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Pierangelo Baratono
Il beato Macario

IntraText CT - Lettura del testo

  • La vita coniugale
    • XI
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XI

 

Scioltesi le tenebre, che avean protetto il talamo coniugale, e sorta l'aurora a tinger di roseo il pallido orizzonte, un intollerabile ansietà spinse fuor dal lettuccio austero il venerando esculapio e lo stimolò a recarsi, per notizie, dal non più vergin Macario.

Credo di aver consumato il matrimonio, rispose costui alle impazienti domande. Ma nulla sapevo; e nulla so, neanche adesso. Furono giusti e secondo legge gli atti? E furon naturali i vasi? Dapprima ritenni, nel pudico buio della stanza, di aver meco una creatura da pochi giorni venuta al mondo e, perciò, bisognosa di sostentamento. Quindi, dopo un breve lasso di tempo, mi sentii come trasportato nell'empireo: ma le mie labbra, piene di gratitudine, null'altro rinvennero se non un'odorosa chioma e una nuca. Infine, tormentato da dubbi alzai la voce per chiedere: O donna, sei tu fedele ai testi? Ma, ahi!, quasi subito un dubbio ancor più grave si aggiunse, poiché mi parve che un oggetto, solitamente destinato a rimaner sotto il talamo, mutando posto fosse salito di sopra.




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