Avea dimostrata Macario, sin
dalla prima infanzia, una pudicizia veramente esemplare. E se la sciagura del
biberone non fosse sopraggiunta a fiaccare un poco la volontà, egli, certo,
avrebbe toccato il sommo della vita vereconda per l'altrui spirituale letizia.
Tuttavia, anche in età matura e
più soggetta agli stimoli sia del tempo presente sia di quello trascorso e non
obliato, il pio martire continuò a vigilare sovra di sé e attorno a sé affinché
l'ermellino del pudore rimanesse senza macchia né offesa. E tali erano la
delicatezza dell'anima e il rigore della sorveglianza, ch'egli non solo entrava
nelle botteghe dei librai a rimbrottarli aspramente se una colorita figurina,
priva di veli, allettasse le curiosità cennando da una copertina di volume, ma
ponevasi soventi volte di sentinella a fianco dei pubblici chiostri, ove i
passanti sostano brevemente per, poi, riprendere la lor strada, e con suadenti
parole induceva anche i più necessitosi a rinunciare a un atto che, compiuto in
luogo pubblico, putisce sempre di sconcio. Severo con gli altri, ancor maggiore
intransigenza mostrava Macario verso sé stesso, evitando perfino di prender
bagni onde non rimaner scandolezzato dalle proprie nudità.
Pur tuttavia, all'apparire di
madonna Primavera, il ricordo dei consigli, impartiti alla sua inquieta
adolescenza dal venerando esculapio, rendeva il martire perplesso e gli facea
considerare con qualche indulgenza il turbamento, da cui l'anima e il corpo —
mentre verdi gemme sbocciavan sui rami degli alberi — eran sovrappresi. E
poiché la verencodia ha sede esclusiva negli occhi, Macario si sottraeva al lor
giudicio e rimbrotto recandosi da una pietosa vecchierella, la quale aveva
acconciata una stanza con un tramezzo divisorio ove, a giusta altezza, si
scorgeva un forame. Di tal modo egli, relegata dalla parte opposta del tramezzo
ogni causa di scandalo, poteva intrattenersi seco stesso in savie meditazioni,
mentre altre e sempre mutevoli creature, rimanendo invisibili, si
intrattenevano seco lui.
Un giorno, Macario, essendo nel
consueto modo, udì una voce che, dall'altra parte dell'assito, gioiosamente
squittiva:
— Toh! Chi si rivede!
Voce di Undimilla vergine, che
salutava una vecchia conoscenza.
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