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Pierangelo Baratono Il beato Macario IntraText CT - Lettura del testo |
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IV
Poca cosa una servetta; né c'era da rammaricarsi troppo, alla fin fine, per l'intervento dell'albergatore. Una gentildonna, al contrario, una onorata sposa poteva lusingare l'orgoglio e consentire all'anima di nutrir fede in una assai miglior soluzione. Pedagoga con i fiocchi e i pizzi e le seterie: e non chieditrice di compensi! La gentildonna, inoltre, mostrava grande desiderio di propinare l'ammaestramento. Ma molti ostacoli si frapponevano: un natural ritegno, la necessità di trovare luogo propizio e altri consimili ammennicoli! Solo il marito non dava inciampi di sorta; sorrideva, anzi, da lungi alla consorte, né faceva cenno di volerle, puta caso, domandare: «Chi è, o cara, codesto giovane, con cui accalorata discorri?». — Macario, ella è uomo pernicioso, poiché vorrebbe indurmi a compiere un'azione malvagia. Chiare parole, queste, che aprivan la porta ai sogni più dolci. Ma altre, e ben diverse, seguivano: — Il posto è in una strada troppo battuta. Le pare... In quel palazzo alloggia una mia buona amica. Le pare? ... È un albergo di cattiva fama. Le pare?... Né il luogo propizio sarebbe stato trovato, se la gentildonna medesima non avesse avuto una generosa ispirazione. — O Macario, domani, nel pomeriggio, venga in casa mia. Parleremo con maggior agio. Non potrò presentarle il mio consorte che, in quelle ore, è tra faccende: e me ne duole! Né altro potrò offrirle, se non un tè preparato dalle mie mani, poiché la fanticella, domani, avrà licenza per l'intiera giornata. — Il tè mi preme poco: e, anche, il suo consorte. — Pernicioso pessimo uomo! Dunque, l'attenderò... Ah, smemorata! Dimenticavo che, proprio nel pomeriggio di domani, sarò costretta ad uscire. — Per qual motivo, se è lecito? — Ahimè, per ritirare un monile, foggiato così e così da un orafo esperto. — Potrò ritirarlo io stesso, purché ella si fidi! — Mi fido. Ma ignoro il prezzo: e l'orafo vorrà esser pagato. — Pagherò io, per suo conto. — Purché ella si fidi! — Mi fido. A domani, dunque. — A domani. Un monile così e così: ma chi impediva alla gentildonna di andare un altro giorno a ritirarlo? C'era un poco di buio, lì sotto! Molto buio. — Grazie, o Macario. Ella è stato veramente cortese. Dia pur qua: e si accomodi. Il tè lo preferisce col latte? — No, niente latte (o biberone della mia infanzia!); ma non s'occupi, adesso, del tè. — E perché s'occupa ella, dunque, della mia mano? Un giovane, che cominci a correre, non rallenta il passo per esortazioni. E certo, nonostante il tè e i tristi ricordi d'infanzia, l'ammaestramento sarebbe stato impartito se, al primo inizio, una gagliarda spinta non avesse fatta spalancare la porta del salottino. — Ah, traditori! E tu, vile adultera... Ma la vile adultera era scomparsa come per incanto; e Macario scendeva già a precipizio le scale e profonde grazie volgeva alla sorte amica, che gli avea consentito di salvarsi lasciando solo un monile così e così a testimone del chiesto, se bene non ricevuto ammaestramento. |
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