Il filtro
Margherita
Valori, che tutti chiamavano Margheritina per una cotal sua aria ingenua e
fanciullesca, quantunque sposa da sei anni a Daniele Valori capitano di lungo
corso, era quel che si suol dire una buona ragazza.
I due
vocaboli Margheritina e ragazza sembravano oramai inseparabili dalle sue guancie
tondette, da' suoi chiari occhi ridenti, dalla piccola persona agile ed
irrequieta come di uccellino sul ramo. Quella Margheritina - dicevano le amiche
- mette di buon umore solamente a vederla. Di nemiche non ne aveva.
Certo, quando
Daniele Valori la prese in moglie, lui, un uomo serio, un uomo posato, un uomo
che stava in mare per mesi e mesi, non mancarono i commenti ed i pronostici; ma
poichè il matrimonio era riuscito bene, contento Daniele, contenta
margheritina, nessuna nube all'orizzonte, nessun pretesto neppure lontano alla
maldicenza; ebbene? - dicevano le amiche - perchè non si potrebbe essere bella,
allegra e buona moglie insieme?
Attiva, piena
di zelo, Margheritina si occupava non solo delle proprie domestiche faccende,
ma dove le era possibile non si rifiutava mai di dare aiuto a sani e ad
ammalati. Colla scusa poi che era senza figliuoli tutti si ingegnavano ad
appioppargliene qualcuno, sia per battesimo o per cresima, sia per cullarli o
portarli a spasso, o sorvegliarli nei compiti o far loro qualche predicuzza che
uscita da quei labbri corallini atteggiati invano a severità, se non convertiva
proprio i peccatori, glie ne ribadiva le simpatie ed allargava sempre più la
riconoscenza di babbi e mamme.
Fu per questo
che ella non si sorprese affatto quando una lontana parente le scrisse
annunciandole l'arrivo di un suo figliuolo a scopo di compire gli studii per la
carriera navale, pregandola di cercargli una buona pensione dove potesse
trovarsi come in famiglia. Senza por tempo in mezzo, perchè gli interessati
avevano premura, Margheritina rispose alla parente: «Manda pure tuo figlio, lo
terrò in casa mia e gli farò da mamma». Poi scrisse a suo marito che si trovava
in viaggio per Hong-Kong: «Ho una buona notizia da darti. La Lucia Anderloni,
quella che a suo marito gli si spezzò una gamba e poi morì, manda qui il suo
ragazzo agli studii, uno de' suoi ragazzi, perchè deve averne cinque o seì, non
so bene. La buona notizia è che ho pensato di offrirle la cameretta d'angolo,
colla tappezzeria rossa, se ti ricordi, che a noi non serve; pagando, si
intende, ma un prezzo d'amicizia, e così colla compagnia del ragazzo non sarò
più sola. Che ne dici?»
Quest'ultima
frase in forma di domanda testimoniava l'animo schietto di Margheritina, ma in
realtà era perfettamente inutile avvegnachè qualunque cosa avesse potuto dire
Daniele Valori, con quel po' po' di distanza sarebbe sempre arrivata in
ritardo.
Così un bel
giorno - bello per modo di dire perchè viceversa pioveva a catinelle, ma questo
non conta - la Margheritina che aveva allestita la camera d'angolo colla
tappezzeria rossa, si vide comparire dinanzi un giovinotto del più leggiadro
aspetto, alto, smilzo, con due occhi neri neri e due baffetti biondi biondi,
che sorrideva, bagnato come un pulcino.
- Vengo a
nome di Lucia Anderloni….
- Benissimo.
E dov'è il ragazzo?
- Quale
ragazzo?
- Il figlio
di Lucia, per il quale tengo pronta la camera e la colazione….
- Ma sono io.
- Il figlio
di Lucia?
- Eh! sì,
perbacco, il primogenito.
Margheritina seguendo
il suo naturale impulso fanciullesco diede in una grande risata, e l'altro,
senza sapere veramente perchè ridesse, si pose subito a farle eco così
spontanea e gioconda che si trovarono immediatamente amici.
- Questa è
curiosa però, - disse alla fine la giovane signora Valori ricomponendosi in
dignità, - io avevo sempre creduto che si trattasse di un ragazzo.
- Mi
dispiace, - rispose l'altro con un finto rammarico pieno di furberia e di
grazia, - di doverle cagionare un disinganno al mio primo apparire.
Soggiunse
Margheritina con disinvoltura, entrando nella sua parte di mamma:
- Quanti anni
ha lei?
- Diciannove
a momenti.
- E vuol
studiare?….
- Entro come
allievo alla scuola navale. Suo marito è capitano di lungo corso?
- Già. Ma
forse vorrà cambiare d'abito? Gocciola da ogni banda.
In un paio
d'ore l'ospite aveva preso possesso della camera, rossa, asciugato,
ripettinato, con una bella scriminatura che dalla tempia sinistra gli andava
fino alla nuca. tracciando una linea così sottile che sembrava un filo di seta.
- Se non le
dispiace cambierei posto a quella testa di rinoceronte per allogarvi il mio
servizio di toeletta.
- Si figuri!
Margheritina
dovette ammirare l'elegante accolta di cianciafruscole che il giovinotto
sciorinò in luogo della testa di rinoceronte, e questo trofeo dei viaggi di
Daniele Valori venne portato in un'altra stanza dove trovavansi già in buona
copia zanne d'elefante, conchiglie, yatagan e pappagalli imbalsamati. Ogni
volta che Daniele Valori tornava in patria non mancava mai di portare alla sua
sposina un pappagallo che ripeteva: buon giorno Margheritina!, ma poi il
pappagallo moriva e Margheritina lo faceva imbalsamare per emoria.
Erano appena
due giorni che l'allievo della scola navale si trovava nel suo nuovo alloggio
quando una delle tante amiche di Margheritina balzando dentro alla porta che
pareva una folata di vento, si pose ad esclamare:
- Ma che ti
frulla, Margheritina, di tenerti in casa un simile giovinotto? S'è mai visto?
Che ne direbbe tuo marito se lo sapesse?
- Mio marito
- balbettò Margheritina sorpresa e sconcertata - lo sa.
- Ah! benone,
lo saprà quando sarà giunto a Hong-Kong. Di qui a allora….
- Non
capisco. Che male c'è?
- Ah! che
male c'è? Un giovinotto bello, simpatico, elegante, distinto….
- Ih! ih!
quanti aggettivi.
- Con due
occhi da far saltare in aria una polveriera….
- Ma io non
sono una polveriera.
- Noi donne -
sentenziò l'amica assumendo un'aria grave - abbiamo tutte una polveriera dentro
di noi. Dà retta a me che sono maggiore.
- Di un anno
e mezzo.
- In un anno
e mezzo, cara mia, si imparano tante cose. Bastano qualche volta cinque minuti.
Ti avverto per il tuo bene, non per odio al giovinotto ehe è simpatico,
distinto….
- Elegante e bello,
- completò Margheritina tentando una delle sue risate. Ma la risata fu un po'
stridula.
Il giorno
dopo un'altra sua amica, una signora anziana, - Margheritina ne aveva di tutte
le età, - presentandosi seria e compunta e dichiarandosi dolentissima dell'ambasciata
che era obbligata a fare, le venne rivelando con abbondanza di parole e di
citazioni lo scandalo che essa dava al vicinato con quella razza di pigionale e
il dolore e la mortificazione che per lei ne provavano le sue amiche. Terminò
col paragone un po' vecchio, ma sempre opportuno, dell'onore di una donna
facile ad appannarsi come la superficie di uno specchio al quale basta un
soffio.
Margheritina
questa volta pianse. Oh! che colpa ne aveva lei se il figlio della Lucia
toccava a momenti i diciannove anni invece dei dieci o dodici che gli aveva
attribuiti? E come si faceva ora a metterlo fuori dell'uscio? Poteva forse
dirgli: Signor mio, ella è troppo pericoloso per una bella donnina come me?
Furono ancora
le amiche che tagliarono il nodo gordiano. Raccolte a conciliabolo
incominciarono a pescare una vedova di età venerabile e di scarsa fortuna,
mettendo sott'occhio alla Margheritina prima, al giovinotto in seguito, l'opera
caritatevole che sarebbe stata riportando su quella derelitta il piccolo
provento della pensione; facendo anche osservare che i Valori essendo
benestanti non facevano bella figura ad affittar camere e che certamente l'amor
proprio di Daniele Valori ne sarebbe rimasto ferito. Batti e ribatti, che il
giovinotto capisse o non capisse, che la Margheritina fosse o non fosse
contenta, le amiche la spuntarono.
Ecco dunque
l'allievo della scuola navale installato altrove, e la Margheritina mogia mogia
a riportare nella camera rossa la testa di rinoceronte.
Questo però
non voleva dire che l'Anderloni, da giovane bene educato e già innanzi negli
usi di società, non si credesse in obbligo di fare qualche visita alla sua
parente, che anzi le visite col conoscersi meglio si fecero di volta in volta
più lunghe e più frequenti. Alla Margheritina non pareva vero di passare
qualche ora diversa dal solito e di penetrare in un mondo che non conosceva
attraverso i racconti spigliati del suo giovane cugino. Si chiamavano cugini
senza che a nessuno dei due fosse venuto in mente di verificare i gradi di
parentela.
Parlavano poi
del più e del meno, del tempo, del mare grosso o no, delle mode strampalate,
dei libri, dei giornali, finchè un giorno cadde in mezzo ai loro discorsi la
parola amore. Allora si accese una discussione sui diversi amori: amore sentimentale,
amore sensuale, amore cerebrale, amor platonico, amore per civetteria, per
burla, per ozio, per vendetta, per imitazione, per abitudine. L'allievo di
marina si mostrava di una competenza straordinaria. Margheritina si chiedeva
come mai, coi suoi diciannove anni non ancora compiuti, e dove e in che modo
avesse potuto raccogliere tante e sì svariate nozioni sopra un argomento nel
quale lei, donna maritata, si riconosceva assolutamente inferiore.
Se è vero che
parlar d'amore fra uomo e donna è quasi come farlo (ma Margheritina non lo
sapeva) quei due s'erano proprio messi sopra una cattiva strada. L'argomento,
non mai esaurito, faceva capolino ad ogni visita apportando sempre nuovi
rinforzi per parte del giovinotto che non si peritò a documentare le sue
lezioni sull'appoggio dei più noti romanzieri d'amore e siccome le parole
uscivano da una bocca rosea come un fiore e appetitosa come un frutto,
Margheritina (senza accorgersene) le sorbiva avidamente.
E se è pur
vero un altro proverbio, che la paglia vicina al fuoco si infiamma, a quale dei
due si vorrà dar colpa dell'odore di bruciaticcio che già emanavano i loro
colloqui passati dall'amore in genere all'amore particolare? Il giovinotto che
era nato Don Giovanni come un altro nasce San Luigi non aveva bisogno di
ricorrere ad astuzie di seduzione. Tutto era seduzione spontanea in lui: gli
sguardi, il sorriso, la voce, il gesto, il parlare, il tacere. Ma ammettendo
pure che la sua seduzione fosse inconscia ne vedeva però l'effetto in
Margheritina, e dai rossori e dai tremori di lei prendeva sempre più ampiezza
la sua fiamma quale incendio mosso da vento favorevole.
La
conclusione fu che senza venire ad una dichiarazione esplicita i due, diciamo
così cugini, sapevano oramai di che male pativano reciprocamente, colla
differenza che Margheritina ingenua e primitiva lusingavasi di amare
l'Anderloni di un affetto quasi fraterno, e lui invece sapeva benissimo quel
che voleva. Stato d'animo codesto che non manca di dolcezza ma che a lungo
andare diventa insostenibile.
Chi ne
soffriva di più era la Margheritina non avvezza a quelle scherme e che nella
sua coscienza di buona ragazza sentiva già rimordersi, pensando al suo Daniele
lontano, di non pensarci tanto come prima. E godeva, sì, molto, nella compagnia
del neo marinaro ma poi le venivano tanti scrupoli che il piacere ne restava
amareggiato. La sua bella allegria era andata in fumo così tra un sospiro e una
lagrimuccia finchè non potendone più se ne aperse coll'amica più intima, quella
stessa che aveva dato il primo allarme.
- Non te lo
avevo detto io? Ogni donna ha dentro di sè una polveriera. Non mi hai dato
retta….
- Ma sì che
t'ho dato retta, tanto è vero che lo mandai fuori di casa.
- Uscito per
la porta, rientrato per la finestra.
- Oh! Dio, -
fece Margheritina torcendosi le mani, - che cosa dovevo fare?
- Bè, non
occupiamoci del tempo passato. Pensiamo piuttosto a quello che devi fare
adesso. Pregarlo, per esempio, di diradare le sue visite….
- Ho già
tentato, ma se ne mostrò afflitto per modo che non ebbi il coraggio di
insistere. Ha già la malinconia di trovarsi lontano dai suoi, se gli chiudessi
anche la mia casa…. E sua madre che me lo raccomandò tanto!… È una posizione
delicata.
L'amica dopo
una pausa soggiunse:
- Ne hai
parlato al tuo confessore?
- Ma ti pare!
Sono cose da dirsi al confessore? Se ci fosse peccato, oh! allora…. ma peccato
non c'è.
- Scusa,
scusa, peccati ve ne sono di diverse sorta….
- Come
dell'amore.
-
Precisamente, e i peccati di desiderio….
- Ma io non
desidero! - esclamò vivacemente la Margheritina.
- Cioè,
desideri alla maniera di noi donne; desideri di essere desiderata.
Margherita si
fece di porpora gridando:
- No! No! Ti
assicuro che io non ci penso e, se non fosse lui che smania per questo….
- Lasciamo andare,
- fece l'amica in tono conciliante, - tu, lui, la differenza è nulla poichè il
pericolo esiste. Riconosci che esiste?
Margheritina
abbassò il capo con nuove fiamme sulla faccia.
- Dunque ci
vuole il rimedio, e poichè diradare le visite ti dispiace e parlarne al
confessore non ti va, se ricorressi al magnetismo? C'è qui una fattucchiera
che, vero sì vero no, io non me ne intendo e non vado a cercare, ma ti assicuro
ha dato dei responsi meravigliosi. Provare non costa che dieci lire pagate dopo
la guarigione. Devi fare questo per il povero Daniele che laggiù a Hong-Kong
non sospetta quale catastrofe lo minaccia. Ti vuole tanto bene Daniele.
- Anch'io gli
voglio bene, - piagnucolò Margheritina.
- E allora
andiamo dalla fattucchiera. Sai, la scienza ha fatto molti pregressi; le
fattucchiere moderne non hanno nulla di comune con quelle vecchie ignoranti del
Medio Evo che venivano considerate come streghe. Fra poco avranno il loro
diploma di professoresse in scienze occulte.
Sorpassata
una prima ripugnanza istintiva, incuorata dall'amica, Margheritina andò a
sottoporre il suo caso alla onniveggenza della magnetizzatrice narrandole per
filo e per segno i suoi rapporti col cugino, protestando che erano
assolutamente puri e che solo li turbava l'insistenza del giovane a volerne
cambiare la natura ingenua ed onesta; che ove potesse liberarsi da questa
specie di persecuzione non vi sarebbe più nulla a temere, nè per lei nè per
Daniele Valori che viaggiava in China.
- È dunque su
di «Lui» che bisogna agire, - disse la negromante.
- Appunto! -
rispose Margheritina felice di essere stata compresa.
Detto fatto
la donna dei misteri le consegnò un piccolissimo oggetto quasi informe e così
strettamente fasciato che non s'avrebbe potuto con certezza assegnarlo a
nessuno dei regni naturali conosciuti.
- Questo è un
filtro. Non uno di quei filtri antichi che bisognava bere per ottenerne
l'effetto: è un filtro solidificato che agisce per emanazione; basta portarlo
costantemente su di sè. Se Lei trova modo di introdurlo negli abiti di suo
cugino ne vedrà subito l'effetto meraviglioso.
Di più facile
applicazione e più simpatica, Margheritina immaginò un altro mezzo per mettere
a contatto il filtro col corpo del suo innamorato. Ravvolse l'oggetto in una
ciocca de' propri capelli, li serrò con una fettuccia color di rosa, vi sparse
qualche goccia di essenza di verbena e stette ad aspettare il momento
opportuno.
Era una sera
dolce, tiepida, lunata. Dalle finestre di Margheritina si scorgeva il mare,
odorava l'aria del profumo di mille fiori invisibili. L'allievo di marina
sembrava più taciturno del solito, seduto sul balcone accanto a lei, mordendosi
con un movimento nervoso i piccoli baffi biondi biondi.
- È mesto
questa sera.
- Sì.
- Perchè mai?
- Me lo
domanda?
Alla
Margheritina incominciò a battere il cuore. Pensò: ci siamo.
Scorsero
infatti pochi istanti e il giovinotto, accostando la sedia e prendendo una mano
che tremò nella sua, con rotte parole si fece a ridire le sue pene oramai non
più segrete ma ognor crescenti di desiderio inappagato.
- Senta, -
proruppe a un tratto la Margheritina con un coraggio da leone, - è ora di
intenderci. Noi siamo buoni amici, nevvero?, e resteremo sempre tali. Io le
voglio bene, un bene di mamma, di sorella…. un bene onesto infine. Ah! non si
oscuri così. Quando le dico che le voglio bene non le basta? Ne vuole una
prova? Guardi, ho tagliato questa mattina una ciocca di capelli per lei…. so
che le piacciono i miei capelli…. le porteranno fortuna…. li vuole?
Prese il
giovine i capelli e baciandoli senza troppo entusiasmo se li cacciò nel
taschino del panciotto. Poi riprese le sue querele lente, sommesse,
imploranti…. Margheritina ancora tutta infervorata di santo zelo difendendosi
alla brava soggiunse:
- Non sa
che…. mettiamo una cosa impossibile, mettiamo che io acconsenta, non sa che
morirei?
A un lieve
sorriso di dubbio apparso sotto i baffetti biondi Margheritina si esasperò:
- Non sa che
ad onta del mio aspetto robusto ho un vizio di cuore per il quale tutti i
medici che mi hanno visitata dichiararono che una forte emozione mi sarebbe
fatale? Io sono una donna onesta, io, amo mio marito e se dovessi fare uno
sproposito simile morirei, le dico, morirei sul colpo. Morirei nelle sue
braccia, ecco!
Il giovinotto
vide infatti che Margheritina impallidiva tutta scossa da un tremito. Si alzò,
disse qualche parola di scusa fra le quali Margheritina intese «Grazie, mi ha
guarito». Fece un inchino e infilò l'uscio.
- Mio Dio! -
esclamò Margheritina con una stretta al cuore che somigliava ad un rimpianto. -
come ha operato presto il filtro!
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