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Defendente Sacchi
Novelle e racconti

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ARLECCHINO
E LA SUA COMPAGNIA

 

GUAZZABUGLIO STORICO

 

§1.

un’invenzione del nostro secolo

a proposito d’arlecchino

 

Il nostro secolo è grande: credo che nessuno oserà contenderlo, e perchè ormai toccando ai trentasei anni, è certo uscito di fanciullo, e perchè il dicono tutti que’ che pensano renderlo tale col proprio ingegno, come Voltaire chiamava il suo quello della filosofia: è tutta modestia umana. E se pure mancassero molte prove a tanto merito di questo secolo, vi basterebbe una sola invenzione, che ha fatta dopo la sua adolescenza.

dico fole: essa vi fa rapidamente partecipi di ricreamenti lontani, vi fa dividere i piaceri [674] più squisiti che fruiscono i vostri fratelli da un capo all’altro della Penisola: essa intesse a vostro conforto ed erudizione de’ secoli avvenire, la storia del progredimento d’una parte della letteratura nazionale; raccoglie le notizie della vita, della patria, delle grandi azioni de’ personaggi che fruiscono i primi onori dell’età della ragione. Insomma questa scoperta parlerà di noi alla posterità, e ne mostrerà quanto siamo grandi.

Ih! quanti curiosi! tutti vorrebbero sapere al primo fiato quale sia: un po’ di pazienza: in teatro bisogna attendere che si levi il sipario... Ma sento intanto que’ che procacciano indovinare: un astronomo esclama: — è il telescopio d’Erschel; con lui si viaggia da stella a stella... Un naturalista invece interrompe. — Eh sarà il microscopio solare! con esso scoprite un nuovo mondo animato... V’ingannate, dice un economista; è la statistica: essa provvede a formare una società perfetta — tutti ridono, e un medico aggiunge: — Sarà la chinina; scoperta che in vent’anni s’è diffusa per tutta Europa e farà immortale Pelletier. — Ah! soggiunge un meccanico; poco male se la febbre si scacci coll’inghiottire una polvere bianca, o parecchie once di corteccia trita; la grande invenzione è il vapore: esso conduce sicuri i bastimenti sui mari, ravvicina i continenti, porta una forza nuova nelle macchine, moltiplica le ricchezze, queste diffondono i piaceri, in tutto... Piano signori, argomenta un fisico, io non dubito [675] che si parli della pila di Volta, che ha portata l’analisi negli elementi primi incomposti della natura — E un altro: sarà l’invenzione di Francklin, che disarmò de’ fulmini il cielo; sarà...

Perdonate, siete tutte persone che hanno la testa sul collo e ragionano con criterio, ma questa volta non avete colto nel vero: pare che manchiate del senso comune! L’invenzione di che io vi parlo, e più grande di tutte: che cielo, che terra! che vapori, che elementi! sono tutte cose che non vi danno piacere e non importa sapere se migliorino: la grande invenzione... volete saperla?... sono i giornali da teatro.

Eh! non ridete; perchè poi vi sconfesserete: or dite un po’? non è vero che i cantanti sono le persone più importanti del secolo, la cura più caramente diletta degli uomini, la prima gloria del mondo? Ebbene, que’ che tengono conto dei loro fasti, non dovranno essere i più utili? Ai tempi di Volta, un giornale segnava la storia delle sue scoperte, ora che vi succedono Rubini, la Malibran, l’Hèberlè, i giornali segnano le loro glorie. Ne’ secoli passati fra quelle cronache scipite di Dino Compagni, di Ricordano Malespini, fra quelle eterne storie di Guicciardini e di Macchiavello, trovate mai notizia d’una cantante, d’un mimo? vi parlano di gare di città, d’uomini che gittarono la loro vita pel proprio paese, e non vi dicono un accento di quegli che avranno loro consolata la vita!

[676] E se ora alcuno volesse richiamarli alla memoria degli uomini, potrebbe trovarne notizie? Ve ne sia esempio Arlecchino: qual personaggio più ragguardevole? egli riformò parte della commedia, fe’ scaturire una nuova fonte di quel caro ridere, che fra gli esseri viventi, la natura solo concesse all’uomo; eppure non si trovano memorie di lui! tutto ciò perchè mancarono que’ nostri padri dei giornali da teatro. Invece dopo questa invenzione si la statistica economica e morale delle gole, e delle gambe operanti e ricreanti di tutto l’universo. Appena una prima donna o un tenore appajono a beare il secolo della loro voce, i giornali li pongono fra gli eroi della storia presente, e narrano di giorno in giorno le loro palme e le loro vittorie, come fece Ariano con quelle d’Alessandro Magno.

Quando i nostri posteri dovranno narrare i fasti della Gaforini, di Marchesi, della Malibran, di Rubini, oh! ben troveranno con che segnare ogni giorno le vicende della loro vita, e di tanta copia di erudizione andranno debitori a’ giornali da teatro. E d’Arlecchino che fu più grande di loro, il dico o il taccio? non si trovano notizie: oh! benedetti tre e quattro volte e il Barbiere di Siviglia, il Censore Universale, benedette le ultime pagine della Fama e il Giornale di Bologna, e quello di Napoli, e tutti i loro fratelli che ne recano le notizie più importanti della nostra età.

Perdonate, lettori, di questo entusiasmo; io sono [677] tale che mi accendo facilmente alle grandi cose, ed ora più mi infiammo perchè trovaiscarse le notizie d’Arlecchino tramandateci dai nostri padri, che non fu possibile farne la biografia come aveva divisato! Pure doloroso per questa dimenticanza in cui giace, mi proverò di offrirvi il poco che raccolsi con un po’ di fatica: almeno una volta nella mia vita, col volgermi alla storia teatrale, avrò assecondato il genio de’ miei contemporanei.

 

 




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