IV
Poca cosa una servetta; né c'era
da rammaricarsi troppo, alla fin fine, per l'intervento dell'albergatore. Una
gentildonna, al contrario, una onorata sposa poteva lusingare l'orgoglio e
consentire all'anima di nutrir fede in una assai miglior soluzione. Pedagoga
con i fiocchi e i pizzi e le seterie: e non chieditrice di compensi!
La gentildonna, inoltre,
mostrava grande desiderio di propinare l'ammaestramento. Ma molti ostacoli si
frapponevano: un natural ritegno, la necessità di trovare luogo propizio e altri
consimili ammennicoli! Solo il marito non dava inciampi di sorta; sorrideva,
anzi, da lungi alla consorte, né faceva cenno di volerle, puta caso, domandare:
«Chi è, o cara, codesto giovane, con cui accalorata discorri?».
— Macario, ella è uomo pernicioso,
poiché vorrebbe indurmi a compiere un'azione malvagia.
Chiare parole, queste, che
aprivan la porta ai sogni più dolci. Ma altre, e ben diverse, seguivano:
— Il posto è in una strada
troppo battuta. Le pare... In quel palazzo alloggia una mia buona amica. Le
pare? ... È un albergo di cattiva fama. Le pare?...
Né il luogo propizio sarebbe
stato trovato, se la gentildonna medesima non avesse avuto una generosa
ispirazione.
— O Macario, domani, nel
pomeriggio, venga in casa mia. Parleremo con maggior agio. Non potrò
presentarle il mio consorte che, in quelle ore, è tra faccende: e me ne duole!
Né altro potrò offrirle, se non un tè preparato dalle mie mani, poiché la
fanticella, domani, avrà licenza per l'intiera giornata.
— Il tè mi preme poco: e, anche,
il suo consorte.
— Pernicioso pessimo uomo!
Dunque, l'attenderò... Ah, smemorata! Dimenticavo che, proprio nel pomeriggio
di domani, sarò costretta ad uscire.
— Per qual motivo, se è lecito?
— Ahimè, per ritirare un monile,
foggiato così e così da un orafo esperto.
— Potrò ritirarlo io stesso,
purché ella si fidi!
— Mi fido. Ma ignoro il prezzo:
e l'orafo vorrà esser pagato.
— Pagherò io, per suo conto.
— Purché ella si fidi!
— Mi fido. A domani, dunque.
— A domani.
Un monile così e così: ma chi
impediva alla gentildonna di andare un altro giorno a ritirarlo? C'era un poco
di buio, lì sotto!
Molto buio.
— Grazie, o Macario. Ella è
stato veramente cortese. Dia pur qua: e si accomodi. Il tè lo preferisce col
latte?
— No, niente latte (o biberone
della mia infanzia!); ma non s'occupi, adesso, del tè.
— E perché s'occupa ella,
dunque, della mia mano?
Un giovane, che cominci a
correre, non rallenta il passo per esortazioni. E certo, nonostante il tè e i
tristi ricordi d'infanzia, l'ammaestramento sarebbe stato impartito se, al
primo inizio, una gagliarda spinta non avesse fatta spalancare la porta del
salottino.
— Ah, traditori! E tu, vile
adultera...
Ma la vile adultera era
scomparsa come per incanto; e Macario scendeva già a precipizio le scale e
profonde grazie volgeva alla sorte amica, che gli avea consentito di salvarsi
lasciando solo un monile così e così a testimone del chiesto, se bene non
ricevuto ammaestramento.
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