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Silvio Pellico
Poesie scelte

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  • FRANCESCA DA RIMINI   TRAGEDIA.
    • ATTO SECONDO.
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ATTO SECONDO.

 

 

 

SCENA PRIMA.

 

GUIDO e FRANCESCA.

 

FRANCESCA.

Qui... più libera è l'aura.

GUIDO.

Ove t'aggiri

Dubitando così?

FRANCESCA.

Non ti parea

La voce udir... di... Paolo?

GUIDO.

Timore

Or di vederlo non ti prenda. Innanzi

Non ti verrà, se tu nol brami.

FRANCESCA.

Alcuno

Gli disse ch'io... l'abborro? glien duol forse?

GUIDO.

Assai glien duol. Volea partir; Lanciotto

Ne lo trattenne.

FRANCESCA.

Egli partir volea?

GUIDO.

Or più quieto hai lo spirto. Oggi Lanciotto

Spera che del fratel suo la presenza

Tu sosterrai.

FRANCESCA.

Padre, mio padre! Ah, senti...

Questo arrivo... deh, senti, come forti

Palpiti desta nel mio sen! - Deserta

Rimini mi parea; muta, funebre

Mi parea questa casa; ora... Deh, padre,

Mai non lasciarmi, deh, mai più! Sol teco

Giubilar oso e piangere; nemico

Tu non mi sei... Pietà di me tu avresti,

Se...

GUIDO.

Che?

FRANCESCA.

Se tu sapessi... - Oh, quanto amaro

M'è il vivere solinga! Ah, tu pietoso

Consolator mi sei!... Fuorchè te, o padre,

Non evvi alcun dinanzi a cui non tremi,

Dinanzi a cui tutti del core i moti

Io non debba reprimere... Nascosto

Non tengo il cor; facil s'allegra e piange:

E mostrar mai nè l'allegria nè il pianto

Lecito m'è. Tradirmi posso; guai,

Guai se con altri un detto mi sfuggisse!...

Tu... più benigno guarderesti i mali

Della tua figlia... E se in periglio fosse...

Ne la trarresti con benigna mano.

GUIDO.

No, il cor nascosto tu non tieni... I tuoi

Pensier segreti... più non son segreti,

Quando col tuo tenero padre stai.

FRANCESCA.

Tutto... svelarti bramerei... Che dico?

Ove mi celo? Oh terra, apriti, cela

La mia vergogna!

GUIDO.

Parla; il ciel t'ispira.

Abbi fiducia. Il fingere è supplizio

Per te...

FRANCESCA.

Dovere è il fingere, dovere

Il tacer, colpa il dimandar conforto;

Colpa il narrar sì reo delitto a un padre,

Che il miglior degli sposi alla sua figlia

Diede... e felice non la fe'!

GUIDO.

Me lasso!

Il carnefice tuo dunque son io?

FRANCESCA.

Oh buon padre! nol sei... - Vacillar sento

La mia debol virtù. - Tremendo sforzo,

Ma necessario! Salvami, sostienmi!

Lunga battaglia fin ad ora io vinsi;

Ma questi di mia vita ultimi giorni

Tremarmi fanno... Aita, o padre, ond'io

Santamente li chiuda. - Ah, sì! Lanciotto

Ben sospettò, ma rea non son! fedele

Moglie a lui son, fedel moglie esser chieggo!.. -

Padre... sudar la tua fronte vegg'io...

Da me torci gli sguardi... inorridisci...

GUIDO.

Nulla, figlia, raccontami...

FRANCESCA.

Ti manca

Lo spirto. Oh ciel!

GUIDO.

Nulla, mia figlia. - Un breve

Disordin qui... qui nella mente... - Ah, dolce

A vecchio padre è l'appoggiar le inferme

Membra su figli non ingrati!

FRANCESCA.

Oh, è vero!

Giusta è la tua rampogna; ingrata figlia,

Ingrata io son: puniscimi.

GUIDO.

Qual empio

Di sacrilega fiamma il cor t'accese?

FRANCESCA.

Empio ei non è, non sa, non sa ch'io l'amo;

Egli non m'ama.

GUIDO.

Ov'è? Per rivederlo

Forse a Ravenna ritornar volevi?

FRANCESCA.

Per fuggirlo, mio padre!

GUIDO.

Ov'è colui?

Rispondi; ov'è?

FRANCESCA.

Pietà mi promettesti;

Non adirarti. È in Rimini...

GUIDO.

Chi giunge!

 

 

 

SCENA II.

 

LANCIOTTO e DETTI.

 

LANCIOTTO.

Turbati siete?... Eri placata or dianzi.

GUIDO.

Diman, Francesca, partirem.

LANCIOTTO.

Che dici?

GUIDO.

Francesca il vuol.

FRANCESCA.

Padre!

GUIDO.

Oseresti?...

(Parte guardandola minacciosamente.)

 

 

 

SCENA III.

 

LANCIOTTO e FRANCESCA.

 

FRANCESCA.

Ahi, crudo

Più di tutti è mio padre!

LANCIOTTO.

Abbandonarmi

Più non volevi; io ti credea commossa

Dal dolor mio. Per fuggir Paolo, d'uopo

Che tu parta non è; partir vuol egli.

FRANCESCA.

Partir?

LANCIOTTO.

Funesta gli parria la vita

Ne' suoi penati, ove abborrito ei fosse.

FRANCESCA.

Tanto gl'incresce?

LANCIOTTO.

Invan distornel volli;

Di ripartir fe' giuramento.

FRANCESCA.

Ei molto

Te ama...

LANCIOTTO.

Soave e generoso ha il core.

Debole amor (pari m'è in ciò) non sente...

E pari a me, d'amor vittima ei vive!

FRANCESCA.

D'amor vittima?

LANCIOTTO.

Sì. Non reggerebbe

Il tuo medesmo cuor, se tu l'udissi...

FRANCESCA.

Or perchè viene a queste piagge adunque?

Cred'ei che m'abbia alcun altro fratello

Onde rapirmel?... Per mio solo danno,

Certo, ei qui venne.

LANCIOTTO.

Ingiusta donna! Ei prega,

Pria di partir, che un sol istante l'oda,

Che un solo istante tu lo veggia. - Ah, pensa

Ch'ei t'è cognato; che novelli imprende

Lunghi viaggi; che più forse mai

Nol rivedrem! Religion ti parli.

Se un nemico avess'io, che l'oceàno

In procinto a varcar, la destra in pria

A porgermi venisse... io quella destra

Con tenerezza stringerei, sì dolce

È il perdonar.

FRANCESCA.

Deh, cessa!.. Oh mia vergogna!

LANCIOTTO.

Chi sa, direi, se quel vasto oceàno,

Fin che viviam, frapposto ognor non fia

Tra quel mortale e me? Sol dopo morte,

In cielo... E tutti noi là ci vedremo...

Là non potremo esser divisi. Oh donna,

Il fratello abborrir là non potrai!

FRANCESCA.

Sposo, deh, sappi... Ah, mi perdona!

LANCIOTTO.

Vieni,

Fratello!

FRANCESCA.

Oh Dio!

(Si getta nelle braccia di Lanciotto.)

 

 

 

SCENA IV.

 

PAOLO e Detti.

 

PAOLO.

Francesca!... eccola... dessa!

LANCIOTTO.

Paolo, t'avanza.

PAOLO.

E che dirò? - Tu dessa? -

Ma s'ella niega di vedermi, udirmi

Consentirà? Meglio è ch'io parta, in odio

Le sarò men. - Fratel, dille che al suo

Odio perdono, e che nol merto. Un caro

German le uccisi; io nol volea. Feroce

Ei che perdenti avea le schiere, ei stesso

S'avventò sul mio brando; io di mia vita

Salvo a costo l'avria.

FRANCESCA.

(Sempre abbracciata al marito, senza osar di levar la faccia.)

Sposo, è partito?

Partito è Paolo?.. Alcuno odo che piange;

Chi è?

PAOLO.

Francesca io piango; io de' mortali

Sono il più sventurato! Anche la pace

De' lari miei non m'è concessa. Il core

Assai non era lacerato? assai

Non era il perder... l'adorata donna?

Anche il fratello, anche la patria io perdo!

FRANCESCA.

Cagion mai non sarò ch'un fratel l'altro

Debba fuggir. Partir vogl'io; tu resta,

Uopo ha Lanciotto d'un amico.

PAOLO.

Oh! l'ami?...

A ragion l'ami. Io pur l'amo... E pugnando

In remote contrade... e quando i vinti

E le spose e le vergini io salvava

Dal furor delle mie turbe vincenti,

E d'ogni parte m'acclamavan tutti

Fortissimo guerrier, ma guerrier pio...

Dolce memoria del fratello amato

Mi ricorreva, e mi parea che un giorno

Mi rivedrebbe con gentile orgoglio...

E tutta Italia e sue leggiadre donne

Avrian proferto amabilmente il nome

Dell'incolpabil cavaliero. - Ah, infausti

M'erano que' trionfi! il valor mio

Infausto m'era!

FRANCESCA.

Dunque tu in remote

Contrade combattendo... ai vinti usavi

Spesso pietà? Le vergini e le spose

Salvavi? Là colei forse vedesti

Che nell'anima tua regna. - Che parlo?

Oh insana. - Vanne. Io t'odio, sì!

PAOLO.

(Risolutamente.)

Lanciotto,

Addio. - Francesca!...

FRANCESCA.

(Udendo ch'egli parte, gli getta involontariamente uno sguardo.)

PAOLO.

(Vorrebbe parlare; è in una convulsione terribile, e temendo di tradirsi fugge.)

LANCIOTTO.

Paolo: deh, ti ferma!

 

 

 

SCENA V.

 

LANCIOTTO e FRANCESCA.

 

FRANCESCA.

Paolo... Misera me!

LANCIOTTO.

Pietà di lui

Senti, barbara, o fingi? A che ti stempri

In lagrime or, se noi tutti infelici

Render vuoi tu? Favella; io ragion chieggo

De' tuoi strani pensieri; alfin son stanco

Di sofferirli.

FRANCESCA.

E sono pure io stanca

Di tue ingiuste rampogne; ed avrò pace

Sol quando fia ch'io più non veggia... il mondo!

 

FINE DELL'ATTO SECONDO.


 

 

 




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