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Leonardo da Vinci
Scritti letterari

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TRADUZIONI E TRASCRIZIONI

 

1. O Greci, io non penso che miei fatti vi sieno d[a raccon]tare, però che voi li avete veduti. Dica U[lisse] gli suoi, ch'egli fa senza testimoni de qua[li] è sola consapevole la oscura notte.

 

2. O tempo, consumatore delle cose, e o invidiosa antichità, tu distruggi tutte le co[se] e consummate tutte le cose da' duri denti della vecchiezza a poco a poco con lenta morte. Elena, quando si specchiava, vedendo le v[i]zze grinze del suo viso fatte per la vecchiezza, piagne e pensa seco perché fu rapita du' volte.

 

3. De' non m'avere a vil ch'i non son povero; povero è quel che assai cose desidera.

Dove mi poserò? Dove, di qui a poco tempo tu 'l saprai, risposi, per te stessi, di qui a poco tempo.

 

4. Mal fai se lodi e peggio istu riprendi

la cosa, quando bene tu non la 'ntendi.

 

5. Quando Fortuna vien, prendil' a man salva;

dinanti dico, perché direto è calva.

 

6. Se voi star sano osserva questa norma

non mangiar sanza voglia, e cena leve,

mastica bene, e quel che in te riceve

sia ben cotto e di semplice forma.

 

Chi medicina piglia mal s'informa.

Guarti dall'ira e fuggi l'aria grieve;

su diritto sta, quando da mensa leve;

di mezzogiorno fa che tu non do[r]ma.

 

El vin sia temperato, poco e spesso,

non for di pasto né a stomaco voto;

non aspectarindugiare il cesso;

 

se fai esercizio sia di picciol moto.

Col ventre resuppino e col capo depresso

non star, e sta coperto ben di notte;

 

el capo ti posa e tien la mente lieta.

Fuggi lussuria e attienti alla dieta.

 

7. Chi perde il tempo e virtù non acquista

quanto più pens' e l'animo più s'attrista.

 

8. Virtù non ha ni poterebbe avere, chi lassa onore per acquistare avere.

 

9. Non vale fortuna a chi non s'affatica;

perfetto don non s'ha senza gran pena;

colui si fa felice che vertù investiga.

 

10. Passano nostri triunfi, nostre pompe.

 

11. La gola e 'l sonno e l'oziose piume

hanno del mondo ogni virtù sbandita,

tal che dal corso suo quasi ismarrita,

nostra natura è vinta dal costume.

 

12. Ormai convien così che tu ti spoltri,

disse il maestro, che seggendo in piuma,

in fama non si vien né sotto coltri;

 

sanza la qual chi sua vita consuma,

tal vestigia in terra di sé lascia,

qual fumo in aria o nell'acqua la schiuma.

 

13. Terzetto fatto per li corpi regolari e loro derivativi.

 

El dolce fructo vago e sì diletto

constrinse già filosafi cercare

causa di noi per pascere lo 'ntelletto.

 

14. Se 'l Petrarca amòforte il lauro

fu perché gli è bon fra la salsiccia e tor[do];

i' non posso di lor giance far tesauro.

 

15. O se d'un mezzo circol far si pote

triangol sì ch'un recto non avessi

e che gli altri due un retto non facessi.

 




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