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Pierangelo Baratono
Il beato Macario

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  • La vita esemplare
    • XXI
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XXI

 

Porgeva, dunque, Macario le guance alle percosse: e la sua voce si distendeva come un arcobaleno, ad annunciare agli uomini che ogni tempesta si risolve in serenità. Focosa zampillava la voce contro i prepotenti e i violenti. E i pargoli maltrattati e le spose soggette al marital dispotismo e sin anche gli animali attendevan salvezza da essa.

— Perché fai sanguinare, con le frustate, la groppa di codesto inerme asinello?, chiedeva Macario interponendosi tra la furia di un paesano e la vittima.

— Perché colpisci coi pugni codesto tenero fanciulletto?, domandava a un padre brutale fermandogli il braccio.

— Perché sfoghi l'iroso temperamento bastonando codesta tua dolce consorte?, rimbrottava collocandosi in mezzo a due coniugi in lite.

E il ciuco drizzava le orecchie, e il bimbo spalancava gli azzurri occhi, e la donna cessava di lacrimare. Ma né il bastone né i pugni né la frusta interrompevano il lor lavoro: soltanto la vittima mutava e, anziché una moglie o un bimbo o un somaro, si chiamava Macario.

I patimenti del corpo alimentavano e irrobustivano ancor più la fermezza dell'anima. E molte occasioni diedero a questa il modo di rivelare la propria inflessibilità. Un malandato giovane si presentò, un giorno, innanzi a Macario.

So, per pubblica voce, che tu ti opponi alla violenza, disse: e poiché mi trovo nella dura necessità di morire per fame o di aggredire, in un angolo di strada, un passante, ti supplico di porgermi aiuto ond'io non commetta violenza contro altrui.

Aiuto spirituale, certo, o giovane, rispose sereno Macario. Siedi, dunque, ed ascolta parola di pace.

Ma il giovane non sedette; anzi, uscì furibondo. E il grido di un passante, nella notte, dimostrò ch'egli era ancora acerbo per le parole di pace.

Un commerciante anziano ricorse, come a un santo, a Macario.

So, per pubblica voce, che tu ti opponi alla violenza, disse: e poiché gravi dissesti, non da me causati, mi pongon nel doloroso dilemma di rimaner disonorato o di uccidermi, prego che un tuo generoso aiuto mi salvi dal commetter violenza contro me stesso.

Aiuto morale, certo, o uomo dabbene, rispose mite Macario. Siedi, dunque, e ascolta parole di saggezza.

Ma il commerciante non sedette; anzi, fuggì via mugghiando. E un colpo d'arma da fuoco, nella notte, dimostrò ch'egli non era maturo a sufficienza per udir parole di saggezza.

Anche il venerando esculapio si recò a visitare Macario.

Figliuolo, disse, se i molti consigli, ch'io t'ho impartiti nel passato, mi donan qualche diritto alla tua gratitudine, e tu pietoso soccorrimi, poiché un rovescio di fortuna mi ha vuotata completamente la borsa.

Consigli tu mi impartisti, rispose benigno Macario. Ed ecco ch'io son pronto ad impartirti, a mia volta, consigli. Siedi, dunque, ed ascolta.

Ma il venerando esculapio non sedette; anzi, corse via bestemmiando. E, da quel giorno, rinunciò a dar consigli.

E Macario scrisse sul taccuino:

«Ho dimostrato dolcezza; ma gli uomini non mi han voluto ascoltare».




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