braccia, co' capelli tutti arruffati, brontolando le si spiccarono da sè e andarono chi qua, chi là a' fatti loro; e io dissi: vedi bontà delle femmine! se questa mischia fosse stata fra maschi, parte ne sarebbero andati sulla bara o alle mani del cerusico, e parte avrebbero meritato la prigione o il capestro: queste buone femmine hanno sfogato la collera con alquante ammaccature, e si hanno fabbricato una storia da ragionarvi sopra parecchi dì, e sono contente: il cielo le accompagni.
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