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Silvio Pellico
Poesie scelte

IntraText CT - Lettura del testo

  • FRANCESCA DA RIMINI   TRAGEDIA.
    • ATTO QUINTO;
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ATTO QUINTO;

 

 

 

SCENA PRIMA.

 

(La sala è illuminata da una lampada)

 

FRANCESCA E GUIDO.

 

FRANCESCA.

Deh, lo placasti?

GUIDO.

(Venendo dalle stanze di Lanciotto.)

Egli mi vide, e sorse

Spaventato dal letto. - Oh cielo! è giunta,

Sclamò, quest'alba sciagurata. Io debbo

Perder Francesca?... Ogni consiglio or cangio:

Senza lei viver non poss'io. - Frattanto

Lagrime amare gli piovean sul volto:

E or te nomando infuriava, or pieno

D'amor ti compiangea.Fra le mie braccia

Lungamente lo tenni, e con lui piansi,

Libero freno al suo dolor lasciando.

L'acquetai poscia con soavi detti,

E il convinsi che meglio è che tu parta

Senza vederlo. Andiam.

FRANCESCA.

Padre, non fia:

S'or nol riveggio, nol vedrò più mai.

Rancore ei serba contro di me: secura

Del suo perdono esser vogl'io.

GUIDO.

Ti calma.

Perdonato egli t'ha; perdonar Paolo

Pur mi promise.

FRANCESCA.

Oh gioja! Ma, deh, in questo

Sacro momento, non nomar, ten prego,

Colui che appieno obbliar deggio... e il bramo!

Già meno forte egli nel cor mi parla:

Già mi riparla la virtù perduta,

E il pentimento e la memoria sola

Dello sposo fedel che tu mi desti,

E ch'io non seppi amar. - Parlargli chieggo

Anco una volta. Deh, non adirarti!

Questa grazia m'ottieni. I miei rimorsi

Per la passata ingratitudin tutti

Mostrar gli vo': prostrarmi a' piedi suoi:

Di non sprezzarmi scongiurarlo. Vanne:

Digli che, s'io non lo riveggio, ahi parmi

Del perdono del ciel chiusa ogni speme.

GUIDO.

A forza il vuoi? Qui il condurrò.

 

 

 

SCENA II.

 

FRANCESCA.

 

 

Per sempre

Dunque ti lascio, o Rimini diletta.

Addio, città fatale! addio, voi mura

Infelici, ma care! amata culla

Di... quei prenci... Che dico! - Eterno Iddio,

Per questa casa ultima prece io t'offro,

Bench'io sia rea, non chiuder, no, l'orecchio.

Nulla chieggo per me: per que' fratelli

Prego: tua destra onnipossente posi

Sul capo lor... Chi veggio?

 

 

 

SCENA III.

 

FRANCESCA e PAOLO.

 

PAOLO.

(Prorompendo forsennato con una spada alla mano.)

Oh sovrumana

Gioja! Vederla ancor m'è dato. - Ah, ferma!

Se tu fuggì, io t'inseguo.

FRANCESCA.

Audace! ahi lassa!

E come in armi?

PAOLO.

Sgombre ho le mie guardie

Coll'oro.

FRANCESCA.

Oh ciel! nuovi delitti...

PAOLO.

Io vengo

I delitti a impedir. Paga non fora

Contro me, credi, la gelosa rabbia

Del fratel mio; te immolar pensa. Orrendo

Spavento è quel ch'or qui mi tragge. - Al sonno

Chiusi dianzi le ciglia, ed oh qual truce

Visïone m'assalse! Immersa io vidi

Te nel tuo sangue moribonda: a terra

Mi gettai per soccorrerti... il mio nome

Proferivi, e spiravi! - Ahi disperato

Delirio! Invano mi svegliava, il fero

Sogno mi sta dinanzi agli occhi. Mira:

Sudor di morte da mie chiome gronda

Al rammentarlo.

FRANCESCA.

Calmati...

PAOLO.

Furente

M'alzai, corruppi i vili sgherri: un brando

Strinsi... Ahi, temea di più non rivederti!

Qui ti ritrovo: oh me felice!... Imponi:

Come del cor, del Braccio mio reina

Tu sei: morir per te desìo.

FRANCESCA.

Rientra,

Oh insano, in te. Quell'uom che oltraggi, a noi

Già perdonava. Fuggirai. Che speri?

PAOLO.

Se te col padre tuo salva non veggio

Fuor di queste pareti, abbandonarti

Non posso. Infausto, orribile presagio

Pe' giorni tuoi m'affanna. - Ah, tu non m'ami!

Tu rassegnata...

FRANCESCA.

Esserlo è d'uopo.

PAOLO.

Or dimmi:

Quando, ove mai ci rivedrem?

FRANCESCA.

Se in terra

Fine avrà... l'empio nostro amor...

PAOLO.

Non mai!...

Dunque non mai ci rivedrem! - Francesca,

Su questo cor poni la man. Talora

Tu questa mano ti porrai sul core

E de' palpiti miei ricorderatti:

Feroci sono: pochi fien!

FRANCESCA.

Oh amore!

PAOLO.

Adorata t'avrei: non fora un giorno

Passato mai ch'io non cercato avessi

Di farti ognora più e più felice...

M'avresti reso (oh incantatrice idea!)

Padre di prole a te simile: avrei

A' miei figli insegnato ad onorarti.

Dopo Dio prima, e come io t'amo amarti!

FRANCESCA.

Il solo udir questi tuoi detti è colpa.

PAOLO.

mia giammai!...

FRANCESCA.

Che parli? Eternamente

Quant'io deggia al mio sposo e a' generosi

Suoi sacrifici sentirò. Solenne

Protesta or odi: - Se l'ingiusto fato

Lui seppellisse pria di me, perpetue

Conserverò le vedovili bende:

coll'amarti mai, fuorchè in silenzio,

Offenderò la sua santa memoria.

PAOLO.

Mal m'intendesti: augurii empii non formo:

Viva e m'uccida il fratel mio. Ma lungi

Dall'ira sua tu pur, Francesca, ah, vivi:

Vivi, e in silenzio amami, sì!... Ne' mesti

Tuoi sogni spesso mi vedrai. Beata

Ombra e notte al fianco tuo starommi

Adorandoti ognor.

FRANCESCA.

Paolo...

PAOLO.

Tiranni

Gli uomini e il cielo fur con noi.

FRANCESCA.

T'acqueta.

Misera me! Non ci perdiamo... Ah, padre! (Chiamando.)

PAOLO.

Più non ha dritti alla sua prole un padre

Che a sue voglie tiranniche l'immola.

Chi de' tuoi giovanili anni sepolto

Ha il fior nel pianto? Chi questa tremenda

Febbre in te mosse onde tutta ardi? All'orlo

Chi della tomba li spingeva?... Il padre!

FRANCESCA.

Empio, che dici?... - Odo fragor.

PAOLO.

Null'uomo

Potrà strapparti da mie braccia.

 

 

 

SCENA IV.

 

GUIDO, LANCIOTTO e detti.

 

LANCIOTTO.

Oh vista!

Paolo?... Tradito da mie guardie sono...

Oh rabbia! e ad esser testimon di tanta

Infamia, o Guido, mi chiamasti? Ad arte

Ella a me ti mandò. Fuggire o farsi.

Ribelli a me volean: muojano entrambi.

(Snuda il ferro e combatte contro Paolo.)

FRANCESCA.

Oh rio sospetto!

GUIDO.

Scellerata figlia,

A maledirti mi costringi.

PAOLO

Tutti,

O Francesca, t'abborrono: me solo

Difensor hai.

FRANCESCA.

Placatevi, o fratelli:

Fra i vostri ferri io mi porrò. La rea

Son io...

LANCIOTTO.

Muori! (La trafigge.)

GUIDO.

Me misero!

LANCIOTTO.

E tu, vile,

Difenditi.

PAOLO.

(Getta a terra la spada e si lascia ferire.)

Trafiggimi.

GUIDO.

Che festi?

LANCIOTTO.

Oh ciel! qual sangue!

PAOLO.

Deh... Francesca...

FRANCESCA.

Ah, Padre!...

Padre... da te fui maledetta...

GUIDO.

Figlia,

Ti perdono!

PAOLO.

Francesca... ah!... mi perdona...

Io la cagion son di tua morte.

FRANCESCA.

Eterno...

Martir... sotterra... oimè... ci aspetta!

PAOLO.

Eterno

Fia il nostro amore...Ella è spirata... io muojo...

LANCIOTTO.

Ella è spirata. - Oh Paolo! - Ahi, questo ferro

Tu mi donasti! in me si torca.

GUIDO.

Ferma,

Già è tuo quel sangue; e basta, onde tra poco

Inorridisca al suo ritorno il sole.

 

FINE DELL'ATTO QUINTO ED ULTIMO.


 

 

 




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