Vol., Comp.
1 I, Pre | Mi sono chiesto se non era temerità il dipingere sì
2 I, Giov | ch'a indegne colpe avvolta~Era sua sapïenza, e vidi tardi~
3 I, Giov | Ed il maggior mio gaudio era allorquando~In una chiesa
4 I, DioAm | core~Del mio Diletto, ed era - ah! la tremante~Lingua
5 I, DioAm | Lingua osa dirlo appena - era il Signore!~ ~Il Signor
6 I, DioAm | ridente~Più e più del suo viso era il fulgore,~E n'arsi ed
7 I, DioAm | core~Del mio Diletto, ed era - ah sì! il proclamo~All'
8 I, DioAm | All'universo in faccia - era il Signore!~ ~Io lo vidi,
9 I, Redenz | Nulla il vinse: egli grande era ancor.~ ~Ma più grande il
10 I, Croce | Del mio spirto esitanza era infingarda,~E di rapidi,
11 I, Chiese | onde a' miei nerbi~Strazio era dato, ed al mio cor tristezza,~
12 I, Chiese | spogliar l'antico Adamo~Era saldo in noi desir!~Ma spuntato
13 I, Chiese | Perduto, no, per me non era! e il lume~Di lui mi sfolgorava
14 I, Chiese | singolar brama; e questa brama~Era al mio stolto orgoglio esca
15 I, Chiese | mistica dolcezza~Vinto non era appien l'orgoglio mio:~Il
16 I, Chiese | E tale in que' momenti era il baleno~Della luce divina
17 I, Chiese | Ma non a tutti amici ivi era dato~Incontrarsi, parlar,
18 I, Chiese | perchè il prego mio non era udito,~«E sì correvi per
19 I, Proces | giovenili anni a me stanza~Era söave lido oltramontano:~ ~
20 I, Proces | chiese~Pompa uscita non era d'alternanti~Supplici turbe
21 I, Proces | giovane infelice,~Ch'empio non era stato, e sempre in core~
22 I, Proces | permesso, perchè umìl non era~Di quel giovin lo spirto,
23 I, Proces | ricordanza ridestava, in cui~S'era con fede innanzi a Dio gettato;~
24 I, Proces | palesar che in pregio~Gli era il mortal, non per potenza
25 I, Proces | Ah! ben più venerando~Era a' tempi de' barbari il
26 I, Parent | generose;~ ~E contento io non era nelle stesse~Più inebbrïanti
27 I, Parent | ricordar la madre, un fascino era~Che quasi mal mio grado
28 I, Santua | le brame al Crëatore;~Ed era di color, cui non va infranta~
29 I, Santua | che fu prima,~Quando non era ad empietà varcato?~E chi
30 I, Pass | recinto orrendo~Rieder non era ai desïati lari:~Poscia
31 I, Pass | quella generosa animatrice:~Era ad essa straniero il forsennato~
32 I, Pass | ardor s'intiepidìo:~Quel ch'era in me un incendio, è una
33 I, Secoli | ammirandi.~ ~Voce per ogni parte era d'Achivi:~«Noi chiama Giove
34 I, Secoli | E perocchè d'Iddio quest'era l'opra,~Se fidi al suo Vangelo~
35 I, Secoli | alzossi:~«Di civiltà sepolta era la luce;~Ed or novellamente~
36 I, AVolta | mi commendava.~ ~Io debol era, ma ogni dì i costumi~Del
37 I, Foscolo| cruccio ed orrore:~Vate era sommo, ed avea cinto l'armi,~
38 I, Foscolo| Chè di tue rimembranze era ripiena,~E già in Britannia
39 I, DeBreme| anime più pure,~Che non era la mia, nel duol costrette,~
40 I, Saluzzo| affaccia.~ ~Pargoletto ancor m'era, e mi strappai~Non senza
41 I, Saluzzo| L'aura vana, che fama era nomata,~Pareami gran tesor,
42 I, Saluzzo| le brame ch'esprimeano, v'era~Ch'essi alla cuna mia fossero
43 I, Mestiz | E quell'io che poc'anzi era forte;~Di repente in mestizia
44 I, Confal | Felice il martìr!~ ~Ell'era di quelle~Serafiche menti,~
45 I, AnimFig| Egli al fianco tuo mi dava,~Era tutta d'affetto e d'innocenza:~
46 I, AnimFig| molte croci.~ ~Quest'una era il lasciarvi, o miei diletti,~
47 I, AnimFig| Come don dell'Eterno ond'era io sposa:~Premendola al
48 I, SCarlo | fatti,~Dir non possiamo: «Era d'un'altra polve,~Era di
49 I, SCarlo | Era d'un'altra polve,~Era di tempi al dolce errar
50 I, SCarlo | con dolcezza~Invidiando, era commosso al pianto,~E vergognava
51 I, SCarlo | braccio nefando,~Irrugginito era di legge il brando.~ ~E
52 I, SCarlo | brando.~ ~E perchè inetta era la legge ultrice,~L'uomo
53 I, SCarlo | Carlo fremea:~Data non gli era onnipossente mano,~E pur
54 I, SCarlo | condivideva,~E l'austera sua mente era addolcita~Da quel sorriso
55 I, SCarlo | amico loro astuto e forte~Era colui che or volge opra
56 I, SCarlo | Da tergo il colpo giunto era su Carlo,~E, oh prodigio!
57 I, SCarlo | il giorno maledire in ch'era nato,~Ed il padre e la madre,
58 I, SCarlo | perverso~Chiostro, ov'ei s'era in tutti vizi immerso.~ ~
59 I, SCarlo | basse alme lo sdegno,~Ed era ei spesso ai vilipendii
60 I, SCarlo | tremoli e rari,~Perocch'era una prima alba di maggio,~
61 I, SCarlo | Più languidetta in cielo era e nell'onda.~ ~Ed allor
62 I, Donna | Fra i tristi cuori ond'era impietosita~S'annovravano
63 I, Donna | Dichiarò i pargoletti ond'era cinto,~La pia nel proprio
64 I, Guida | di tutti: - ah! quei non era Iddio,~Non era il sommo
65 I, Guida | quei non era Iddio,~Non era il sommo Ben ch'or m'innamora!~ ~
66 I, Guida | Ma fra i cuori mortali era il più pio~Ch'io conoscessi,
67 I, Guida | più pio~Ch'io conoscessi, era alcun nobil cuore~Che a
68 I, Guida | creature in te invaghite;~Era qualch'angiol che ver te
69 I, Messale| vïolenza atroce;~Ma mentr'era sì forte ogn'indol prava,~
70 I, Messale| Forte in cor degli eletti era la Croce!~Di forza era un'
71 I, Messale| eletti era la Croce!~Di forza era un'età che suscitava~Tra
72 I, Messale| prodìgi,~I prodi cavalieri ond'era cinto,~Il suo partir dai
73 II, Raff | quale~D'un magnanimo vate era il periglio,~E più il periglio
74 II, Raff | veleno.~Carissimo al regnante era Emerigo~Per assai merti
75 II, Raff | adunanze,~E più del consüeto era cruccioso,~E de' suoi fidi
76 II, Raff | grande spettacolo la vista~Era di grandi sensi ispiratrice.~
77 II, Raff | nobili cuori assaporata~Era la voluttà delle battaglie:~
78 II, Raff | turba.~Si discernea ch'ell'era gioia, e pure~Era una gioia
79 II, Raff | ch'ell'era gioia, e pure~Era una gioia che mettea spavento.~
80 II, Raff | entro sua mente.~Tal ben era Aldigero, e in sè volgea~
81 II, Raff | piaceri e spettacoli e conviti~Era pur la genìa, carco di ferri,~
82 II, Raff | scure!~E quell'oppresso era Ugonel! Colui,~Che il senno
83 II, Raff | porga e canti.~Penetrato era intanto ivi Romeo,~E testimon
84 II, Raff | il canuto, a cui più noto~Era che al figlio suo, quanta
85 II, Raff | dal suo loco,~Pur mesto era Aldiger, tardi mirando~Assai
86 II, Raff | pensiero~Della bella arpatrice era incalzante~A virtù, ma siccome
87 II, Raff | pieno di söave~Commozïone era d'Otton lo spirto,~Ed all'
88 II, Raff | temè del figliuol: fatto era questi~Prode leon che a
89 II, Ebelino| Ebelino~Morì esecrato, ed era giusto! Amore~E compianto
90 II, Ebelino| benedetto dall'orribil genio~Era un prode straniero, e fama
91 II, Ebelino| Nè ratto varco~Sperabil era tra i pensieri onesti~Che
92 II, Ebelino| plaudesse. Il core~Di molti era per esso, e nelle ardite~
93 II, Ebelino| un padre in Ebelino! - Ed era~In tai detti spirato. Allora
94 II, Ebelino| Nè, sebbene oltrespinta, era appien falsa~La parola di
95 II, Ebelino| Ed oh vista!~Iscarïote era Guelardo!~Balza~Spaventato
96 II, Ebelino| cela.~Ebelin pur commosso era, calcando~Con vincolato
97 II, Ebelino| luminoso ed esaltante~Non era stato mai colpito. In altri~
98 II, Ebelino| Perocchè Ottone~Stranier non era a simpatia per cuori~Di
99 II, Ebelino| d'Augusto in cerca.~Bella~Era la greca donna e di vivaci~
100 II, Ebelino| più dolente~Sanguinava, era quella ove scolpite~Stavan
101 II, Ebelino| bramava, e scellerata~L'alma era fredda, e a pentimento chiusa.~
102 II, Ebelino| colpa!~Il caduto Ebelino era innocente!~Ed Otton più
103 II, Ebelino| grida: - Oh me infelice!~Era innocente, e trarre a morte
104 II, Ildeg | lontani anni disegnate, e già era questa eseguita in gran
105 II, Ildeg | Irnando mio!» Salito~Egli era sovra un olmo. Eccol veloce~
106 II, Ildeg | baciando,~E tal commozïone era profonda,~Delizïosa per
107 II, Ildeg | cavallereschi atti famoso,~Qual era il pio Camillo. E l'abbracciava~
108 II, Ildeg | rinserra.~Beato d'una sposa era anche Irnando,~E questa
109 II, Ildeg | d'Elina,~E di più figli era già madre. Il cielo~Dato
110 II, Ildeg | Dice: Il cammin ch'io tenni era turpezza.~A sì indegne parole
111 II, Ildeg | Che insensato, ma mondo era il suo core;~Provi ch'egli
112 II, Ildeg | Franse un anel, che dono era d'Irnando,~Ed a' caduti
113 II, Ildeg | certi miti~Senni, e tal era d'Ildegarde il senno,~Che
114 II, Ildeg | damigella; e impallidita~Era al par d'essa. Il guardo
115 II, Ildeg | sviscerato~Fratel, qual gli era dall'infanzia Irnando.~Ciò
116 II, Ildeg | occhi ci stava,~No, non era quel pio, cui sì dilette~
117 II, Ildeg | di Camillo.~- Io dunque~Era il superbo! esclama il cavaliero:~
118 II, Ildeg | rapisti~Colui che tutto era al cor mio! Colui,~Pel qual
119 II, Ildeg | Voler, voler del cielo era d'Irnando~L'inimistà pel
120 II, Ildeg | riedean, ma fremebonda~Sempre era Elina, e, tramontato il
121 II, ISaluzz| Il Marchesato di Saluzzo era di qualche importanza a
122 II, ISaluzz| Riccarda Visconti di Milano, ed era quindi uno de' Principi
123 II, ISaluzz| Napoli, della casa d'Angiò. Era questi un ragguardevole
124 II, ISaluzz| alcune alte virtù. L'età era cavalieresca e religiosa,
125 II, ISaluzz| Mentre quella splendida corte era modello di gentilezza, le
126 II, ISaluzz| Carlo, figlio di Roberto, era premorto al padre, e lo
127 II, ISaluzz| lume~D'ammirabili Santi, era di molti~Olocausti di sangue
128 II, ISaluzz| che a' ghibellini~Fatto s'era mancipio; e il tuo ispirato~
129 II, ISaluzz| di que' prenci~Magnanimi era, ch'ove rischio appaia,~
130 II, ISaluzz| E se leso alcun dritto era a Manfredo,~Per saldi patti
131 II, ISaluzz| tremendi esempi sbigottito~Era il cor d'altri santi. E
132 II, ISaluzz| non inutil pienamente ell'era:~Schernita andava, ma ponea
133 II, ISaluzz| forse un dì fruttava; ed era un germe~Religïoso di terrore.
134 II, ISaluzz| patrocinio~Degl'innocenti, era parola invitta~Che con pronti
135 II, ISaluzz| proprii fatti adora.~Tal era il truce Arrigo: ei mille
136 II, ISaluzz| prostrata~Da infinite falangi era Saluzzo,~Nè i suoi dolori
137 II, ISaluzz| uscita.~Frodolento il decreto era a sol fine~Di scovrir se
138 II, ISaluzz| Sì perchè non abbietto era il suo core,~Sì perchè astutamente
139 II, ISaluzz| disamata~Da tal cuor ch'era suo! da tal diletto~Cuor,
140 II, ISaluzz| grandeggiava,~E Giovanni era, l'invincibil sire~Dell'
141 II, ISaluzz| nato~All'avo di Tommaso era fratello,~E niun de' feudatarii
142 II, ISaluzz| Veggion quanto al riscatto era mestieri,~E benedicon Dio.~
143 II, ISaluzz| amabil fola; e simil tempo~Era quel di Roberto e delle
144 II, ISaluzz| quel furor, che visto~S'era in Sicilia poco innanzi,
145 II, ISaluzz| ghibellini~Anima principale era il Dogliani,~Come già tempo
146 II, ISaluzz| prodezza. Il nome~Di Tommaso era sola indi una cosa~Col nome
147 II, ISaluzz| sommi duci lo stranier non era.~L'opposto caso tuttodì
148 II, ISaluzz| da quel pensier tremendo~Era a que' tempi strazïato:
149 II, ISaluzz| sovrastanti indizio~Lo strido era dell'ùpupa ed il mesto~Urlo
150 II, ISaluzz| un prence espulso: audace era il partito,~Ma generoso.
151 II, ISaluzz| Iddio?~Non misero abbastanza era il mio fato,~Ugo crudel?
152 II, ISaluzz| santamente muoia.~Festivo era quel giorno, e perciò l'
153 II, ISaluzz| aspettavasi. Omai tarda~Era la sera, ed Ugo apparecchiati~
154 II, AroldCl| bellezza della mansuetudine. Era in me indelebile un consiglio
155 II, AroldCl| il vecchio.~Ahimè, quell'era di sventura un novo~Spaventevole
156 II, AroldCl| Perigliose attraversano. Ma ov'era~L'Angiol del vecchio afflitto
157 II, AroldCl| innalza.~Sbandato di predoni era un drappello,~Che della
158 II, AroldCl| guerra col favor raccolto~S'era d'Itale spiagge e di straniere~
159 II, AroldCl| giorno pria furibonda oste~Era quivi passata e avea deserta~
160 II, AroldCl| che il primo~Clamor non era, ma or fischiante or rotto~
161 II, AroldCl| stuolo~Giunge de' cavalieri. Era Manfredo,~Che di baroni
162 II, AroldCl| Qual novo orrendo palpito! Era dunque~Il fratel suo quel
163 II, AroldCl| Commiserando, svolga altra vicenda.~Era una sera: alle vetuste mura~
164 II, AroldCl| crine ella il ravvisa.~Chi era? Chi!... Manfredo! il già
165 II, AroldCl| perduto e per la rabbia~Gli s'era da brev'ora intorbidato~
166 II, AroldCl| dov'ei movesse, e giunto~Era ai campi d'Aroldo altra
167 II, AroldCl| Poi le briglie toccava ed era in sella.~Fermato ivi un
168 II, AroldCl| l'ossa d'Aroldo, e muto~Era il castello, ed in vicino
169 II, Roccel | ROCCELLO.~ ~Cantica.~ ~M'era sembrato si potesse fare
170 II, Roccel | collegato~Col truce sire infatti era il Visconte.~- Taci, dicea
171 II, Roccel | tomba oltraggio!~- Taci! era il grido di Roccello ancora.~
172 II, Roccel | inebbriato~Da sì vaghi spettacoli era il core~Immaginoso di Roccello. -
173 II, Roccel | terren, le impronte.~- M'era dolce, o signor, che di
174 II, Roccel | chè di maggiore ossequio~Era a tai leggi debitor. Creduto~
175 II, Roccel | Del pronto dipartir. - M'era avvezzato,~Sire, a quelle
176 II, Roccel | ad un tratto un rombo, ed era a guisa~Di nembo e terremoto.
177 II, Roccel | stirpe~Onde in Ravenna uscita era Francesca,~La trucidata
178 II, MDante | labbro uscisse:~Irrigidita era la man, gelata~Nelle fauci
179 II, MDante | occhio...~L'alma di Dante era salita al Cielo!~ ~FINE.~
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