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Pierangelo Baratono Il beato Macario IntraText CT - Lettura del testo |
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VIII
Dolenti meditazioni condussero, infine, Macario a discernere il proprio errore e a ravvedersi. Di fatti, anziché aprire il borsellino per un albergatore e un monile e un riscatto di polizze e un debito di giuoco e un leone, egli, sin dall'inizio, avrebbe dovuto prescegliere una pedagoga diplomata nelle amorose dottrine e porgerle il compenso segnato nelle tariffe. Presa dunque, se bene in ritardo, la più giusta risoluzione e giràti gli occhi d'attorno, il giovin egro trovò senza fatica la medichessa. E, tuttavia, lento si svolse il contratto: né Macario sarebbe riuscito a concluderlo, se non avesse mostrato il proprio peculio alla femminea diffidenza. — Perdona, dichiarò la donna ratificando l'accordo: sono stata ingannata da tanti, che si spacciavan per cresi! — Uomo dabbene son io: e, inoltre, schivo d'ogni scena chiassosa e d'ogni scandalo. — Guanto per le mie dita, dunque. E giungi in buon punto per dimostrare al mio innamorato ch'io valgo ancora qualcosa. L'innamorato doveva, certo, attendere con impazienza la prova; poiché, non concedendo neppure il tempo di trarre fiato dopo l'ascesa delle molte scale, si presentò innanzi al discepolo ed alla pedagoga e, sbrattata via questa con una spinta, s'inchinò a quello pregandolo di sedersi. E Macario vergine e martire dovè pagare, non secondo tariffa, bensì con l'intiero peculio un ammaestramento, che nessuno gli aveva impartito. |
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