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Silvio Pellico
Poesie inedite

IntraText - Concordanze

era

    Vol.,  Comp.
1 I, Pre | Mi sono chiesto se non era temerità il dipingere sì 2 I, Giov | ch'a indegne colpe avvolta~Era sua sapïenza, e vidi tardi~ 3 I, Giov | Ed il maggior mio gaudio era allorquando~In una chiesa 4 I, DioAm | core~Del mio Diletto, ed era - ah! la tremante~Lingua 5 I, DioAm | Lingua osa dirlo appena - era il Signore!~ ~Il Signor 6 I, DioAm | ridente~Più e più del suo viso era il fulgore,~E n'arsi ed 7 I, DioAm | core~Del mio Diletto, ed era - ah sì! il proclamo~All' 8 I, DioAm | All'universo in faccia - era il Signore!~ ~Io lo vidi, 9 I, Redenz | Nulla il vinse: egli grande era ancor.~ ~Ma più grande il 10 I, Croce | Del mio spirto esitanza era infingarda,~E di rapidi, 11 I, Chiese | onde a' miei nerbi~Strazio era dato, ed al mio cor tristezza,~ 12 I, Chiese | spogliar l'antico Adamo~Era saldo in noi desir!~Ma spuntato 13 I, Chiese | Perduto, no, per me non era! e il lume~Di lui mi sfolgorava 14 I, Chiese | singolar brama; e questa brama~Era al mio stolto orgoglio esca 15 I, Chiese | mistica dolcezza~Vinto non era appien l'orgoglio mio:~Il 16 I, Chiese | E tale in que' momenti era il baleno~Della luce divina 17 I, Chiese | Ma non a tutti amici ivi era dato~Incontrarsi, parlar, 18 I, Chiese | perchè il prego mio non era udito,~«E sì correvi per 19 I, Proces | giovenili anni a me stanza~Era söave lido oltramontano:~ ~ 20 I, Proces | chiese~Pompa uscita non era d'alternanti~Supplici turbe 21 I, Proces | giovane infelice,~Ch'empio non era stato, e sempre in core~ 22 I, Proces | permesso, perchè umìl non era~Di quel giovin lo spirto, 23 I, Proces | ricordanza ridestava, in cui~S'era con fede innanzi a Dio gettato;~ 24 I, Proces | palesar che in pregio~Gli era il mortal, non per potenza 25 I, Proces | Ah! ben più venerando~Era a' tempi de' barbari il 26 I, Parent | generose;~ ~E contento io non era nelle stesse~Più inebbrïanti 27 I, Parent | ricordar la madre, un fascino era~Che quasi mal mio grado 28 I, Santua | le brame al Crëatore;~Ed era di color, cui non va infranta~ 29 I, Santua | che fu prima,~Quando non era ad empietà varcato?~E chi 30 I, Pass | recinto orrendo~Rieder non era ai desïati lari:~Poscia 31 I, Pass | quella generosa animatrice:~Era ad essa straniero il forsennato~ 32 I, Pass | ardor s'intiepidìo:~Quel ch'era in me un incendio, è una 33 I, Secoli | ammirandi.~ ~Voce per ogni parte era d'Achivi:~«Noi chiama Giove 34 I, Secoli | E perocchè d'Iddio quest'era l'opra,~Se fidi al suo Vangelo~ 35 I, Secoli | alzossi:~«Di civiltà sepolta era la luce;~Ed or novellamente~ 36 I, AVolta | mi commendava.~ ~Io debol era, ma ogni i costumi~Del 37 I, Foscolo| cruccio ed orrore:~Vate era sommo, ed avea cinto l'armi,~ 38 I, Foscolo| Chè di tue rimembranze era ripiena,~E già in Britannia 39 I, DeBreme| anime più pure,~Che non era la mia, nel duol costrette,~ 40 I, Saluzzo| affaccia.~ ~Pargoletto ancor m'era, e mi strappai~Non senza 41 I, Saluzzo| L'aura vana, che fama era nomata,~Pareami gran tesor, 42 I, Saluzzo| le brame ch'esprimeano, v'era~Ch'essi alla cuna mia fossero 43 I, Mestiz | E quell'io che poc'anzi era forte;~Di repente in mestizia 44 I, Confal | Felice il martìr!~ ~Ell'era di quelle~Serafiche menti,~ 45 I, AnimFig| Egli al fianco tuo mi dava,~Era tutta d'affetto e d'innocenza:~ 46 I, AnimFig| molte croci.~ ~Quest'una era il lasciarvi, o miei diletti,~ 47 I, AnimFig| Come don dell'Eterno ond'era io sposa:~Premendola al 48 I, SCarlo | fatti,~Dir non possiamo: «Era d'un'altra polve,~Era di 49 I, SCarlo | Era d'un'altra polve,~Era di tempi al dolce errar 50 I, SCarlo | con dolcezza~Invidiando, era commosso al pianto,~E vergognava 51 I, SCarlo | braccio nefando,~Irrugginito era di legge il brando.~ ~E 52 I, SCarlo | brando.~ ~E perchè inetta era la legge ultrice,~L'uomo 53 I, SCarlo | Carlo fremea:~Data non gli era onnipossente mano,~E pur 54 I, SCarlo | condivideva,~E l'austera sua mente era addolcita~Da quel sorriso 55 I, SCarlo | amico loro astuto e forte~Era colui che or volge opra 56 I, SCarlo | Da tergo il colpo giunto era su Carlo,~E, oh prodigio! 57 I, SCarlo | il giorno maledire in ch'era nato,~Ed il padre e la madre, 58 I, SCarlo | perverso~Chiostro, ov'ei s'era in tutti vizi immerso.~ ~ 59 I, SCarlo | basse alme lo sdegno,~Ed era ei spesso ai vilipendii 60 I, SCarlo | tremoli e rari,~Perocch'era una prima alba di maggio,~ 61 I, SCarlo | Più languidetta in cielo era e nell'onda.~ ~Ed allor 62 I, Donna | Fra i tristi cuori ond'era impietosita~S'annovravano 63 I, Donna | Dichiarò i pargoletti ond'era cinto,~La pia nel proprio 64 I, Guida | di tutti: - ah! quei non era Iddio,~Non era il sommo 65 I, Guida | quei non era Iddio,~Non era il sommo Ben ch'or m'innamora!~ ~ 66 I, Guida | Ma fra i cuori mortali era il più pio~Ch'io conoscessi, 67 I, Guida | più pio~Ch'io conoscessi, era alcun nobil cuore~Che a 68 I, Guida | creature in te invaghite;~Era qualch'angiol che ver te 69 I, Messale| vïolenza atroce;~Ma mentr'eraforte ogn'indol prava,~ 70 I, Messale| Forte in cor degli eletti era la Croce!~Di forza era un' 71 I, Messale| eletti era la Croce!~Di forza era un'età che suscitava~Tra 72 I, Messale| prodìgi,~I prodi cavalieri ond'era cinto,~Il suo partir dai 73 II, Raff | quale~D'un magnanimo vate era il periglio,~E più il periglio 74 II, Raff | veleno.~Carissimo al regnante era Emerigo~Per assai merti 75 II, Raff | adunanze,~E più del consüeto era cruccioso,~E de' suoi fidi 76 II, Raff | grande spettacolo la vista~Era di grandi sensi ispiratrice.~ 77 II, Raff | nobili cuori assaporata~Era la voluttà delle battaglie:~ 78 II, Raff | turba.~Si discernea ch'ell'era gioia, e pure~Era una gioia 79 II, Raff | ch'ell'era gioia, e pure~Era una gioia che mettea spavento.~ 80 II, Raff | entro sua mente.~Tal ben era Aldigero, e in volgea~ 81 II, Raff | piaceri e spettacoli e conviti~Era pur la genìa, carco di ferri,~ 82 II, Raff | scure!~E quell'oppresso era Ugonel! Colui,~Che il senno 83 II, Raff | porga e canti.~Penetrato era intanto ivi Romeo,~E testimon 84 II, Raff | il canuto, a cui più noto~Era che al figlio suo, quanta 85 II, Raff | dal suo loco,~Pur mesto era Aldiger, tardi mirando~Assai 86 II, Raff | pensiero~Della bella arpatrice era incalzante~A virtù, ma siccome 87 II, Raff | pieno di söave~Commozïone era d'Otton lo spirto,~Ed all' 88 II, Raff | temè del figliuol: fatto era questi~Prode leon che a 89 II, Ebelino| Ebelino~Morì esecrato, ed era giusto! Amore~E compianto 90 II, Ebelino| benedetto dall'orribil genio~Era un prode straniero, e fama 91 II, Ebelino| ratto varco~Sperabil era tra i pensieri onesti~Che 92 II, Ebelino| plaudesse. Il core~Di molti era per esso, e nelle ardite~ 93 II, Ebelino| un padre in Ebelino! - Ed era~In tai detti spirato. Allora 94 II, Ebelino| , sebbene oltrespinta, era appien falsa~La parola di 95 II, Ebelino| Ed oh vista!~Iscarïote era Guelardo!~Balza~Spaventato 96 II, Ebelino| cela.~Ebelin pur commosso era, calcando~Con vincolato 97 II, Ebelino| luminoso ed esaltante~Non era stato mai colpito. In altri~ 98 II, Ebelino| Perocchè Ottone~Stranier non era a simpatia per cuori~Di 99 II, Ebelino| d'Augusto in cerca.~Bella~Era la greca donna e di vivaci~ 100 II, Ebelino| più dolente~Sanguinava, era quella ove scolpite~Stavan 101 II, Ebelino| bramava, e scellerata~L'alma era fredda, e a pentimento chiusa.~ 102 II, Ebelino| colpa!~Il caduto Ebelino era innocente!~Ed Otton più 103 II, Ebelino| grida: - Oh me infelice!~Era innocente, e trarre a morte 104 II, Ildeg | lontani anni disegnate, e già era questa eseguita in gran 105 II, Ildeg | Irnando mio!» Salito~Egli era sovra un olmo. Eccol veloce~ 106 II, Ildeg | baciando,~E tal commozïone era profonda,~Delizïosa per 107 II, Ildeg | cavallereschi atti famoso,~Qual era il pio Camillo. E l'abbracciava~ 108 II, Ildeg | rinserra.~Beato d'una sposa era anche Irnando,~E questa 109 II, Ildeg | d'Elina,~E di più figli era già madre. Il cielo~Dato 110 II, Ildeg | Dice: Il cammin ch'io tenni era turpezza.~A sì indegne parole 111 II, Ildeg | Che insensato, ma mondo era il suo core;~Provi ch'egli 112 II, Ildeg | Franse un anel, che dono era d'Irnando,~Ed a' caduti 113 II, Ildeg | certi miti~Senni, e tal era d'Ildegarde il senno,~Che 114 II, Ildeg | damigella; e impallidita~Era al par d'essa. Il guardo 115 II, Ildeg | sviscerato~Fratel, qual gli era dall'infanzia Irnando.~Ciò 116 II, Ildeg | occhi ci stava,~No, non era quel pio, cui sì dilette~ 117 II, Ildeg | di Camillo.~- Io dunque~Era il superbo! esclama il cavaliero:~ 118 II, Ildeg | rapisti~Colui che tutto era al cor mio! Colui,~Pel qual 119 II, Ildeg | Voler, voler del cielo era d'Irnando~L'inimistà pel 120 II, Ildeg | riedean, ma fremebonda~Sempre era Elina, e, tramontato il 121 II, ISaluzz| Il Marchesato di Saluzzo era di qualche importanza a 122 II, ISaluzz| Riccarda Visconti di Milano, ed era quindi uno de' Principi 123 II, ISaluzz| Napoli, della casa d'Angiò. Era questi un ragguardevole 124 II, ISaluzz| alcune alte virtù. L'età era cavalieresca e religiosa, 125 II, ISaluzz| Mentre quella splendida corte era modello di gentilezza, le 126 II, ISaluzz| Carlo, figlio di Roberto, era premorto al padre, e lo 127 II, ISaluzz| lume~D'ammirabili Santi, era di molti~Olocausti di sangue 128 II, ISaluzz| che a' ghibellini~Fatto s'era mancipio; e il tuo ispirato~ 129 II, ISaluzz| di que' prenci~Magnanimi era, ch'ove rischio appaia,~ 130 II, ISaluzz| E se leso alcun dritto era a Manfredo,~Per saldi patti 131 II, ISaluzz| tremendi esempi sbigottito~Era il cor d'altri santi. E 132 II, ISaluzz| non inutil pienamente ell'era:~Schernita andava, ma ponea 133 II, ISaluzz| forse un fruttava; ed era un germe~Religïoso di terrore. 134 II, ISaluzz| patrocinio~Degl'innocenti, era parola invitta~Che con pronti 135 II, ISaluzz| proprii fatti adora.~Tal era il truce Arrigo: ei mille 136 II, ISaluzz| prostrata~Da infinite falangi era Saluzzo,~ i suoi dolori 137 II, ISaluzz| uscita.~Frodolento il decreto era a sol fine~Di scovrir se 138 II, ISaluzz| Sì perchè non abbietto era il suo core,~Sì perchè astutamente 139 II, ISaluzz| disamata~Da tal cuor ch'era suo! da tal diletto~Cuor, 140 II, ISaluzz| grandeggiava,~E Giovanni era, l'invincibil sire~Dell' 141 II, ISaluzz| nato~All'avo di Tommaso era fratello,~E niun de' feudatarii 142 II, ISaluzz| Veggion quanto al riscatto era mestieri,~E benedicon Dio.~ 143 II, ISaluzz| amabil fola; e simil tempo~Era quel di Roberto e delle 144 II, ISaluzz| quel furor, che visto~S'era in Sicilia poco innanzi, 145 II, ISaluzz| ghibellini~Anima principale era il Dogliani,~Come già tempo 146 II, ISaluzz| prodezza. Il nome~Di Tommaso era sola indi una cosa~Col nome 147 II, ISaluzz| sommi duci lo stranier non era.~L'opposto caso tuttodì 148 II, ISaluzz| da quel pensier tremendo~Era a que' tempi strazïato: 149 II, ISaluzz| sovrastanti indizio~Lo strido era dell'ùpupa ed il mesto~Urlo 150 II, ISaluzz| un prence espulso: audace era il partito,~Ma generoso. 151 II, ISaluzz| Iddio?~Non misero abbastanza era il mio fato,~Ugo crudel? 152 II, ISaluzz| santamente muoia.~Festivo era quel giorno, e perciò l' 153 II, ISaluzz| aspettavasi. Omai tarda~Era la sera, ed Ugo apparecchiati~ 154 II, AroldCl| bellezza della mansuetudine. Era in me indelebile un consiglio 155 II, AroldCl| il vecchio.~Ahimè, quell'era di sventura un novo~Spaventevole 156 II, AroldCl| Perigliose attraversano. Ma ov'era~L'Angiol del vecchio afflitto 157 II, AroldCl| innalza.~Sbandato di predoni era un drappello,~Che della 158 II, AroldCl| guerra col favor raccolto~S'era d'Itale spiagge e di straniere~ 159 II, AroldCl| giorno pria furibonda oste~Era quivi passata e avea deserta~ 160 II, AroldCl| che il primo~Clamor non era, ma or fischiante or rotto~ 161 II, AroldCl| stuolo~Giunge de' cavalieri. Era Manfredo,~Che di baroni 162 II, AroldCl| Qual novo orrendo palpito! Era dunque~Il fratel suo quel 163 II, AroldCl| Commiserando, svolga altra vicenda.~Era una sera: alle vetuste mura~ 164 II, AroldCl| crine ella il ravvisa.~Chi era? Chi!... Manfredo! il già 165 II, AroldCl| perduto e per la rabbia~Gli s'era da brev'ora intorbidato~ 166 II, AroldCl| dov'ei movesse, e giunto~Era ai campi d'Aroldo altra 167 II, AroldCl| Poi le briglie toccava ed era in sella.~Fermato ivi un 168 II, AroldCl| l'ossa d'Aroldo, e muto~Era il castello, ed in vicino 169 II, Roccel | ROCCELLO.~ ~Cantica.~ ~M'era sembrato si potesse fare 170 II, Roccel | collegato~Col truce sire infatti era il Visconte.~- Taci, dicea 171 II, Roccel | tomba oltraggio!~- Taci! era il grido di Roccello ancora.~ 172 II, Roccel | inebbriato~Da sì vaghi spettacoli era il core~Immaginoso di Roccello. - 173 II, Roccel | terren, le impronte.~- M'era dolce, o signor, che di 174 II, Roccel | chè di maggiore ossequio~Era a tai leggi debitor. Creduto~ 175 II, Roccel | Del pronto dipartir. - M'era avvezzato,~Sire, a quelle 176 II, Roccel | ad un tratto un rombo, ed era a guisa~Di nembo e terremoto. 177 II, Roccel | stirpe~Onde in Ravenna uscita era Francesca,~La trucidata 178 II, MDante | labbro uscisse:~Irrigidita era la man, gelata~Nelle fauci 179 II, MDante | occhio...~L'alma di Dante era salita al Cielo!~ ~FINE.~


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