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Pierangelo Baratono Il beato Macario IntraText CT - Lettura del testo |
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XIX
Dimesse sdrucite vesti indossava Macario. Né ristava dal predicare: — Che cosa rappresenta l'abito, se non vana parvenza? Giudicherete voi gli uomini dall'involucro di stoffa? E quale cosa sarà, per voi, più biasimevole: una macchia sul panno o una macchia nell'anima? Così negletto egli bazzicava fra le genti, senza badare alle lor occhiate di sbieco ed alle lor gomitate. E talvolta, vedendo una mano correre alla tasca per prender l'obolo della pietà, mormorava: — Ecco! S'io non avessi questi umili pannicelli, non potrei conoscere il cuore degli uomini. Un giorno s'abbatté, naso contro naso, nel rispettabil convertito del pranzo d'addio. — Ah, canaglia!, disse afferrandolo per la giacca. — Che modi son questi, o pezzente!, protestò l'uomo cercando di svincolarsi dalle dita tenaci. — Pagherai il pranzo: e mi consegnerai il portafogli!, urlò Macario. Il luogo era deserto. E le forze del martire, per virtù dell'ira, apparivan raddoppiate. L'uomo trasse fuori, dunque, il portafogli e lo restituì; ma subito dopo, afferrata a sua volta la giacca di Macario, si diede a strillare: — Al ladro! Al ladro! Aiuto, buoni cristiani! Accorsero da ogni parte; accorsero in tanti, da sembrar nugolo di sfaccendati intorno ad un ciarlatano. — Cos'è stato? — Un tentativo di rapina! — Come! Di pieno giorno? — Questi manigoldi osano tutto. — Povero signore! Chi sa che paura avrà provata! — E l'altro? Guardatelo! Si capisce lontano un miglio ch'è un borsaiolo! Intanto l'uomo spiegava: — Mi s'è avvicinato umilmente, chiedendo che gli pagassi da pranzo. Muoveva a pietà, con quei cenci addosso e quel viso smunto: e mi ha indotto a cavare il portafogli, per soccorrerlo. Chi poteva supporre? — Oh, ingenuo! non gli vedevi il ceffo?; domandò qualcuno di mezzo alla folla. — Sì, è vero! Ma che colpa ho io, se sono un bonomo? — E il portafogli dov'è?, incalzò un'altra voce. — Frugategli le tasche. Lo troverete. E così e così! Frugaron subito l'inebetito Macario, scovarono il portafogli e lo restituirono al bonomo; poi, mentre costui si sperdeva nel fittume della moltitudine, consegnarono il martire, pesto e sbrindellato, alle guardie. Uscito di prigione, Macario scrisse sull'effemeride: «Senza aver commessa colpa, sono stato punito». E chi sa a quale doloroso soliloquio avrebbe aperti i cancelli della meditazione, se non fosse stato interrotto dall'apparire di zia Sofonisba. — Caro nipote, disse ella con voce soave, sappi che Clorinda tua, guarita per virtù della provvidenza da un grave morbo, si trova, oggi, in estremo bisogno. Conosco la tua parsimonia, e conosco la somma, donata a te dalla consorte nell'atto della separazione onde alleviar le tue pene di orbato sposo ed evitarti di sudar con la fronte. Sii, dunque, memore: e soccorri una donna che, se fu peccatrice, oggi vive fra le braccia della Provvidenza. — E fra le braccia della Provvidenza rimanga!, esclamò Macario. Come potrei rivolgerle parole di conforto, se la parola mi è mancata sin anche per difendere il mio portafogli? |
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