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Pierangelo Baratono
Il beato Macario

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  • Le prime penitenze
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Le prime penitenze

I

 

Al tempo dei tempi, quando ogni cosa era di bronzo — e, anche, i cuori e le facce degli uominiscivolò all'onor del mondo un pargoletto, destinato dalla benigna sorte a mostrare esempio di rare virtù. Sin dai primi vagiti, difatti, l'eccelso personaggio, che doveva poi, col nome di Macario, vivere e morire diffondendo intorno a sé un acuto odore di santità, volle appalesare con chiari segni la propria missione opponendo un fiero corruccio agli osceni allettamenti dei sensi e rifiutando il latteo alimento sol perché offertogli in una coppa di carne nuda da una poco timorata nutrice. Con irati gesti e mugolii disapprovatori egli respinse, dunque, ben tre volte la coppa: e, forse, avrebbe prematuramente rinunciato a un'esistenza, che si rivelava piena di tentazioni peccaminose e di scandali, se la materna sollecitudine non si fosse affrettata a licenziar sui due piedi la proprietaria di un calice così dolce al tatto e così amaro per l'anima, e a comprare un biberone, che porgesse sostegno e cibo alle ancor deboli forze del bimbo.

Era, questo biberone, una lucida e garbata bottiglia dal collo cilindrico rivestito di un fodero di caucciù, che s'arrotondava, forato come un capezzolo, all'estremità: e avrebbe fatta la delizia del piccolo Macario, se le naturali conseguenze degli approcci tra le labbra e la tornita punta di caucciù non fosser sopraggiunte a sconvolgere i visceri del golosetto, costringendolo a metter da banda ogni scrupolo di pudicizia e ad esporre alla luce una nudità rosea e pienotta al pari di quella, già offerta in spettacolo dalla nutrice, ma situata nella parte diametralmente opposta del corpo. E fu appunto per non dare più inverecondo pascolo agli altrui sguardi che Macario, dopo una ponderata riflessione, deliberò di far penetrare il liquido latteo a traverso la porta di uscita di modo ch'esso, poi, seguendo la via inversa, trovasse meno sconcio sfogo a traverso la porta di entrata. Scelto, dunque, il momento propizio, egli procedette con fermo animo a un'operazione che, solitamente, richiede altre età ed altri ordigni: ma, il crudele ospite avendo recata troppo grave offesa al tenero alloggio, orribili strida riempiron subito di rumore la casa e di sgomento la madre. E Macario dovè soggiacere al supremo oltraggio dell'esame di un esculapio, chiamato ed accorso in gran fretta. Ma il savio medico, osservata con diligenza la parte lesa, la trovò, se bene non più intatta, illibata: così potente è la sanatrice efficacia della virtù anche nelle corporali faccende. E poiché il duro ricordo del biberone appariva stimolo sufficiente a vincer qualunque ritegno del pudore, Macario, vedutasi a portata di mano la zia Sofonisba, in un batter di ciglia la sbottonò ove le carni mostravan maggiore opulenza per impadronirsi con le dita e con le labbra, nonostante le proteste dell'indignata matrona, di una rotondità sulla quale i pigri ozi dei molti anni di vita casalinga avean deposto, in generosi strati, il burro della pinguedine.

E il pargolo sembrò, allora, un naufrago avvinghiato ad un otre.




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