V
Se le accasate gentildonne
possono riserbare qualche poco gradita sorpresa, una vedova, non vincolata ad
alcuno, deve aprir l'adito non a timori, bensì a grandi speranze: specie se
ella sia sovrana dispotica in una ben assettata bottega ed abbia come unico — e
molto devoto — suddito un faccendiere carco d'anni e d'esperienza e di
ventraglia. E, tuttavia, sorgono intoppi anche sovra le strade più lisce. Con
la donna dai veli vedovili l'intoppo assumeva una forma, che in ogni altra
contingenza sarebbe stata fonte di inesauribili letizie: si manifestava,
ovverossia, col piacevole aspetto di uno smodatissimo amore. Baci e moine e
parolette tenere piovevano a iosa; e lunghe passeggiate crepuscolari, a
braccetto, per i viali deserti, agevolavano quella dolce pioggia. Ma,
frattanto, la pedagoga, pur mostrando di aver caro il discepolo come le pupille
degli occhi, rifiutava caparbia il primo ammaestramento essenziale.
— Troppo ti amo, sospirava: e ho
paura. Paura che tu mi abbandoni, comprendi? Sei giovane d'anni: e ignori che
gli uomini presto si stancano e obliano. Anche tu, al pari degli altri, ti
stancheresti. No! Non voglio! Non voglio!
— E, dunque...?, obiettava
Macario.
— Dunque, concedimi tempo per
approfondire sino a qual punto tu mi ami.
Insopportabile sembrava il ritardo
all'impazienza di Macario, vergine e martire. Ma la dabben vedovella era così
pronta a consolarlo con i baci e le parolette tenere e le moine! E la bottega
appariva così linda e tranquilla con le sue cianfrusaglie allineate in ordine
nelle vetrine e con l'attigua stanzetta immersa in soporifica penombra e col
faccendiere ventruto.
Calmo era e ventruto, il
faccendiere; eppure, a volte, aveva tòni di voce e gesti, che sarebbero stati
consentiti soltanto a un padrone.
— Come puoi permettergli?...,
chiedeva Macario durante le passeggiate crepuscolari.
— Da tanti anni è in negozio:
sin dai tempi del mio consorte, pace all'anima sua! E mi consiglia, e mi aiuta
a tenere a galla la barca. Volentieri rimarrei sola: sola con te, bene mio! Ma
la barca ha qualche falla. Ed egli lo sa: anzi, sta mettendo da parte, a poco
per volta, i denari necessarii per liberarmi dagli impegni e divider, poi, meco
il dominio.
La vedova sospirò, e aggiunse
con lieve voce:
— Avrei bisogno di qualcuno, che
veramente mi amasse. Col cuore, né con le labbra soltanto.
— E, dopo, sparirebbe il
faccendiere?
Macario non potè dire altro! La
donna lo aveva avvinghiato con braccia tentacolari e lo stringeva e lo baciava
e lo baciava e lo bagnava di lacrime.
— Ora sì, che conosco il tuo
amore! Oh, poco contano i denari: e ancor meno gli impegni, dai quali son
minacciata. Il tuo gesto vale! Mi ami, sì, veracemente mi ami!
— Domani sera, avrò meco le
polizze, riscattate dai tuoi persecutori, giurò Macario commosso: ma tu
prometti, a tua volta, che diverrai pedagoga.
Il domani, infatti, cadute le
ombre del crepuscolo, la gentil vedovella insinuò una chiave fra le dita del
giovine allievo, sussurrando:
— Và ad aspettarmi nel negozio.
Apri piano, che nessuno senta, e lascia la porta accostata: e nasconditi dentro
il retrobottega.
Rincantucciato fra le tenebre,
Macario attende. Di fuori, giunge il suono di un passo di viandante, si smorza,
dilegua; poi l'uscio cigola lievemente. Macario, nello stanzino, non ha visto
lo spicchio di luce, che s'è adagiato, per un attimo, sul liscio pavimento;
ode, però, il cauto rumore della porta, che si richiude, e pensa gioiosamente:
— È entrata! È qui!
Allunga, egli, le mani,
annaspando. Ma che cosa ha urtato, nel buio? Una gonfia e molliccia rotondità:
simile in tutto a una pancia obesa.
E, zampillando fulminea, una
voce acre gli ferisce l'orecchio:
— Che bravo giovane, davvero!
Per questo, dunque, corteggiavi la mia padrona? Per derubarla, vuotarle la
bottega? Ma griderò e farò accorrere gente: e ti svergognerò innanzi al mondo!
Nessuno, tuttavia, fu chiamato:
poi che Macario, onde sottrarsi allo scandalo, aveva compensato, con un pronto
dono di polizze riscattate, l'ammaestramento, che non gli era stato impartito.
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